17 Mag 2021

Ammàno: “Torno in Calabria per fare il contadino”

Scritto da: Elisa Elia

Ammàno è una realtà agricola in divenire, dove tutto viene prodotto in modo biologico, circolare e nel rispetto dei tempi della natura. Ma è anche un progetto che vuole portare consapevolezza sulla tematica e fare rete sul territorio. A idearlo e realizzarlo è stato Andrea Mancini, rientrato nella sua terra dopo anni trascorsi in una grande città del nord Italia.

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Quello che sto per raccontare è il primo passo della riscoperta della mia terra e delle energie positive che la abitano. Forse non casualmente inizio questa mia esplorazione proprio partendo da una realtà che ha a che fare con la natura e con un modo diverso di intendere la vita. Si tratta di Ammàno, una realtà agricola in divenire che ha preso vita nelle campagne di Squillace, in provincia di Catanzaro.

Qui incontro Andrea Mancini, contadino e ideatore del progetto. Quando arrivo è al lavoro nella terra, tra l’orto e filari di ulivi che riempiono di verde e di argento i miei occhi. Seduti accanto a una sorgente naturale, iniziamo a parlare. Gli chiedo subito quale sia la sua storia, perché intuisco che c’è molto da raccontare: «Sono tornato qui in maniera stabile dopo quindici anni vissuti a Bologna, dove lavoravo come informatico – mi racconta – perché volevo cambiare vita: volevo fare il contadino».

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Rimango colpita dalle similitudini fra la mia e la sua storia, anche se io non ho scelto di lavorare nella terra. Andrea mi racconta della vita stimolante eppure difficile di Bologna e di come sia arrivato non solo a scegliere di tornare, ma anche di cambiare lavoro e fare un tipo di vita radicalmente diverso: «Si può dire che tutte le mie esperienze mi abbiano portato a questa scelta: a Bologna ad esempio avevo iniziato a gestire un orto urbano, a fare delle attività con Ingegneria senza frontiere che mi hanno sensibilizzato nei confronti della questione dei rifiuti e dell’ecologia in generale, facevo autoproduzioni ed ero anche inserito in una rete di confronto su questi argomenti». Passo dopo passo, il cammino lo ha portato a prendere questa decisione e a dare concretamente vita ad Ammàno nel 2016, scegliendo le colline di Squillace dopo varie ricerche sul territorio.

Andrea al momento lavora quasi completamente da solo – sostenuto dalla compagna Lucia in alcuni progetti – ed è animato da determinazione, studio e passione. Il suo lavoro si coniuga infatti con una ricerca sul territorio: per ogni coltivazione e autoproduzione, si informa andando a chiedere direttamente a chi questi saperi ancora li conserva e li pratica: «Qui non si tratta tanto di recuperare delle tradizioni, ma di valorizzarle: c’è una fortissima propensione all’autoproduzione nei nostri territori, eppure vengono considerate di poco conto», aggiunge. Mi racconta delle signore che ancora tessono al telaio o dei contadini di Amaroni che ogni anno nella prima settimana di maggio si auto-organizzano per pulire l’“acquaro”, un sistema di canali che serve a irrigare i terreni sulle colline.

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Accanto a questo, la sensibilità nei confronti della questione ambientale lo ha portato a fare una scelta di campo ben precisa: Ammàno produce tutto in modo circolare, naturale e diversificato a seconda delle stagioni. Questo rende il lavoro un po’ più difficile, soprattutto per una persona sola, ma la determinazione c’è. E questo si riflette non soltanto nel modo di produrre, ma anche in quello di distribuire i prodotti: Andrea infatti non vende all’interno della GDO, perché questo significherebbe stare alle regole di un mercato iniquo e non poter produrre in modo davvero naturale. Si affida invece ai GAS e alla vendita diretta, anche perché «è importante avere una relazione con chi compra i tuoi prodotti, per far vedere la cura che c’è nel lavoro e magari sensibilizzare sulla questione».

Quello che gli manca ora è avere una rete di contadini e persone con cui portare avanti progetti, idee, iniziative e creare fermento. Andrea infatti è un vulcano, ma il lavoro nella campagna lo assorbe. Intanto, qualcosa sta per concretizzarsi: la costruzione di un bike-grill proprio alle pendici del suo terreno, grazie ai fondi del GAL Serre Calabresi. Un luogo dove i ciclo-turisti possano fermarsi, rigenerarsi e riparare la propria bici se necessario. Ma anche un piccolo punto sosta dove creare socialità informale all’aria aperta, magari attrezzando un piccolo punto vendita.

In cantiere ci sono anche tante altre idee e il desiderio è vedere presto Ammàno come un luogo di socialità, dove ci si possa anche confrontare su alcune tematiche, fare insieme dei laboratori, dare valore a ciò che già c’è in questa terra e aggiungerne dell’altro laddove manca. Ci salutiamo, con l’augurio che questo posto possa fiorire in tutti i sensi, consapevoli che il cambiamento avviene in piccoli passi.

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