8 Set 2017

Il Piemonte è la regione più innovativa d’Italia

Scritto da: Paolo Cignini

Lo dice un rapporto della Commissione Europea, che però boccia l’Italia rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea.

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L”Innovation scoreboard” e il “Regional innovation scoreboard”, due rapporti redatti dalla Commissione Europea allo scopo di misurare l’innovazione sia dei paesi che delle singole regioni dell’Unione Europea certificano il Piemonte come una delle aree più eccellenti d’Italia su questo fronte, nonostante il nostro Paese arranchi in Europa su questo fronte.

I risultati dei due rapporti non lasciano spazio a troppe interpretazioni: l’Italia è sempre più indietro in Europa sul fronte dell’innovazione. Restando nel gruppo di coda dei Paesi innovatori moderati, quindi sotto la media Ue, peggiora ulteriormente la sua posizione e in un anno passa dalla diciassettesima alla diciannovesima posizione.

Nel corso degli anni la performance dell’Italia è declinata, perdendo lo 0,2% rispetto a quella dell’Ue del 2010, ed è stata altalenante. Nel 2010 e 2011, infatti, era a 75 su 100, nel 2012 a 77 per poi scendere di nuovo a 75 nel 2013, risalire a 76 nel 2014 e 78 nel 2015, e calare per tornare al punto di partenza di 75 nel 2016.

Però in questo scenario, delle 220 regioni europee prese in considerazioni, il Piemonte si classifica davanti al Friuli Venezia Giulia e all’Emilia Romagna come la regione più eccellente italiana, rientrando nel gruppo degli “innovatori moderati” insieme a un gruppo di nove regioni italiane e classificandosi al 125posto della classifica generale.

Nel corso degli anni la performance del Piemonte è rimasta abbastanza costante, con un incremento di 0,6 punti percentuali rispetto al 2011, al contrario della perdita dell’Italia come sopra riportato.

A livello Ue, il titolo di regione più innovativa l’ha conquistato la provincia svedese di Stoccolma, seguita da quella danese dell’Hovedstaden (dove si trova Copenaghen) e dal Sud Est del Regno Unito.

Punti di forza della regione Piemonte, secondo il rapporto, risultano essere l’occupazione in settori ad alta conoscenza e imprese con prodotti o processi innovativi o che innovano in-house; gli investimenti in ricerca e sviluppo del settore privato; la collaborazione fra Pmi innovative; le domande di registrazione all’Ufficio europeo dei brevetti; l’impiego nel manifatturiero di nuove tecnologie e di servizi ad alta intensità di conoscenze (come quelli relativi all’informatica o alla finanza) rispetto al totale della forza lavoro.

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