25 Mag 2023

In tutti i sensi: scoprire la diversità attraverso arte, natura e inclusione

Scritto da: Benedetta Torsello

Due giorni di esperienze immersive, teatro sensoriale, natura, land art, a conclusione di un anno di intenso lavoro con “In tutti i sensi”, progetto europeo finanziato dall’Agenzia Nazionale Erasmus Plus Indire e ospitato dall’associazione La Luna nel Pozzo, che in Puglia raccoglie artisti e artiste con un obiettivo comune: fare dell'espressione artistica un mezzo per includere.

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Brindisi, Puglia - «Questo posto è una sovrapposizione di cose», esordisce Alessandro Lucci, artista abruzzese, ma ormai pugliese d’adozione. Scultore, attore o meglio “raccontatore” come più ama definirsi, con le sue parole mi conduce nella Luna nel Pozzo, la casa e residenza artistica – «ormai permanente», commenta con un sorriso – che condivide con un ensemble di artisti con storie e provenienze diverse

«La Luna nel Pozzo è quindi un luogo ma anche un gruppo di persone. Un agriturismo e un rifugio per artisti. Una compagnia teatrale e un giardino sensoriale. Questo posto è un po’ una giungla: ti prego non perderti», scherza Alessandro. Con lui dall’inizio ci sono Robert Mc Neer e Pia Wachter, che rispettivamente dagli Stati Uniti e dalla Svizzera hanno scelto questo lembo di terra desolata, in agro di Ostuni, come loro luogo di elezione. Insieme a loro anche Natascia Fogu, attrice specializzata in teatro sensoriale e custode di Orthia, l’orto inclusivo della Luna nel Pozzo. 

DIVERSITÀ E BIODIVERSITÀ 

«Quando Pia e Robert sono arrivati qui c’era un vigneto abbandonato e il deserto tutto attorno», mi racconta Alessandro. In quindici anni hanno piantato e curato oltre 5mila alberi di varietà locali: oggi un giovane bosco di quasi due ettari, accudito con pazienza e abitato da storie e persone approdate nel tempo alla Luna nel Pozzo. 

Il teatro, l’arte e l’agricoltura rigenerativa sono i linguaggi prediletti da questo microcosmo che è la Luna nel Pozzo. Negli anni le attività proposte hanno portato al consolidamento di un ricco substrato di biodiversità umana. «Qui lavoriamo da sempre con persone con disabilità cognitive. Siamo convinti che l’esperienza, il contatto con la diversità non solo generi ricchezza, ma aiuti queste persone in un percorso importante verso l’autonomia comportamentale». 

UNA FESTA IN TUTTI I SENSI

La Luna nel Pozzo è quindi uno spazio concepito per essere aperto a tutti. E in occasione della chiusura del primo anno dall’inizio del progetto “In tutti i sensi” – plasmato in continuità e per dare prosieguo alle attività che animano da sempre la Luna nel Pozzo –, ci saranno due giorni di festa, dal 27 al 28 maggio. “In tutti i Sensi. Arte, Natura e Inclusione”, è un progetto europeo finanziato dall’Agenzia Nazionale Erasmus Plus Indire tramite l’azione Partenariati su scala ridotta nel Settore Educazione degli Adulti.

Teatro, arte e agricoltura si fonderanno per creare un evento inclusivo e unico nel suo genere, in cui l’esperienza dei sensi sarà più efficace delle parole per trasmettere vivamente ai partecipanti il significato ed il valore della biodiversità umana e naturale. Il progetto vede la partecipazione, insieme all’associazione di Ostuni, di due partner internazionali con cui erano già attive numerose collaborazioni. La prima è Inefable, compagnia internazionale di teatro sensoriale di Barcellona, che terrà un laboratorio e una dimostrazione finale. E con loro ha contribuito al progetto l’associazione tedesca Eins und Alles e l’artista Hansjörg Palm.

Il 27 e il 28 maggio, sarà quindi possibile ammirare l’opera di land art in legno realizzata da Hansjörg Palm e poi, sempre aperto a tutti, la mattina di domenica ci terrà un world cafè, una formula partecipativa di convegno condotto da Ilaria Magagna del gruppo Tara, dal titolo “L’Inclusività è Biodiversità e crea Autonomia.”

Sarà protagonista di queste due giornate anche la fotografia, con la mostra “Onironauti” di Tea Primiterra, ma soprattutto il teatro. Verrà infatti portato in scena il laboratorio clown inclusivo a cura della Luna nel Pozzo, con una serie di giochi per sperimentare sé stessi nell’arte del clown, dove tutte le diversità si mescolano, ma anche un percorso di teatro sensoriale dedicato al tema della nascita, curato dalla compagnia spagnola partner del progetto. 

L’esperienza dei sensi sarà più efficace delle parole per trasmettere vivamente ai partecipanti il significato ed il valore della biodiversità umana e naturale

In tutti i sensi è quindi un’esplorazione semantica della diversità – o biodiversità come torna a sottolineare Alessandro – ma soprattutto sensoriale: tattile, olfattiva, gustativa e non solo visiva come siamo comunemente abituati a fare. Il teatro sensoriale è a tutti gli effetti una perfetta commistione tra arte ed esperienza dei cinque sensi, in cui la parola è lì per evocare, non più considerata come l’unico linguaggio possibile. 

TEATRO IMMERSIVO: TRA SENSI E IMMAGINARI 

«Si parla spesso di teatro immersivo, dove non c’è una vera separazione tra attori e spettatori perché si partecipa tutti insieme allo spettacolo», ha commentato Giovanna Pezzullo che insieme a Patrizia Menichelli ha curato il laboratorio di teatro sensoriale. «Il protagonista è il corpo, non c’è un testo, ma non si improvvisa. La drammaturgia è data da una serie di azioni compiute dagli attori o abitanti (perché abitano un immaginario) e dagli spettatori, che diventano dei viaggiatori in quanto attraversano gli immaginari ricreati».

in tutti i sensi 3

L’incontro tra la disabilità e il teatro sensoriale genera poesia, immedesimazione, inclusione. «In passato mi è capitato di coinvolgere in queste attività dei non vedenti, che hanno una sensorialità potentissima, con cui leggono il mondo», ha aggiunto Giovanna. «Per noi i sensi spesso sono percepiti come pura esperienza poetica, e allora è stato molto interessante far confluire questi due modi diversi e complementari con cui tutti noi viviamo l’esperienza sensoriale». 

E sempre per celebrare il lavoro svolto nel corso del progetto In tutti sensi, sarà possibile lasciarsi condurre nelle meraviglie di Orthia, un giardino di piante officinali e al contempo progetto di agricoltura rigenerativa inclusiva guidato da Natascia, insieme a un gruppo di persone diversamente abili in età post scolastica. «Orthia è il nome spartano di Artemide, ed è uno spazio pensato per accogliere tutti, non solo persone con disabilità. Esporsi in natura è terapeutico e con Orthia cerchiamo di insegnare a persone con bassa compromissione dell’autonomia, a prendersi cura delle piante, degli animali, a comprendere ciò che amano fare in base alle loro inclinazioni».

Per scoprire il resto, non vi resta che avventurarvi in questa foresta di biodiversità. Il programma completo è già disponibile.

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