16 Dic 2021

“Cuciamo assorbenti lavabili per abbattere il tabù delle mestruazioni”

Scritto da: Emanuela Sabidussi

All'interno di un progetto di comunità allargata nasce un LGL, acronimo di Lavabile Gradevole e Leggero, ma anche dei tre nomi delle fondatrici: Livia, Giorgia e Lucrezia. Insieme queste tre amiche decidono di creare prodotti lavabili per le donne per sensibilizzarle sulla riduzione dei prodotti usa e getta, ma anche sulla consapevolezza del proprio corpo, andando ad abbattere con piccole azioni concrete i tabù ancora diffusi sul ciclo mestruale e sull'essere donna in generale.

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Savona - Tre donne. Tutte mamme, tutte mosse dal desiderio di fare qualcosa per le loro figlie e per tutte le figlie di oggi che ancora vivono il grande tabù del ciclo mestruale. Ma non solo. Tutte donne che da sempre possiedono una profonda sensibilità verso la riduzione dei rifiuti e l’autoproduzione. E non da ultimo tutte abituate – per lavoro e passione – a fare, costruire, cucire, creare.

Un giorno Giorgia, Livia e Lucrezia si ritrovano a Erli (SV), dove vivono, e si danno un appuntamento settimanale, con l’impegno di rispettarlo nonostante il lavoro, le figlie, la casa e tutti quegli impegni quotidiani che spesso usiamo come scuse o limitazioni per realizzare un desiderio o più semplicemente fare ciò che ci piace fare.

E così, in questo nuovo tempo interamente a loro dedicato, decidono di creare qualcosa di concreto che possa, in maniera semplice ma diretta, riuscire ad aiutare le donne a migliorare il rapporto con il proprio corpo, lavorare sul tabù del ciclo mestruale e aumentare la consapevolezza dell’impatto ambientale che ognuno di noi ha con le proprie azioni e scelte quotidiane.

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In foto da sinistra Lucrezia De Bernardi, Giorgia De Bernardi e Livia Clavenna. Foto di Viola Piana.
I RIFIUTI EVITATI

Partendo proprio da quest’ultimo obiettivo, le tre amiche iniziano a raccontarmi cosa le ha mosse in questo progetto: «Abbiamo scoperto che ogni donna in 40 anni di cicli mestruali utilizza in media tra gli 11 e i 16 mila assorbenti e salvaslip. Considerando che le donne in età fertile sono circa 2 milioni, facendo un rapido calcolo viene fuori una cifra spaventosa di materiale usa e getta di cui ogni donna è responsabile».

Mi raccontano inoltre che secondo Fater (azienda che produce gli assorbenti Lines), circa il 3% dei rifiuti totali (900 mila tonnellate) è costituito da prodotti assorbenti per la cura della persona. «Non vogliamo in nessun modo far parte di quel 3%. Vogliamo partire da piccoli passi, sappiamo che è importante fare la differenziata, ma crediamo che sia ancora più importante non creare spazzatura».

LA SCELTA DEI MATERIALI

Giorgia, Livia e Lucrezia provengono tutte da un passato – e per alcune di loro anche un presente – di artigiane, quindi abituate a creare dal nulla, chi con stoffe, chi con il legno, chi con materiali di provenienze e forme differenti. «Siamo accomunate da una spinta ad accumulare materiale in casa, nell’ipotesi che un giorno potrebbe risultare utile per qualche creazione che attendeva proprio quel pezzo specifico».

«E così abbiamo ripreso la forma di un assorbente classico e l’abbiamo riprodotto in stoffa, creando poi modelli anche per i salvaslip, i mini salvaslip e gli assorbenti da notte». La ricerca dei materiali migliori da poter utilizzare è stata lunga: la proposta ultima dei prodotti lavabili è composta da più strati, ognuno con una funzione ben precisa.

Uno strato di pile (tessuto che, mi spiegano, non assorbe, ma fa passare il liquido, lasciando la superficie asciutta, e inoltre non si macchia) e cotone, il quale viene recuperato da scampoli di sartorie. In alternativa viene utilizzata la canapa vecchia non sbiancata: un tessuto antibatterico e antiallergico. L’interno invece è composto da un tessuto spugnoso che assorbe e trattiene, per evitare spiacevoli fuoriuscite.

La parte inferiore a contatto con gli slip invece, è composta da uno strato di scarti di tessuto impermeabile riciclato, ricavato da scarti di bottiglie di plastica, delle creazioni di Arti.ficio di Finale Ligure, che a sua volta ricicla tessuti utilizzati per gonfiabili. Insomma, un ottimo esempio di quante vite differenti può avere un materiale, prima di essere definito “a fine vita”.

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Foto di Viola Piana
LA FASE DI TEST

Una lunga e accurata selezione, che è passata però attraverso diversi tentativi e prove. «Per arrivare alla composizione degli assorbenti cuciti oggi, abbiamo fatto diversi test: alcuni attraverso i contagocce, per verificare in diretta quanto liquido fossero in grado di assorbire e gestire senza fuoriuscite. A ogni errore, andavamo a cercare quale strato desse problemi per poterlo migliorare.»

Inoltre, i modelli che superavano la fase di test iniziale, passavano alla fase successiva di prova: ovvero venivano provati direttamente da Giorgia, Livia e Lucrezia. Ridendo mi raccontano: «Non vedevamo l’ora che ci arrivasse il ciclo per provare le nuove creazioni e annotare i commenti sui difetti o le imperfezioni da migliorare. I nostri compagni non ce la facevano più: anche in casa parlavamo spesso di mestruazioni. Un ottimo modo per scardinare anche le mura domestiche qualsiasi tabù o resistenze rimaste».

ESSERE DAVVERO A CONTATTO CON IL PROPRIO CORPO

Un’altra delle motivazioni che spinge queste tre giovani donne ad affrontare senza filtri il tema del ciclo mestruale è la necessità di ritrovare il contatto con il proprio corpo, «conoscere come siamo fatte, rendere naturale ciò che avviene dentro e fuori di esso mensilmente è fondamentale. Solo potendo riconoscere e condividere con altre donne senza vergogna possiamo aiutare le future generazioni e gli uomini a cancellare definitivamente lo strato spesso inconsapevole di tabù, paure e ignoranza su questo tema».

Le tre amiche mi parlano inoltre di “coscienza ecologica” e di come i piccoli gesti quotidiani, possano essere ancora più forti di qualsiasi discorso, parola. Un esempio ne sono le figlie di Livia, le quali sono cresciute potendo porre tutte le domande che volevano e hanno assorbito ciò che vedevano in casa. Oggi sono giovani donne che con il loro esempio possono influenzare altre coetanee a loro vicine.

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Foto di Viola Piana.
GLI INCONTRI A CASA DI DONNE

Oltre a poter acquistare i loro prodotti contattandole sui social o all’indirizzo mail, le tre amiche hanno deciso di organizzare incontri e di rendersi disponibili per incontri per poter condividere la loro esperienza di donne, di madri e più in generale di persone con idee, valori e passioni.

«In questo modo favoriamo un bel clima, un’atmosfera più informale possibile, e creiamo uno spazio aperto a tutte le donne che vogliono farne parte. Abbiamo così la possibilità di raccontare e presentare ciò che facciamo ad altre donne e poter conoscere persone mosse da valori simili ai nostri per imparare le une dalle altre».

NON SOLO ASSORBENTI

Oltre agli assorbenti lavabili, Livia, Lucrezia e Giorgia hanno creato anche altri prodotti, sempre rivolti a un pubblico femminile, per ridurre i rifiuti usi e getta e dare una seconda vita a tessuti e materiali riciclati. In particolare, per ora, hanno cucito triangolini struccanti e spugnette da bagno: anche in questo caso hanno messo un’attenzione particolare alla scelta dei materiali, dopo una ricerca e alcune prove. Vedendo l’entusiasmo e la voglia di continuare a mettersi in gioco, sono curiosa di quali altre novità riusciranno a realizzare nei prossimi mesi!

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