10 Gen 2022

Ufo, gli incontri ravvicinati della marina americana – #441

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Gli ufo, oggetti volanti non identificati, o come vengono chiamati adesso Uap, fenomeni aerei sconosciuti, stanno diventando un argomento sempre più attuale. Mentre un cacciatorpediniere della marina americana riporta dettagliatamente di essere stato pedinato da “strani droni”, gli Stati uniti inseriscono per la prima volta questi fenomeni nella legislazione nazionale. La Nasa ha da poco concluso uno studio su come reagirebbero le nostre società all’annuncio di una civiltà aliena. Intanto, proprio il giorno di Natale, è stato lanciato il telescopio James Webb, che indagherà le parti più remote, nel tempo e nello spazio, del nostro universo.

Strani droni molestano una nave americana

Torniamo a parlare di Ufo, o per meglio dire di Uap, fenomeni aerei non identificati, come vengono chiamati adesso, e di alieni. Dico torniamo perché avevamo già trattato l’argomento a giugno, quando uscì il maxi report dell’intelligence Usa, voluto da Trump, che di fatto non aveva svelato chissà quali incredibili verità nascoste ma aveva certificato quello che in molti sospettavano: esistono fenomeni aerei di oggetti che si muovono con tecnologie ignote, perlomeno ignote al governo Usa, e non si può escludere, fra le varie ipotesi, che siano veicoli alieni.

Ora torniamo a parlarne perché nei giorni scorsi sono apparse due notizie nuove e interessanti da questo punto di vista. Ovviamente sono temi che prestano il fianco a tante possibili speculazioni, per cui li affrontiamo con la massima cautela. La prima notizia riguarda una serie di strani eventi che hanno coinvolto una nave della marina americana e una serie di droni nel luglio 2019. La seconda riguarda un altrettanto particolare studio finanziato dalla Nasa.

Partiamo con la prima. Il sito The Drive, facendo un validissimo lavoro di inchiesta, racconta una serie di incidenti, se così si possono chiamare, occorsi a un cacciatorpediniere americano. The Drive è un sito che si occupa principalmente di auto e motori, ma ha una sezione dedicata agli approfondimenti di guerra, in cui analizza gli aspetti tecnici, i report bellici e così via.

Ecco, in una serie di documenti, che il sito definisce inconsuetamente dettagliati, emergono dei fatti che risalgono al 15,16 e 30 luglio 2019, con altri avvenimenti minori nei giorni nel mezzo, in cui un cacciatorpediniere americano, una nave da guerra, il Paul Hamilton, è stato infastidito ripetutamente da quello che è stato definito un drone. In realtà la notizia era già nota, ma quello che emerge di nuovo è la durata e l’entità delle interazioni.

Praticamente questo drone non identificato ha seguito la nave americana per lunghi tratti, non si capisce con quale obiettivo, costringendola a manovre impreviste. E il cacciatorpediniere ha anche provato a reagire, dapprima cercando di disturbarlo con emissioni elettromagnetiche, cosa che non sembra aver funzionato, dopodiché usando dei dispositivi chiamati ghostbusters, che sono tipo dei fucili che sparano radiofrequenze in un determinato punto e sono usati per disattivare la connessione fra i droni e i loro operatori. Anche questo non sembra aver funzionato.

A un certo punto è arrivato a bordo anche un ammiraglio per osservare il fenomeno e i vertici della marina americana hanno supervisionato e stanno studiando la cosa, ma fin qui non sembra chiaro a chi potessero appartenere quei droni. 

L’opzione più plausibile resta che appartenessero a una forza militare straniera, e in quel caso parliamo sostanzialmente o di Russia o di Cina. Anche se ci sono alcune incongruenze. Innanzitutto il perché: perché Cina o Russia avrebbero dovuto mandare dei droni a pedinare un cacciatorpediniere americano? Senza fare niente di particolare, solo a osservarlo. Anche la reazione dei militari americani è strana, il fatto che non abbiano cercato di abbatterlo ma abbiano solo provato, poco convintamente, a scollegarlo tramite onde radio. Lascia presupporre che non sapessero spiegarsi nemmeno loro cosa stesse succedendo e che quindi abbiano adottato la massima prudenza. E poi, anche se in questo rapporto non ne viene fatto cenno, in altri casi gli oggetti identificati si muovevano in un modo che non era riconducibile a nessuna tecnologia nota.

Ovviamente quella che i droni appartengano a forme di vita aliena resta quello che è: un’ipotesi al momento impossibile da provare, che quindi vale per quel che vale. Potremmo dire, allo stesso modo, che viviamo in una simulazione, in un videogame giocato da qualcun altro e che quelli sono dei bug di programmazione o delle robe mandate dal videogiocatore per osservare la nostra reazione. L’unica cosa che sappiamo è che non c’è una spiegazione particolarmente plausibile.

Nuove legislazioni Usa sugli Uap

Ciò che però possiamo notare, è che lo studio degli Ufo/Uap negli ultimi quattro anni, e in particolare nel 2021, è passato dall’essere un passatempo per appassionati, fortemente screditato da parte delle autorità, a essere sorprendentemente rivalutato.  

Nel 2020 è stata creata la UapTF (Uap Task Force) per lo studio del fenomeno e adesso, nella nuova Legge di Autorizzazione per le Attività della Difesa Usa per il 2022 per la prima volta in assoluto il fenomeno Ufo/Uap diviene oggetto di legislazione. I compiti al momento svolti in maniera temporanea e con risorse ridotte dalla Uaptf verranno svolti in pianta stabile da un nuovo ufficio di livello elevato che sarà creato appositamente e che avrà competenza estesa all’intero Ministero. 

La legge, spiega il Fatto Quotidiano, contiene disposizioni di rilevanza decisamente elevata; le più importanti sono il collegamento operativo di tale nuovo ufficio con altri organi del governo Usa ma, soprattutto, con “paesi amici e partner allo scopo di meglio valutare gli Uap” e la creazione di strutture integrate che consentano un’efficace trattazione e circolazione delle informazioni attinenti agli Uap nell’ambito dell’intero Ministero. Le disposizioni della legge prevedono inoltre una cospicua attività di informazione del Pentagono nei confronti del Congresso.

Uno studio “teologico”

C’è anche un’altra notizia di questi giorni sulla stessa scia. Secondo il Daily Mail, a partire dal 2014 la Nasa, l’agenzia spaziale americana, avrebbe finanziato con oltre un milione di dollari un progetto per capire come reagirebbero le persone nel mondo se venisse annunciata la vita aliena su altri pianeti. Un progetto “teologico”, che sarebbe stato finanziato presso il Center for Theological Enquiry dell’Università di Princeton in New Jersey.

Il progetto, inizialmente considerato riservato, è stato svelato al Daily Mail dal pastore protestante inglese Andrew Davison, laureato in biochimica a Oxford, che ne ha inizialmente parlato su Facebook, per poi essere appunto intervistato dal quotidiano britannico. La Nasa, insomma, avrebbe avuto necessità da parecchio tempo di imbastire possibili scenari sulle “implicazioni sociale dell’astrobiologia”.

Nasa che comunque non è il primo istituto a chiedersi quale potrebbe essere l’impatto di una tale scoperta sulle società. Spiega il Fatto Quotidiano che ad esempio esistono simili riflessioni di gruppo soprattutto negli ambienti cattolici europei. Si veda il Progetto ALTRO (“Otros mundos, Tierra, Humanidad y Espacio Remoto – Altri mondi, Terra, Umanità e Spazio remoto) guidato dal padre gesuita José Gabriel Funes, astronomo ed ex direttore dell’Osservatorio Vaticano. Così come esiste il Progetto Galileo dell’Università di Harvard, per Cercare gli indizi delle “firme tecnologiche” di civiltà extraterrestri nei fenomenoi noti appunto come Uap, così come in altri eventi cosmici.

È partito il telescopio Webb

Intanto proprio il giorno di Natale la Nasa ha lanciato nello spazio con successo il James Web Telescope, un potentissimo telescopio spaziale che potrebbe cambiare il modo in cui guardiamo l’universo. Sapete che, per via della velocità finita della luce e quindi per via del tempo che la luce ci mette a percorrere una certa distanza, guardare lontano nello spazio significa anche guardare indietro nel tempo. La luce che ci arriva oggi da una stella che sta a 1 milione di anni luce di distanza è partita da quella stella 1 milione di anni fa e ci mostra l’immagine che quella stella aveva 1 milione di anni fa. 

Perciò in linea ipotetica è possibile guardare così lontano da scorgere la formazione dell’universo, il Big bang o giù di lì. Considerate che l’età stimata dell’universo è di circa 13,8 miliardi di anni, e il telescopio Web ci farà guardare fino a indietro alle prime galassie nate nell’universo primordiale più di 13,5 miliardi di anni fa. L’obiettivo di questo potente dispositivo è svelare i misteri di buchi neri supermassicci, mondi alieni distanti, esplosioni stellari, materia oscura e altro ancora. Vedremo con i nostri occhi l’universo appena nato, praticamente. Che è una cosa fighissima.

Fonti e articoli:

#droni misteriosi
The Drive – Harassment Of Navy Destroyers By Mysterious Drone Swarms Off California Went On For Weeks

#leggi
Il Fatto Quotidiano – Ufo: argomento da sempre ridicolizzato, oggi è oggetto di legislazione Usa. È un anno storico
New York Magazine – Pentagon’s New UFO Office Worries Some Ufologists

#astrobiologia
Il Fatto Quotidiano – “La Nasa ha arruolato 24 religiosi per capire l’effetto degli alieni su di noi”: il racconto di uno di questi preti al Daily Mail
Focus – Un progetto serio per studiare gli UFO (anzi, gli UAP)

#James Webb Telescope
il Post – Il James Webb Space Telescope è in viaggio

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