24 Nov 2023

Comunità rigenerative: ripopolare una valle all’insegna di condivisione e autosufficienza

Nella valli ossolane si sta materializzando il sogno di Marco, Isabel e della comunità che è nata intorno a loro: ripopolare un borgo in stato di abbandono e creare una comunità solidale, unita e autosufficiente. Per farlo è stato e sarà determinante l'aiuto disinteressato di decine e decine di persone che hanno già aderito alla campagna di crowdfunding lanciata dal gruppo.

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Verbano Cusio Ossola - Una comunità in crescita, aperta a integrare nuove persone – che attualmente conta 7 adulti e 2 bambini – vive in una delle Valli Ossolane recuperando antichi saperi e tradizioni e costruendo un modello di società basato su un’ecologia radicale. Una comunità che crede nell’uguaglianza e nella condivisione del rischio e della prosperità che, passo dopo passo, grazie anche a una grande solidarietà esterna, sta riuscendo a rendere sempre più concreto il sogno di riportare in vita montagne abbandonate, puntando all’autosufficienza alimentare, poi anche energetica e via via per ogni bisogno umano.

Marco Bertaglia e Isabel Ortega Caro sono state le prime persone che hanno scelto di vivere insieme, sin da luglio 2021, nella prima “casa base” a Drocala, frazione del Comune di Calasca Castiglione. Punto di partenza, per poi ripopolare e coltivare le frazioni alte.

«Siamo in Valle Anzasca, una delle splendide Valli Ossolane che sale verso la famosa parete est del Monte Rosa, l’unica parete “himalayana” d’Europa, oggi sempre più spoglia di neve e con i ghiacciai ridotti ai minimi termini. La vallata, interamente terrazzata, è esposta a sud e fino ad alcuni decenni fa era completamente coltivata a segale, miglio, panico, mais, verdure, frutta, vigna, castagne, canapa da fibra. Un immenso potenziale da recuperare e rigenerare per sviluppare l’autosufficienza alimentare e non solo», spiega Isabel.

comunita rigenerative

Da due anni infatti, determinati a trasformare in un progetto concreto un modello di società basata su un’ecologia agroalimentare e umana aperta, i membri di Comunità rigenerative – questo il nome del progetto di ripopolamento – ritrovano antichi saperi, ricostruiscono muri a secco crollati, riportano in vita montagne abbandonate. Lo fanno recuperando terreni invasi da rovi e rigenerando il suolo con approcci ecologici alla coltivazione. 

Dai primi passi a oggi, Comunità rigenerative ha ospitato oltre 200 persone per fare esperienza del vivere e lavorare insieme, oltre a offrire corsi di Comunicazione Nonviolenta e di ricostruzione di muri a secco, nell’economia del dono. «Noi troviamo gioia e libertà nell’autonomia. Viviamo puntando a un’ecologia radicale e costruendo un’ecologia delle relazioni. Un modo profondo e resiliente di stare insieme, nel dialogo e nel potere condiviso. Vogliamo creare un’oasi di resistenza di fronte alle gravi crisi, climatica, ecologica, sociale ed essere insieme», commenta Marco Bertaglia.

comunita rigenerative1

Le persone che abitano Comunità rigenerative si sono recentemente trovate a vivere un’emergenza: la casa a Drocala con i terreni che hanno avuto finora in affitto è stata messa in vendita. Si tratta della casa in cui si trova la loro cucina e sala da pranzo comune, lo spazio principale di ritrovo e condivisione della comunità. Al piano superiore c’è una grande stanza che vogliono trasformare in sala per formazione e posti letto per l’accoglienza. La struttura è la più grande tra quelle già abitabili del borgo e l’unica ad avere la capacità di offrire questi spazi comuni.

La comunità, che aveva solo una parte dei soldi necessari per acquistarla e poche settimane per trovare quelli mancanti, ha deciso di lanciare un crowdfunding sulla piattaforma Ideaginger, dal titolo evocativo – Radici in alto: una casa ora! –, per l’acquisto della casa e dei terreni. Grazie a un intenso lavoro di preparazione del crowdfunding, con testi e video in varie lingue che testimoniano l’apertura anche internazionale del progetto, le presentazioni e i contatti nelle varie reti di cui fanno parte, in brevissimo tempo sono riusciti a raggiungere il primo obiettivo, quello più urgente.

Ora, partendo da questa casa, l’obiettivo più a lungo termine è quello di recuperare e ripopolare interamente Laparé, un borgo abbandonato a dieci minuti di cammino dalla casa. Qui vogliono creare il nucleo centrale, l’ecovillaggio completamente autonomo della loro comunità. «Abbiamo raggiunto il primo obiettivo in un tempo record, molto prima della scadenza di metà dicembre del crowdfunding. Siamo rimasti meravigliati, siamo galvanizzati dalla solidarietà ricevuta, da questo grande abbraccio della comunità. Questo ci dimostra che insieme tutto diventa possibile e per questo rilanciamo la campagna per raccogliere altri 20.000 euro, cosa che ci permetterà di acquistare subito il primo rustico da ristrutturare a Laparé, con altri terreni da coltivare», spiega Isabel.

La casa e i terreni verranno comprati dall’Associazione di Promozione Sociale Comunità Rigenerative, a cui chiunque può aderire. Gli immobili saranno connessi dagli stessi valori e obiettivi e saranno così proprietà di tutti e tutte nell’uguaglianza e nella condivisione di rischio e prosperità. «Perché in comunità siamo più forti e scopriamo una dimensione di sicurezza e solidale reciprocità che ci permette di andare molto più lontano, creando una nuova economia nella corresponsabilità finanziaria e vivendo come se il mondo che vogliamo fosse già qui». 

Vogliamo creare un’oasi di resistenza di fronte alle gravi crisi, climatica, ecologica, sociale ed essere insieme

«L’essere umano è comunitario, nel condividere rischio e prosperità possiamo davvero affrontare insieme qualsiasi sfida. Cerchiamo aiuto monetario ma non solo, in cambio proponiamo varie cose, dal coaching in comunicazione nonviolenta, a una giornata in comunità, un fine settimana per due, o una formazione per riconoscere le erbe spontanee e altro ancora. Vuoi sostenerci anche tu?», conclude Marco.

Comunità rigenerative è un’Associazione di Promozione Sociale, Ente del Terzo Settore regolarmente iscritto al “RUNTS” (il Registro Unico Nazionale degli Enti del Terzo Settore). Tutte le tue donazioni si possono dedurre dalle imposte sul reddito, sia personale che di impresa.

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