7 Lug 2022

“Piantiamo alberi in periferia per contrastare la crisi ambientale e coinvolgere dal basso la cittadinanza”

Scritto da: Brunella Bonetti

Un nome semplice che in tre parole chiarisce subito l'obiettivo di questo gruppo di cittadini che si è attivato in difesa dell'ambiente: Alberi in periferia. E se la messa a dimora di giovani piante è l'attività principale di questa associazione romana, le iniziative a corredo sono innumerevoli e vanno dall'educazione ambientale al coinvolgimento di soggetti fragili.

Salva nei preferiti

Roma, Lazio - «Piantando alberi in contesti urbani periferici da riqualificare piantiamo partecipazione, socialità e una narrazione diversa delle periferie, che non sono solo degrado ed emarginazione, ma anche impegno e buone pratiche di difesa del bene comune». Così si presenta questo gruppo di volontari che, attraverso un semplice gesto come piantare alberi, contribuiscono al bene dell’ambiente e di tutta la società.

Per capire meglio come fanno – per poi seguire il loro esempio – abbiamo parlato con Andrea Loreti, per gli amici Saltatempo in onore del grande Stefano Benni, che è il fondatore e il presidente dell’associazione Alberi in periferia.

Cos’è Alberi in periferia?

Dal punto di vista burocratico è un’associazione di volontariato ambientalista. Ma in realtà, se vogliamo andare più a fondo, è un gruppo di persone che dedicano su base volontaria parte del loro tempo, delle loro capacità, del loro interesse e della loro passione alla cura del bene comune.

alberi in periferia3
Come nasce Alberi in periferia, qual è la sua storia?

L’associazione nasce nell’autunno del 2019 e nei programmi originari in quella data doveva concludersi. L’idea – nata tra un gruppo di amici appassionati di arte, soprattutto di teatro, musica e poesia – era quella di organizzare una serata di autofinanziamento e, con l’intero incasso dell’evento, piantare gli alberi nel nostro quartiere periferico di Roma. Ma poi la situazione ci è sfuggita di mano: così massicci sono stati la partecipazione, il sostegno e l’entusiasmo, che sarebbe stato imperdonabile disperdere tutta l’energia positiva generata. E così di alberi nel corso degli anni ne abbiamo piantati circa 1500.

Perché dunque avete deciso di fondare l’associazione?

Per dare concretezza alle tematiche ambientaliste. Oggi infatti a parole quasi tutti si professano attenti all’ambiente, comprese le aziende più inquinanti. Ma quello che secondo noi manca ancora è il passaggio dalla teoria ai fatti. È più probabile che ci troviate in un parco degradato della periferia a piantare e curare i nostri alberi, che in qualche convegno organizzato dai presunti professioni dell’ambiente.

Quali sono le vostre peculiarità?

Siamo tutti volontari: persone tra loro diversissime, proprio a modello della biodiversità naturale che per noi è un un valore e una ricchezza. Inoltre per noi è fondamentale coinvolgere nelle nostre attività persone con fragilità fisiche e psicologiche, perché solo con la condivisione e l’apertura alla diversità si può andare avanti.

alberi in periferia2
Quali iniziative portate avanti?

In primis, Alberi in periferia propone attività di riforestazione urbana partecipata e di riqualificazione di spazi pubblici, periferici e abbandonati. Inoltre abbiamo appena realizzato il nostro primo vivaio forestale didattico e di comunità: si chiama la Fabbrica dell’Ossigeno ed è in grado di produrre circa 4000 piantine forestali all’anno, che utilizzeremo per le nostre attività di riforestazione e che regaleremo anche ad altre associazioni, scuole e cittadini.

Ci sono attività speciali?

Certo: realizziamo attività nelle scuole, nell’ambito delle quali andiamo a piantare alberi con i piccoli alunni nei giardini dei loro istituti. E poi c’è l’iniziativa “Per fare un albero ci vuole un libro”, in cui doniamo un libro di seconda mano a fronte di una donazione libera, un modo per diventare un lettore 100% green. E per finire svolgiamo attività di informazione sulle tematiche di difesa dell’ambiente sulle nostre pagine social Facebook e Instagram.

Perché è importante piantare alberi?

Piantare alberi e uno dei modi – non certo l’unico, ma uno tra i più efficienti – per contrastare gli effetti della crisi climatica. Ormai ci sono tantissimi studi scientifici che dimostrano gli innumerevoli benefici della presenza di alberi, soprattutto in contesti urbani: riduzione di anidride carbonica, filtraggio agenti inquinanti, abbassamento temperature estive. Per non parlare del fatto di favorire la biodiversità e dei numerosi benefici per la salute psico-fisica di tutti noi.

alberi in periferia1
Quali sono le finalità e gli obiettivi di Alberi in periferia?

Per noi è cruciale legare il piano ambientale con quello sociale: il nostro obiettivo principale infatti è coinvolgere attivamente la comunità nella cura del proprio territorio favorendo la biodiversità umana con l’integrazione di diverse realtà sociali. Questo perché è soprattutto attraverso momenti di partecipazione attiva condivisa che è possibile contrastare i processi di disgregazione sociale. In altri termini è per noi cruciale fare rete con le realtà associative del territorio facendo adottare loro alberi da noi forniti.

Ci tracciare un profilo delle persone coinvolte nelle vostre attività?

Le persone coinvolte sono soprattutto i cittadini del quartiere, promotori della difesa dal basso dei loro territori. Il loro coinvolgimento ha lo scopo di stimolare la partecipazione civica e creare legami, relazioni e amicizie tra i partecipanti. Comunque l’associazione è aperta a chiunque abbia a cuore la difesa dell’ambiente e abbia voglia di sporcarsi le mani.

Che riscontro hanno le vostre iniziative sul territorio?

Per fortuna hanno un impatto enorme. E man mano la nostra rete di volontari e di contatti con altre realtà associative e comitati, cresce in modo esponenziale. Non è ovviamente tutto semplice, abbiamo anche a che fare con disinteresse, malafede, atti vandalici e furti, ma fa parte del gioco. Esistiamo anche per contrastare questi atteggiamenti.

Che rapporto c’è con le istituzioni?

Di base c’è un rapporto di collaborazione, ma ci relazioniamo a loro sempre con molta cautela. È infatti cruciale che Alberi in periferia rimanga un’organizzazione autonoma e indipendente e per fare sì che ciò avvenga dobbiamo stare molto attenti alle strumentalizzazioni delle nostre azioni.

Il nostro obiettivo principale infatti è coinvolgere attivamente la comunità nella cura del proprio territorio

Puoi darci qualche anticipazione sui progetti che avete in cantiere?

Realizzare la food-forest “Alberi in Rete” insieme all’associazione giovanile Retake&You. Grazie ai fondi del bando della Regione Lazio Vitamina G, vogliamo realizzare un frutteto agroforestale nel V Municipio del Comune di Roma, in località La Mistica. Porteremo in questo angolo della periferia romana un’esperienza incentrata sulla coltivazione della terra. Inoltre la produzione di frutti permetterà di strutturare un impianto policolturale ad alta biodiversità che porterà dei benefici notevoli come la rigenerazione e creazione di suolo, l’immagazzinamento di CO2, l’impollinazione o la mitigazione degli attacchi parassitari sulle colture.

Come si può partecipare alle vostre iniziative?

Basta seguire i nostri canali social di Alberi in periferia e partecipare alle nostre iniziative per continuare a “radicarci”, mettendo a dimora e curando ancora altri migliaia e migliaia di alberi. Inoltre, per chi fosse lontano o non potesse partecipare attivamente, può sostenerci tramite la nostra raccolta fondi online.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Siccità in Sicilia, la regione in zona rossa per carenza d’acqua
Siccità in Sicilia, la regione in zona rossa per carenza d’acqua

ForestaMe, a Messina il sistema digitale per una città più green e vivibile
ForestaMe, a Messina il sistema digitale per una città più green e vivibile

Cause del riscaldamento globale: la fisica Sabine Hossenfelder ci spiega perché i responsabili siamo noi
Cause del riscaldamento globale: la fisica Sabine Hossenfelder ci spiega perché i responsabili siamo noi

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Meteo estremo, dalla Sicilia al Brasile: dobbiamo rivedere i modelli climatici? – #898

|

Mare Libero, battaglia per l’accesso libero alle spiagge di Napoli

|

La realtà del suono: tradizioni musicali e riti del sussurro in Sardegna

|

Al museo Poldi Pezzoli un percorso di podcast che rende le visite inclusive e innovative

|

Lega del Cane (e non solo): cambiare cultura e leggi per difendere gli animali

|

Col Tofersen la SLA si può combattere ma vanno ridotte le disuguaglianze nell’accesso alle cure

|

A teatro con Slava’s snowshow per tornare bambini e guardare il mondo con occhi diversi

|

“Il Tyrrhenian Link è l’ultimo tentativo di colonizzare l’Isola, poi non resterà più niente”

string(9) "nazionale"