8 Ott 2021

TeFFIt, alla scoperta del potere curativo delle nostre foreste

Gli effetti benefici del contatto con la natura, con i boschi e con gli alberi sono noti e documentati e sono tante le organizzazioni che favoriscono questa pratica. Oggi vi parliamo di una rete chiamata TeFFIt, che connette e unisce competenze trasversali in diversi campi per sfruttare la meglio le terapie forestali.

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«I due ecosistemi più completi e autonomi presenti sul nostro pianeta sono le foreste e le barriere coralline. La foresta è il modello più evoluto al quale tende la vita emersa e tornare ad essa vuol dire tornare ad una conoscenza più profonda dei meccanismi e persino dei significati che regolano la vita stessa sul nostro pianeta». Con queste parole la dottoressa Fiammetta Piras e Raoul Fiordiponti, mi introducono in un mondo per me nuovo e affascinante. Mi riferisco a quello della rete TeFFIt – Terapie Forestali in Foreste Italiane e di Outdoor Education APS, nata grazie alla sinergia intellettuale di Università in campo medico, biologico e forestale da soggetti pubblici e privati.

L’obiettivo è andare a integrare le conoscenze reciproche per realizzare azioni di studio sugli effetti benefici della fruizione di ambienti boschivi sani italiani, ma anche cercare di ottenere il riconoscimento delle Terapie Forestali come promozione della salute nel sistema sanitario italiano. Grazie a una chiacchierata con la portavoce del CTS, la dott.ssa Piras, e con il presidente dell’associazione, Raoul Fiordiponti, il quadro diventa molto più chiaro in merito a questa attività, che non ha niente a che vedere con l’escursionismo o la meditazione guidata in natura. Partiamo dal principio.

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Una diversa prevenzione e promozione della salute

Le terapie forestali sono delle pratiche di prevenzione e promozione della salute, ma anche un intervento sanitario che supporta le terapie convenzionali soprattutto per malattie croniche non trasmissibili. In alcuni stati queste vengono già prescritte dai medici curanti e in paesi come Giappone, Svezia, Norvegia, Germania e Stati Uniti se ne raccomanda la pratica alla popolazione. Gli studi scientifici degli ultimi quarant’anni stanno dimostrando i benefici sulla salute psicofisica umana grazie a una regolare frequentazione di ambienti forestali maturi e ricchi di biodiversità.

«La TeFFIt è l’unica realtà in Italia a integrare i punti di vista del mondo forestale, medico, ecologico e della conduzione in ambiente naturale, creando un rapporto sinergico al fine di sviluppare ricerche finalizzate a strutturare metodi innovativi di promozione della salute e prevenzione delle malattie croniche», mi raccontano. L’Associazione promuove infatti percorsi finalizzati al benessere, studiati e sperimentati in foreste italiane sane ed evolute. 

I boschi sono detti sani quando si auto-organizzano rispetto a una serie di elementi che li caratterizzano, in particolare la quantità e diversità di organismi che li abitano – biodiversità – e le relazioni che questi instaurano tra loro – biocomplessità. I fitoncidi, ad esempio, sono segnali che emettono tutte le piante: se una di loro soffre, essendo in comunicazione con le altre, cambierà linguaggio, il quale verrà così captato da tutta la rete che si auto-organizzerà. Dopo esperienze in diverse foreste italiane, la dottoressa Piras e Raoul Fiordiponti, in contesti e situazioni diverse, si sono accorti che le esperienze vissute nelle foreste insieme ai gruppi accompagnati le reazioni positive erano sorprendenti, soprattutto per alcune patologie croniche.

Anche bambini con deficit dell’attenzione hanno registrato netti miglioramenti con percorsi di terapie forestali. «Ogni persona trarrà un diverso beneficio che deve essere reciproco. Non si va nel bosco per usarlo e consumarlo, il beneficio deve continuare nel tempo e dei boschi bisogna avere cura e rispetto», sottolineano. 

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La relazione tra uomo e foresta

«Tutto passa attraverso il contatto fisico con il fitto dialogo fisico chimico della foresta – spiegano la dott.ssa Piras e Raoul Fiordiponti – fatto di odori, colori, luci, suoni, forme, ma anche spore, pollini, persino microbi alleati e salutari che ci avvolgono quando ci immergiamo in essa. Quando la foresta è ricca e sana, questo “chiacchiericcio” è perfettamente orchestrato e il nostro corpo ne viene attratto e viene indotto a partecipare e adattarsi. I nostri ritmi finalmente rallentano e la foresta ci dà il “la”, come un abile direttore d’orchestra, perché anche le nostre funzioni tornino a risuonare in modo armonioso tra loro e con l’ambiente che ci circonda».

Ovviamente tutto questo è vero solo se al corpo e alla mente non viene imposto di impegnarsi in esercizi o altre attività, ma sono lasciati liberi di abbandonarsi agli stimoli che ricevono. Allora una foresta integra può trasformarsi in uno specchio che riflette un’immagine di noi più sana e serena come modello di benessere che sentiamo nostro e che possiamo raggiungere, ispirandoci anche ad adottare stili di vita migliori.

Ciò non può essere vero se si va, invece, in un bosco malamente gestito, impoverito, “mutilato” del suo sottobosco, disturbato da una presenza umana indelicata e invadente, e la cui “sinfonia” risulterà inevitabilmente scarna e stonata.
«È pur vero che le persone poco abituate alla natura selvatica – continuano a raccontare – all’inizio possono sentirsi disturbate e persino infastidite o spaventate dall’apparente disordine delle foreste integre, e vanno introdotte ad esse con delicatezza e attenzione».

«Ma via via che il contatto con la Natura si approfondisce, esso evolve in una relazione sempre più stupefacente, gratificante e salutare. E le persone cominciano a percepire anche le differenze tra un bosco e l’altro, come sia diversa una pineta da una macchia mediterranea o da una faggeta. E ciascuno impara a muoversi in sintonia con foreste differenti, rispettandole e traendo da ognuna il beneficio migliore per sé. Scoperte e meraviglie non finiscono mai, basta comprendere con correttezza i dati forniti dalla scienza sul potere terapeutico delle foreste come ecosistemi e non ostinarsi a vederle come semplici luoghi dove fare attività prestabilite o assorbire qualche ingrediente terapeutico».

La TeFFIt organizza diversi corsi rivolti alle persone che vogliono capire come creare questa relazione e migliorare da soli la propria salute frequentando foreste sane, autodeterminate, biodiverse, biocomplesse. Sono corsi di Auto immersione in Foresta, di Conduttori in Immersione in Foresta e corsi relativi all’Outdoor Education basati su studi scientifici. Tutti vengono erogati da professionisti, medici, forestali e professori universitari, online, dal vivo e con parte pratica in presenza.

L’obiettivo è velocizzare il ritorno alla relazione con la foresta, percepire i canti degli uccelli, ma anche ritrovare il significato dei profumi e dei colori come linguaggi che variano a seconda che si tratti di un allarme, di un richiamo o di un vero e proprio canto di gioia di vivere. Si cominciano a comprendere i diversi meccanismi esistenti, ad interpretare il significato di “parole” e “frasi” per noi esseri umani inconsuete, ma non solo perché si sono imparate cognitivamente, ma perché si è finalmente entrati in relazione con il popolo delle foreste.

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Obiettivi generali

TeFFIt è l’unica realtà italiana con il registro nazionale dei conduttori iscritti all’elenco del Mise – Ministero dello Sviluppo Economico. L’idea non è fornire solo una formazione, ma individuare persone con cui sviluppare questa rete e continuare a fare ricerca, a capire come funziona questo meccanismo, ad avere più dati. Ai conduttori viene chiesto di svolgere un lavoro certosino che metta in evidenza il tipo di bosco in cui si sono fatte le immersioni, la stagione, la temperatura e altri dati scientifici che servono a rendere sempre più preciso il quadro. È improbabile, infatti, che una macchia mediterranea funzioni tal quale a una foresta di sequoie.

Anche il tipo di relazione è preferibile che venga fatta da chi conosce molto bene un territorio. Nel Nord Europa sono abituati al cattivo tempo e a vivere la natura in tutte le condizioni metereologiche. Chi abita al Sud, invece, farà più fatica ad adattarsi a condizioni che nella sua quotidianità non vive. Anche le linee guida europee in merito agli studi sulle terapie forestali tengono molto in riferimento la localizzazione geografica perché la relazione con la foresta cambia in base al proprio ambiente, alle proprie necessità, alla propria realtà geografica e al proprio sistema sanitario, persino alla propria cultura, sottolineano.

La rigidità, il riduzionismo o un approccio solo basato sull’intuito non aiutano molto in questo processo di relazione. Solo attraverso un metodo corretto che interseca più saperi si permetterà alle persone di trovare nel bosco quello che nei lavori scientifici viene chiamato il “luogo preferito”, inteso come quello in cui ciascuno si trova più a suo agio e ne trae il massimo beneficio per sé.

Dimenticate le escursioni in natura, esercizi di meditazione o le varie forme di jogging, le attività proposte da TeffIt consistono nell’entrare in contatto con la natura attraverso sensazioni fisiche e non è richiesto neanche un impegno mentale. Al contrario, l’attenzione involontaria che usiamo quando siamo in natura non necessita di alcuno sforzo. Vagare in natura, con la mente e con il corpo, sarà la sensazione più stimolante e curativa mai provata!

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