28 Apr 2023

Aprilia Libera, la comunità si mobilità per combattere chi inquina e svende il territorio

Scritto da: Brunella Bonetti

Cittadini e cittadine che con coraggio si oppongono all'industrializzazione della città e alle conseguenti contaminazioni ambientali, cementificazione del territorio e deforestazione, il tutto con l'appoggio dell'amministrazione. Sono le attiviste e gli attivisti di Aprilia Libera, che da tempo portano avanti questa coraggiosa battaglia.

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Latina, Lazio - Un gruppo solido e battagliero che in ogni modo o maniera e con ogni mezzo s’impegna per la tutela del territorio di Aprilia, città laziale ostaggio da tempo di gravi episodi di inquinamento ambientale. La sua portavoce è Rosalba Rizzuto, responsabile della parte tecnico-scientifica e della comunicazione dell’associazione Aprilia Libera, che si batte per restituire dignità alle persone, riforestare il territorio per combattere il consumo di suolo, abbattere le emissioni e le contaminazioni delle matrici ambientali, riconvertire gli impianti di trattamento rifiuti, bloccare le attività inquinanti ogni volta che si superano le soglie delle emissioni del traffico o delle industrie.

Nonostante il silenzio quasi totale delle istituzioni e la non curanza del Comune, le decine di volontari di Aprilia Libera fanno pressione sulle amministrazioni locali, che non danno segni di risposta, ma che sono continuamente sollecitate a intervenire per il bene comune. Cittadini e cittadine animati dalla voglia e dal bisogno di tutelare il territorio abitato credendo che questo sia il primo e fondamentale passo per creare una comunità libera, coerente e radicata. 

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Chi siete e che ruolo avete in Aprilia Libera?

Siamo tutti attivisti nell’ambito dell’associazione Aprilia Libera. Siamo un gruppo di cittadini che hanno preso coscienza delle critiche condizioni ambientali in cui vivono la maggioranza di noi e hanno fatto una analisi del territorio, raccolto dati e informazioni, fatto accesso agli atti, consultato esperti, fatto appello alle autorità preposte chiedendo tutela e salvaguardia della salute e dell’ambiente.

In cambio non abbiamo ricevuto alcun riscontro dagli enti preposti, se non la controdenuncia del proprietario di uno degli impianti industriali, insediatosi tra le abitazioni rurali, grazie anche all’accondiscendenza dell’attuale sindaco di Aprilia. Il Comune, con tutti i consiglieri comunali, non ha neanche raccolto la richiesta di presentarsi come parte civile nella causa contro centododici dei cittadini firmatari dell’appello.

Cos’è Aprilia Libera, come nasce? Qual è la vostra storia.

Nell’estate del 2021 a seguito della citazione in giudizio per presunta diffamazione ci siamo costituiti in una associazione odv con finalità di tutela del territorio in tutte le sue declinazioni. Abbiamo tentato di coinvolgere principalmente la popolazione interferita dalle attività industriali, ma la maggior parte di questa è malata, rassegnata, piegata, intimorita dalle minacce di querele pretestuose a opera dell’imprenditore.

Perché viene fondata questa associazione, a quali bisogni o esigenze cercate di rispondere?

Probabilmente se avessimo avuto delle amministrazioni attente al bene comune non saremmo mai nati. Da almeno un decennio le persone che vivono quotidianamente in mezzo ai miasmi, ai rumori, all’inquinamento delle varie matrici ambientali; chiedono – anzi, reclamano – di essere tutelati, senza avere alcuna risposta. Abbiamo chiesto quando l’amministrazione pensava di chiudere la fase “sperimentale” iniziata nel 2000 e la destinazione d’uso “provvisoria” dei 18 ettari di terreno contaminati dai rifiuti trattati nell’impianto TBM, senza ricevere risposte. Abbiamo chiesto una indagine epidemiologica vera di coorte, per verificare lo stato di salute della popolazione e prendere provvedimenti per il loro benessere. Nessuna risposta.

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Allora abbiamo chiesto di dichiarare area di crisi ambientale a Campoverde. Ancora nessuna risposta. Abbiamo chiesto di installare centraline di monitoraggio delle emissioni su tutti gli impianti industriali del Comune di Aprilia e mostrare i valori rilevati in continuo. Nessuna risposta. Abbiamo chiesto di riportare le emissioni acustiche alla reale destinazione del PRG (Agricolo vincolato E2) e il sindaco ha modificato il piano di zonizzazione acustica, estendendo la fascia dei valori misto-industriali alle abitazioni limitrofe l’impianto.

Abbiamo chiesto di apporre vincoli ambientali e paesaggistici sul nostro territorio, completamente intaccato da impianti industriali, logistiche, centri commerciali, impianti agrovoltaici su terreni fertili, decine di impianti di trattamento rifiuti. Ancora nessun riscontro. Abbiamo chiesto di fare la rete idrica e fognaria promessa nel 2000, senza risposta. Abbiamo fatto eseguire analisi chimico-batteriologiche sulle acque dei pozzi che alimentano le abitazioni di Sacida-Campoverde e inoltrato via pec le risultanze, assolutamente incompatibili con l’uso umano. Nessuna risposta.

Abbiamo chiesto di fornire nell’immediato almeno acqua potabile con autobotti. Nessuna risposta. La gente vive nel degrado, nel malessere, nell’abbandono, alla mercé dello strapotere degli industriali. Noi vogliamo lottare al fianco dei cittadini e delle cittadine di Aprilia per i loro bisogni primari: salute, acqua, fogne, sicurezza, benessere. Ci chiediamo se non si è in presenza di omissioni d’atti d’ufficio.

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Quali iniziative portate avanti?

Dal 2021 abbiamo fatto decine di manifestazioni, marce, sit-in, convegni, serate a tema, cene sociali, iniziative culturali in bicicletta, per evidenziare le criticità ambientali, divulgare/mostrare le ricchezze archeologiche e ambientali del Borgo di Campoverde, accendere i riflettori su una realtà celata, dove i sindaci non hanno mai voluto valorizzare le emergenze dal punto di vista storico-archeologico-paleontologico, lasciando disperdere il nostro patrimonio comune sotto terra o peggio sotto il cemento o in mille case private/musei/biblioteche italiane, depauperandoci e privandocene. Ci chiediamo se questo non sia un danno all’erario e alla intera comunità.

Perché è importante impegnarsi in campagne ambientali e se o perché questo è ancora più importante in un territorio come il vostro?

Perché nel nostro territorio chi amministra non ha mai messo al primo posto la persona, il benessere, il paesaggio, la salute, la cultura, i cambiamenti climatici, la riduzione dei consumi, piuttosto gli interessi personali. Hanno disatteso il PRG originale a colpi di varianti, lasciando che ogni ambito territoriale venisse contaminato dalle emissioni industriali, senza nemmeno vigilare sugli effetti. Fanno operazioni urbanistiche di greenwashing che producono ulteriore consumo di suolo, ulteriore deforestazione, ulteriori emissioni.

Chi è coinvolto nell’associazione e come potervi sostenere o poter contribuire?

Siamo tutti coinvolti. Abbiamo bisogno di supporti legali, specializzati in diritto ambientale. Per questo cerchiamo di fare iniziative che in qualche modo diano risonanza alle problematiche evidenziate e che ci facciano ricevere contributi da chi ritiene che stiamo operando per il bene comune. Per pagare i legali, le indagini ambientali, gli studi sulla salute: che dovrebbero essere in capo a chi governa, ma non è così.

Abbiamo tentato di coinvolgere principalmente la popolazione interferita dalle attività industriali, ma la maggior parte di questa è malata, rassegnata, piegata, intimorita

Qual è il riscontro di ciò che fate sul territorio e sulle persone? 

Registriamo la partecipazione, seppur minima, di chi condivide le nostre richieste. Il coraggio che ci diamo reciprocamente nel portare avanti le nostre istanze. La nascita di una lista civica che sposa in toto le nostre istanze, totalmente ignorate dalle realtà politiche presenti.

Che rapporto avete con le istituzioni?

Nessuno, ovviamente. Unidirezionale. 

Quali attività avete previsto per il prossimo futuro?

A parte curare la causa civile e sperare che finisca con un nulla di fatto per chi ci accusa e avvelena, sosterremo la candidata sindaco della neonata lista civica CAMBIAPRILIA, continueremo con le denunce sui reati ambientali (per saperne di più clicca qui, qui e qui), ecopedalate alla scoperta del territorio, con le feste di quartiere, eventi culturali e di promozione dell’agricoltura biologica e non intensiva, con dibattiti su tematiche ambientali.

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