Sant’Anna di Valdieri: il borgo recuperato dalle donne che credono nella montagna
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Cuneo - C’è un borgo immerso nel cuore delle Alpi Marittime. Un paese intriso di storia dove ha vissuto per anni la famiglia reale dei Savoia, che qui aveva la sua residenza estiva e che, nel periodo fortunato, era abitato da non più di un migliaio di persone che conducevano stili di vita quasi dimenticati. Un borgo dove l’acqua è purissima, l’aria pulita e c’è così tanto silenzio ad avvolgere con rispetto la valle che fa quasi rumore.
Un paese in cui non ci sono le vie ma i “tetti” che uniscono due o tre case ciascuno e dove in passato non poteva mancare il forno comune, simbolo dello spirito condiviso. Un paese dove ogni fontana presente custodisce la storia di ogni suo abitante, che ne faceva uso perché le abitazioni, un tempo, erano sprovviste di acqua. Un paese dove il suo Museo della Segale testimonia che la cultura contadina è ancora oggi l’anima e il cuore pulsante di una storia che porta avanti con fierezza le sue antiche tradizioni.
Quel paese si chiama Sant’Anna di Valdieri e sorge in Valle Gesso, a pochi chilometri dal confine tra il Piemonte e la Francia. La sua storia, per certi versi, non è differente da quella di molte altre aree marginali che, con la crisi economica e industriale, hanno visto un esodo dei loro abitanti verso la pianura e i paesi più a valle. E così di anno in anno il paese non ha potuto fermare l’inarrestabile fuga dei suoi abitanti, che oggi si contano sulle dita di una mano.
Ritornare a vivere in montagna
Circa dieci anni fa però a Sant’Anna di Valdieri è avvenuta una magia. Nonostante le molte abitazioni rimaste abbandonate e le seconde case apprezzate soltanto in pochi periodi all’anno, cinque donne hanno deciso di fare la differenza e di trasferirsi per ridare vita al paese e questa montagna, nel suo essere aspra e selvaggia, le ha accolte. Una di queste è Cinzia Chiambretto, che incontriamo proprio a Sant’Anna di Valdieri, presso Balma Meris, la sua locanda alpina nonché progetto di vita.
Dentro alla locanda tutto sa di montagna, dalle strutture in legno al menù tipico occitano a quell’odore caratteristico che si percepisce solo nelle giornate invernali. Come ci racconta lei stessa, Cinzia si è stabilita qui “per amore” insieme a suo marito alpinista e appassionato di montagna e alle sue tre figlie. «Tanti dicono che qua non c’è nulla, però in questo nulla c’è tanto da scoprire».
Quella in cui ci troviamo oggi era la vecchia scuola del paese, ormai abbandonata. Dopo essere divenuta spazio del CAI e passata da gestione in gestione, nel 2011 è stata acquistata da Cinzia, che ha deciso di realizzare un sogno rimasto a lungo nel cassetto: farla diventare una locanda alpina e un luogo dove accogliere i visitatori per farli innamorare di questi luoghi, proprio come è stato per lei.
Un ripopolamento al femminile: le donne che ridanno vita al borgo
Oggi il paese di Sant’Anna di Valdieri è stato nominato da molti “il borgo delle donne”: quasi contemporaneamente a Cinzia, altre quattro donne sono giunte in queste terre solitarie e ne sono rimaste affascinate, tanto da decidere di rimanere qui e avviare una nuova attività. Possiamo dire che l’incontro tra Michela e Marcella Formento, Rita Salvai e Cinzia Damiano non è avvenuto per caso, ma quasi come un segno del destino. E forse Sant’Anna è proprio quel paese di montagna dove le magie succedono perché se gli si dà fiducia è capace di darti, tra mille motivi per andartene, quell’unico e sufficiente a rimanere.
«Qui c’è un turismo stagionale, ma cerchiamo di destagionalizzarlo e far sì che le persone vengano sempre, in ogni periodo dell’anno. Poi ognuna di noi ha la sua attività che porta avanti in autonomia: l’aspetto interessante è che noi tutte cerchiamo di offrire strutture diversificate con differenti tipologie di ospitalità».
Non c’è accoglienza senza collaborazione
Così in qualche anno, oltre alla locanda Balma Meris, Michela apre “La Casaalpina”, che con i suoi 90 posti letto accoglie prevalentemente i gruppi di giovani. Dopo qualche anno, nel 2013, Marcella dà vita a La Casaregina, un residence che conta una decina di piccoli appartamenti che danno la possibilità di vivere la montagna al ritmo delle stagioni. C’è poi Rita che ha ristrutturato la sua casa estiva e ha dato vita a una casa vacanze nel Parco delle Alpi Marittime che ha chiamato Bio Magia nelle Marittime. Infine, Cinzia Damiano apre nel 2018 l’osteria-negozio I Bateur, un punto di incontro dove gustare e acquistare prodotti tipici del territorio tra atmosfere d’altri tempi.
Il filo rosso che lega questa iniziative lanciate a Sant’Anna di Valdieri è incentrato su collaborazione e condivisione: «Quando c’è un progetto, ad esempio, partecipiamo come filiera», spiegano. Come raccontato nel video, le nostre cinque donne imprenditrici non si fanno concorrenza semplicemente perché non c’è bisogno: «Lo spirito che ci accomuna è dettato dalla volontà di tenere vivo questo paese e di ridargli un’identità. È triste arrivare in un posto e non trovare nessuno».
Così Cinzia, Rita, Michela, Marcella e Cinzia hanno trovato il loro modo di collaborare e cooperare: «Cerchiamo sempre di dare una presenza e di sostituirci nei periodi di chiusura delle strutture. Anche se abbiamo terminato i posti ci organizziamo per offrire la giusta ospitalità ai visitatori e quando non abbiamo abbastanza capienza ci sostituiamo a vicenda».
Quel sogno di valorizzare la montagna e far ritornare i giovani
L’impegno delle nostre donne sul territorio non consiste solo nell’accogliere turisti a Sant’Anna di Valdieri, ma anche nel valorizzare la cultura occitana e promuovere iniziative per dimostrare che in montagna si può vivere non solo nei periodi turistici, bensì tutto l’anno. Un aspetto su cui si impegnano attivamente poi è il recupero dei sentieri e dei percorsi utilizzati nell’800 per spostarsi da una valle all’altra.
Attualmente stanno lavorando a un sistema di “scuola di montagna” che coinvolge alcune guide che accompagneranno e metteranno a disposizione dei visitatori la loro esperienza alla scoperta di questi territori. «Ci sono tante persone che vanno in montagna ma non sanno come muoversi, come vestirsi o come trovarsi in condizioni di sicurezza».
La missione condivisa è far ritornare le persone a vivere a Sant’Anna stabilmente e avvicinare i giovani, ovvero invogliare ragazzi e ragazze ad amare la montagna. «Questo è un luogo dove si sta bene. Noi lo definiamo “un piccolo posto fuori dal mondo”. Arrivi qua e non è vero che non c’è il sole, il cielo è sempre azzurrissimo e di inverno arriva la neve. Questo significa vivere le stagioni».
«Ci fosse qualcuno davvero intenzionato ad abitare in questi posti, può trovare qua case vecchie da ristrutturare», conludono.« Non c’è bisogno di creare dei castelli! Basta recuperare quello che c’è rispettando la paesaggistica del luogo. Penso sia importante imparare a riapprocciarsi a questo mondo dove alla fine non ci manca proprio nulla».
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