18 Apr 2024

Corruzione e mafia ai vertici della politica siciliana. Che succede? – #916

Scritto da: Andrea Degl'Innocenti
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Un nuovo scandalo ha investito la politica siciliana, con la Procura di Catania che ha scoperto un sistema di corruzione e intrecci mafiosi che coinvolgono un sindaco, alcuni amministratori locali, funzionari, imprenditori e soprattutto il vicepresidente della regione Luca Sammartino. Cerchiamo di capire che succede. Parliamo anche di siccità in Sicilia e di una grande inondazione a Dubai.

La politica siciliana è scossa da un grosso caso di reati di tipo mafioso che coinvolgono anche i vertici della politica regionale, oltre a funzionari, un sindaco, altri politici, imprenditori e impiegati comunali. 

Al solito, partiamo da ricostruire i fatti, e lo facciamo seguendo una serie di articoli de La Sicilia, che sta coprendo molto bene la vicenda. Lo scandalo scoppia nella giornata di martedì, quando scatta l’operazione dei Carabinieri che coinvolge 11 persone: 2 finiscono in carcere, 4 ai domiciliari e 5 vengono sospesi dai pubblici uffici. Fra questi c’è Santi Rando il sindaco di Tremestieri Etneo, che finisce in carcere, il consigliere comunale (sempre di Tremestieri Etneo) Mario Ronsisvalle, ai domiciliari, e soprattutto il vicepresidente della Regione Sicilia – leghista, ex Pd – Luca Sammartino, che invece viene sospeso dai pubblici uffici. 

L’operazione è frutto di una lunga inchiesta denominata “Pandora” della procura di Catania, che ha indagato le relazioni fra una cosca mafiosa e la politica locale. E che mette in luce una realtà molto complessa.

Vediamo di cosa stiamo parlando. Il punto di partenza dell’inchiesta è il comune di Tremestieri Etneo, in provincia di Catania. Come racconta Francesca Aglieri Rinella su La Sicilia, la Procura di Catania ha ricostruito una rete di accordi territoriali stretti tra alcuni degli amministratori comunali e alcune persone vicine alla cosca mafiosa Santapaola-Ercolano.

Ad esempio, emerge che Pietro Alfio Cosentino, referente del clan mafioso nel comune di Tremestieri Etneo, si sarebbe adoperato per far eleggere il sindaco Santi Rando nel 2015. Cosentino e Rando sono le due persone finite in carcere e dalle indagini emerge come poi questo sodalizio sarebbe continuato ben oltre le elezioni, con scambi di favori e il sindaco che aveva trovato lavoro per i figli di Cosentino. 

E pare che sia Cosentino che altri soggetti appartenenti alla criminalità organizzata avrebbero avuto un ruolo più attivo anche a livello politico, se nel frattempo non fossero iniziate una serie di operazioni giudiziarie che fra il 2015 e il 2021 hanno iniziato a collegare vari personaggi vicini al sindaco alle cosche mafiose del catanese.

Succede quindi che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, Santi Rando inizia ad essere sospettoso e inizia a liberarsi, politicamente parlando, dei collaboratori più sospetti. Con una manifesta insoddisfazione da parte delle famiglie mafiose, che dopo averlo appoggiato non ricevono in cambio i favori politici sperati.

Al tempo stesso, inizia quella che gli inquirenti hanno definito una “degenerazione affaristica del governo locale del comune di Tremestieri Etneo”. In cui in pratica il sindaco e alcuni funzionari avviano un sistema di corruzione diffusa attraverso il quale affidano lavori e appalti a imprenditori amici.

Ed è qui che entra in gioco l’attuale vicepresidente della regione leghista, che all’epoca dei fatti era un deputato regionale del Pd, Luca Sammartino, che diventa il principale referente politico in regione del sindaco e che lo aiuta molto a livello regionale, in cambio di favori elettorali. Ad esempio: il caso più eclatante che emerge è quello che coinvolge le farmacie e uno storico consigliere di opposizione sempre del comune di Tremestieri, Mario Ronsisvalle (che è uno di 4 finiti ai domiciliari), che poi diventerà sostenitore di Rando nelle ultime Amministrative, del 2021. 

Seguitemi per qualche altro passaggio. Ronsisvalle, oltre a essere un consigliere comunale, è titolare di una farmacia a Tremestieri. Sammartino riesce a oliare i meccanismi in regione e a facilitare una riduzione del numero delle farmacie presenti nel comune, in modo da favorire l’attività economica dell’assessore. Ronsisvalle in cambio promette il sostegno elettorale, quindi di portare voti, per le elezioni europee del 2019, alla candidata sostenuta da Sammartino. Che, peraltro – quando vi dicevo che è una vicenda complessa – è Caterina Chinnici, magistrata figlia del giudice assassinato da Cosa nostra nel 1983, ai tempi candidata alle europee per il Pd, attualmente dentro Forza Italia. Chinnici è considerata al momento al di fuori dell’inchiesta, in quanto non si hanno indizi sul fatto che fosse a conoscenza delle manovre di Sammartino. Sammartino che ai tempi, nell’appoggiarla pubblicamente, affermava: “Bisogna dare un messaggio alla Sicilia, perché veramente c’è un degrado culturale infinito”. Ecco, sicuramente il messaggio l’hai dato, non sono sicuro che sia quello giusto.

Sammartino è di gran lunga l’esponente politico più in vista, più importante anche a livello nazionale, ad essere coinvolto in questa inchiesta. Come ulteriore prova della sua colpevolezza, ma anche come ulteriore capo d’accusa, gli inquirenti hanno registrato una serie di comportamenti molto sospetti, anzi più che sospetti sospettosi. Tipici di chi, per intenderci, ha la coda di paglia.

Ad esempio si sarebbe avvalso di alcuni carabinieri in servizio per far loro perquisire il suo ufficio e bonificarlo da eventuali cimici o microspie presenti (un atteggiamento tipico di chi teme di essere inquisito o controllato dalla magistratura), fra l’altro corrompendo un sottufficiale in servizio con del denaro, e avrebbe anche cercato più volte di farsi informare dagli stessi carabinieri su eventuali procedimenti penali a suo carico, corrompendo un ex ufficiale.

Infine, come racconta Repubblica, i magistrati hanno inserito nel loro atto d’accusa anche le dichiarazioni di uno degli ultimi collaboratori di giustizia, Silvio Corra, che racconta di alcuni episodi del 2015 in cui il vicepresidente  “Aveva personalmente accompagnato l’esponente di vertice dell’associazione mafiosa – leggi il boss – Santapaola Francesco detto “colluccio” a casa di Romeo Vito – altra persona vicina ai clan – per riunioni tra costoro ed esponenti politici, e in particolare colui che sarebbe diventato sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando”.

Insomma, al netto della presunzione di innocenza, se le accuse venissero confermate il vicepresidente della regione sarebbe stato una parte molto attiva di una rete di corruzione e favori elettorali che parte dal comune di Tremestieri Etneo e che coinvolge anche la mafia catanese. Sammartino si è dichiarato estraneo ai fatti e alle accuse, ma ha annunciato le sue dimissioni (obbligate a dire il vero) da Vicepresidente e da assessore, mentre non si dimetterà da deputato regionale.

Ma lo scandalo politico è grosso, e sembrerebbe mostrare l’esistenza di molti soggetti politici in grado di transitare da un partito a un altro e di sguazzare in un sistema diffuso di corruzione e malaffare. In molti stanno paragonando questo caso a quello pugliese, per le evidenti affinità, ma onestamente questo mi sembra ancora più grave, perché qui i legami fra esponenti di spicco della giunta e criminalità organizzata sono molto più diretti e conclamati.

Resta da capire quanto si trattasse di casi isolati, o se fosse invece estesa, e quanto, la connivenza della politica con questo sistema. I vertici dei partiti a livello locale e nazionale, così come i colleghi sia a livello comunale che regionale erano a conoscenza di questi meccanismi? Oppure no?

Sono tutte domande a cui forse troveremo risposta nelle prossime settimane. Intanto vi posso già dire che con la redazione di Sicilia che Cambia seguiremo la questione.

Visto che siamo a parlare di Siclia vi annuncio già adesso che ieri abbiamo pubblicato la prima puntata di INMR Sicilia, a cura della nostra redazione Siciliana. La rassegna sarà mensile, e uscirà ogni terzo mercoledì del mese. E già questa è una notizia! Ho chiesto a Selena Meli, che conduce la rassegna, di presentarci questa prima puntata raccontandoci una delle notizie di cui ci parlano, quella più interessante a livello nazionale. A te Selena.

Audio disponibile nel video / podcast

Grazie Selena, come al solito trovate la rassegna sotto fonti e articoli.

Intanto  Dubai è stata colpita da un’alluvione dovuta alle piogge da record. Pensate che nel giro di poche ore è venuta giù la quantità di acqua che normalmente cade in un anno e mezzo, in quella che è considerata la pioggia più torrenziale degli ultimi 75 anni. 

Raccontano Reged Ahmad, Lorenzo Tondo e Oliver Holmes sul Guardian che le autostrade e i centri commerciali sono stati inondati e i voli sono stati completamente interrotti in quello che è uno degli aeroporti più trafficati del mondo, l’aeroporto internazionale di Dubai.

Le numerose immagini mostrano aerei di linea che atterrano sulla pista trasformata in un lago profondo e strade cittadine trasformate in fiumi, con auto abbandonate nell’acqua.  Almeno una persona è morta trascinata via dalla corrente mentre era in auto.

Come vi accennavo, le piogge sono iniziate lunedì sera e sono preseguite nella giornata di martedì, con più di 142mm di pioggia caduti in 24 ore, una quantità normalmente registrata in un anno e mezzo.

L’evento è stato descritto come “eccezionale” dall’ufficio media del governo degli UAE, e sono previste ulteriori piogge. Le scuole sono state chiuse in tutto il paese e il governo di Dubai ha esteso il lavoro da remoto per i suoi dipendenti.

Fra l’altro lo stesso fenomeno meteorologico ha già causato inondazioni in Bahrain e 18 morti in Oman, inclusi 10 studenti. Insomma, sebbene il diluvio peggiore si sia registrato negli Emirati, le conseguenze più tragiche in realtà sono state in Oman.

Come sappiamo, eventi estremi come questo sono resi più frequenti – e più estremi – dalla crisi climatica in corso, dovuta a sua volta alle emissioni di anidride carbonica e altri gas climalteranti in atmosfera legata alla combustione di petrolio, carbone e gas. 

In questo caso specifico però, alcuni rapporti citati dal Guardian suggeriscono che le piogge potrebbero essere state aggravate da tecniche di cloud seeding, ovvero metodi di inseminazione delle nuvole, una pratica comune in molti paesi aridi come gli Emirati per stimolare le piogge. Il che potrebbe mostrare come queste tecniche, se unite a un sistema climatico più instabile, potrebbero essere pericolose. Tuttavia questo aspetto non è al momento chiaro e il Centro Nazionale di Meteorologia ha negato che ci fossero operazioni di questo tipo in corso durante l’evento.

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