19 Gen 2024

Poligoni militari ripartono le esercitazioni militari – INMR Sardegna #14

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Quattordicesima puntata di “Io non mi rassegno Sardegna”. Oggi parleremo di eolico, servitù militari e di ciò che accade nei poligoni militari di Capo Teulada e di Capo Frasca. Parleremo poi di emigrazione di pensionati sardi e infine, dei 20mila mattoncini lego utilizzati per ricostruire a Capoterra Casa Melis. Come sempre avremo anche un contributo, stavolta di Marta Serra, la strega sarda che ha iniziato a collaborare con Sardegna che cambia proprio questa settimana, raccontandoci i riti legati alle stagioni invernali e autunnali.

Una delle prime notizie che vogliamo segnalarvi oggi riguarda il cosiddetto assalto eolico. Sindaci e comitati sono nuovamente in prima linea per bloccare 700 torri che potrebbero essere installate in Gallura. È corsa contro il tempo: in Gallura ormai si ragiona contando i giorni dagli iter di rilascio delle autorizzazioni per ciascuna torre, ma parallelamente cresce la forza dei comitati e il numero di sindaci che dice no alla realizzazione senza freni di impianti eolici e fotovoltaici in zone di alto prestigio ambientale. Le torri infatti andrebbero dal sito di Pulchiana, monolite di granito più grande d’europa, sino agli olivastri millenari di Luras. Come però abbiamo sottolineato più volte, la questione non riguarda solo la presenza di siti di interesse storico o naturalistico ma la lotta contro l’assalto eolico ha molto a che vedere con l’autodeterminazione dei territori e delle comunità che li vivono, insieme anche alla difesa della propria identità: stiamo parlando di circa 700 torri alte 200 metri, e i comuni galluresi hanno più volte ribadito che non le vogliono.

Parliamo ora di servitù militari con una notizia di qualche giorno fa: il Tar della Sardegna è nuovamente chiamato a esprimersi sulle esercitazioni nei poligoni militari di Capo Teulada e di Capo Frasca. L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (Grig), con l’avvocato Carlo Augusto Melis Costa, ha infatti depositato un nuovo ricorso amministrativo contro il decreto ministeriale che ufficializza il ciclo di esercitazioni militari nei due poligoni nel primo semestre 2024. A mancare è la valutazione di incidenza ambientale da parte della Regione Sardegna e del ministero della Difesa. Finora i giudici amministrativi sardi avevano ritenuto “predominante l’esigenza delle Forze armate di portare a compimento le esercitazioni in corso di svolgimento”. Ma gli ambientalisti sono tornati alla carica ricordando che “Le attività addestrative militari, come qualsiasi attività che possa arrecare danno ai siti protetti – sottolinea il Grig – devono essere assoggettati alla procedura di valutazione di incidenza ambientale per minimizzarne gli impatti e introdurre misure di compensazione ambientale, come indicato anche dal codice dell’ordinamento militare, procedure che riguardo altri poligoni appaiono regolarmente effettuate”.

Terza notizia che vi presentiamo, quella dei pensionati sardi che scelgono di emigrare. Il regime di tassazione agevolato di molte nazioni convince infatti ogni anno tanti anziani sardi a fare le valigie. Indubbiamente la popolazione di sardi nel mondo si dimostra molto giovane, ma secondo i dati dell’Aire, i sardi over 65 che risiedono all’estero sono circa 20mila, su un totale che supera di poco le 120 mila unità. Le ragioni del fenomeno migratorio che riguarda i pensionati sono diverse: la ricerca di luoghi esotici, con la classica “fuga al caldo”, rappresenta però una percentuale abbastanza irrisoria. Trova più riscontro il ricongiungimento con figli emigrati in anni precedenti e ancora di più, la motivazione legata alla ricerca di vantaggi economico-fiscali. Il Portogallo è stato nell’ultimo quindicennio – dopo un recente dietrofront – il principe dell’emigrazione legata all’età pensionabile, attirando tantissimi sardi grazie a diverse misure volte a incentivare il fenomeno. Anche la Grecia è tra le mete preferite, dove per 15 anni si ha diritto a un’aliquota agevolata del 7%, oppure Malta, che con il “Retirement Programme” prevede una tassazione agevolata al 15% sui redditi provenienti dall’estero. Insomma, se la pensione oggi sembra a tante persone, soprattutto giovani, un miraggio irraggiungibile, a quanto pare anche chi ce l’ha non ne è pienamente soddisfatto.

Sentiamo la nostra Marta Serra che ci parla di cultura, identità e esoterismo. Una nuova rubrica nella nostra Sardegna che cambia. “Spero di riuscire a dare un punto di vista interno e identitario. Mi sono rappresentata come strega anche se il termine non è autoctono ma importato. Lo faccio perché è l’etichetta più adatta a presentarmi a tutti quanti. Il senso di questa collaborazione sarà anche parlare dell’aspetto più profondo del femminile, quindi anche dell’oscurità”.

Chiudiamo la rassegna stampa della settimana parlando di Lego. Maurizio Lampis, noto brick builder sardo, ha presentato lunedì scorso la sua ultima opera, la 17esima in ordine di tempo: una riproduzione in mattoncini Lego di “Casa Melis“, uno degli edifici simbolo di Capoterra. L’opera, commissionata dal Comune e dalla Pro Loco, è composta dalla bellezza di circa 20.000 mattoncini. La riproduzione è fedele all’originale, con tutti i suoi dettagli architettonici come le decorazioni in stile liberty e le terrazze. Casa Melis è infatti una villa edificata nel 1920 dall’imprenditore Giuseppe Melis, si trova nel centro storico di Capoterra e rappresenta un’importante testimonianza del passato agro-pastorale del territorio. La facciata è ricca di decorazioni, con interni altrettanto sfarzosi, infissi in legno intarsiato, soffitti affrescati e mobili d’epoca. Lampis ha realizzato l’opera in circa 100 giorni, senza l’utilizzo di software o programmi dedicati, ma solo tramite l’ausilio di materiale fotografico della casa padronale. L’artista ha infatti sviluppato il progetto studiando dettagliatamente il catalogo dei mattoncini Lego, per trovare i pezzi più adatti per rappresentare ogni dettaglio del monumento. Ovviamente tutti possiamo vedere l’opera: Casa Melis, in versione Lego è ora esposta a Capoterra, dove possiamo ammirarla fino a fine gennaio.

Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo.

Primo articolo della settimana è stato “Luci e ombre del tempo in Sardegna”, scritto da Marta Serra. Nel suo inaugurale contributo per Sardegna che cambia ha scandito il tempo isolano e le rispettive identità. Un viaggio da settembre a gennaio tra le pratiche diffuse nella nostra Isola, dove riti, lingua e tradizioni raccontano una quotidianità radicata in su sentidu e su connottu. Nella nostra cultura infatti mantengono radici forti i segni di un calendario agro-pastorale in cui l’inizio dell’anno è settembre, cabudanni in lingua, sottolineando come l’autunno sia la stagione degli inizi e delle promesse. Solo dalla terra può partire ogni intento possibile.

Secondo articolo della settimana un’intervista di Laura Tussi a Graziano Bullegas di Italia Nostra Sardegna, tra le associazioni che si sono costituite parte civile nel processo sui presunti abusi edilizi legati all’ampliamento della fabbrica di bombe RWM. Il processo è infatti tema centrale dell’intervista: secondo il tribunale di cagliari non ci fu nessun abuso edilizio con l’ampliamento della fabbrica di bombe a Domusnovas. A stabilirlo, con l’assoluzione di tutti gli imputati in quanto il fatto non sussisterebbe e non costituirebbe quindi reato, una sentenza del 21 dicembre. L’inchiesta era nata da una serie di querele presentate da diverse associazioni pacifiste ed ecologiste, comitati e organizzazioni sindacali, costituitesi parte civile con contestazioni che denunciavano la mancanza di necessarie autorizzazioni urbanistiche, ambientali e paesaggistiche, in merito al progetto di espansione della fabbrica tra il 2017 e il 2019. Secondo Bullegas “La mancanza di individuazione dei responsabili è motivo di preoccupazione, l’ampliamento abusivo ha comportato lo scavo e lo sbancamento di oltre 100.000 metri cubi, la rimozione di circa 80.000 metri quadrati di copertura boschiva e la costruzione di edifici e impianti anche in aree soggette a vincoli per il rischio idrogeologico e nell’alveo del torrente con alto rischio di esondazione. Questo intervento ha causato un grave danno ambientale, come evidenziato dalla PM Rossella Spano nella sua requisitoria”.

Mercoledì invece abbiamo intervistato Maurizio Orgiana, temporary manager di Sardegna, il Cuore, perché ci raccontasse la nuova Carta di qualità dei servizi turistici. Redatta a 190 mani, il documento propone un turismo lento, genuino, attento alle necessità delle persone, del territorio e delle comunità che lo abitano. E non da poco, la Carta è un documento in divenire, che cambia, si amplia o modifica in sinergia con il tempo e le idee delle menti che la costruiscono. Ѐ poi frutto di una pluralità di sguardi. Verso le persone – e rispettive, individuali esigenze – che scelgono di visitare la sardegna, verso i territori attraversati da chi viaggia, le attività e opportunità presenti e non da poco, verso chi abita un’Isola che prima di essere meta turistica, è casa per tante e tanti.

Giovedì invece abbiamo pubblicato un articolo di Alessandra Ghiani dove ci racconta la onlus Surgentes. Si tratta di un’associazione nata dall’idea di alcuni geologi e ingegneri esperti nella gestione delle risorse idriche. Si tratta di una realtà attiva nella realizzazione di progetti di cooperazione in regioni del mondo dove è più difficile reperire le professionalità necessarie a costi accessibili. Ogni progetto di Surgentes cerca di coinvolgere appieno le comunità beneficiarie negli interventi proposti, rendendole parte attiva di ogni fase e partendo sempre dalle necessità del territorio.

Iniziamo col segnalarvi alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola.
Anche durante questo weekend continueranno a venire accesi fuochi di Sant’Antonio e San Sebastiano in tutta la Sardegna, eventi che nella nostra isola segnano l’inizio del carnevale, con la prima uscita delle maschere tradizionali. Le vie di Samugheo, Sadali, Sinnai e Sestu si animeranno questo fine settimana, ma non solo: vi segnaliamo anche Nuoro dove la tradizione dei fuochi di Sant’Antonio è molto sentita, si festeggerà infatti fino al 27 gennaio 2024 in ben 11 parrocchie e località cittadine.
A Oliena poi il 20 gennaio con l’evento “Invasioni barbariche” ci sarà la prima uscita collettiva assoluta del 2023 delle Maschere tradizionali della Sardegna. Mamuthones e Issohadores di Mamoiada, Merdules di Ottana e tante altre maschere tradizionali e identitarie sarde sfileranno insieme per un evento da non perdere.
Dal 19 al 21 gennaio ritorna poi al Teatro Alkestis di Cagliari l’appuntamento con la rassegna “Sound Around The Island”, organizzata dal Teatro Laboratorio Alkestis CRS in collaborazione con la Compagnia d’arte Circo Calumèt e l’Associazione Tàjrà. “Deragliamenti” è il tema della tre giorni tra musica, teatro e danza con fra gli ospiti Rossella Faa, Elio Turno Arthemalle, Ornella D’Agostino e il Coro di Canto Popolare della Scuola Civica di Musica di Sinnai diretto da Luca Nulchis.
Fino al 1 marzo al Centro Comunale d’Arte Il Ghetto di Cagliari è possibile visitare la mostra fotografica “Terra d’Acqua” di Cédric Dasesson, organizzata e prodotta dalla cooperativa Agorà Sardegna e CoopCulture e in collaborazione con il Comune di Cagliari. Il progetto fotografico ideato e realizzato dall’artista racconta un angolo di Cagliari in cui l’acqua e la terra s’intrecciano in un legame singolare: la Laguna di Santa Gilla, una delle più grandi zone umide d’Europa.
Infine, fino al 10 febbraio a Sassari al Palazzo Ducale potrete ammirare la mostra di fotografia naturalistica “La Grande Meraviglia” di Giuseppe Cuneo. Rappresenta un viaggio alla scoperta e alla conoscenza delle grandi meraviglie incontrate, vissute e immortalate negli scatti del fotografo durante i suoi viaggi naturalistici nel mondo, compiuti negli ultimi dieci anni. Le immagini sono state scattate in Italia, Norvegia, Scozia, Portogallo, Giappone, Texas, Lousiana, Madagascar, Kenya, Botswana ed Etiopia.

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