1 Dic 2023

Come diventare giornalista: tutto quello che c’è da sapere

Scritto da: Redazione

Il giornalismo contemporaneo deve affrontare molte sfide che ne mettono a repentaglio la qualità e la sopravvivenza stesa. Ciononostante, o forse proprio per questo, diventare giornalisti (buoni giornalisti) è particolarmente importante. Ma come diventare giornalista? Quali passi pratici bisogna fare e quali competenze teoriche è necessario possedere?

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Diventare giornalista è il sogno di molte persone, l’incubo di altre. Se il giornalismo e la libertà d’informazione (e di essere informati) sono considerati essenziali in un paese democratico, i giornalisti, spesso, non sono altrettanto ben visti.

Il nostro paese, poi, naviga spesso in acque abbastanza basse per quanto riguarda la libertà d’informazione, perlomeno se paragonata agli altri paesi europei. Nel 2023, secondo il World press Freedom index, l’annuale rapporto di Reporter Senza Frontiere, l’Italia è al 41° posto per la libertà di stampa, pur in risalita rispetto agli anni precedenti.

Ciononostante – o forse proprio per questo – diventare giornalisti, buoni giornalisti, oggi è estremamente importante. Ma come si diventa giornalista? E ancor prima: che cos’è un giornalista?

In questo articolo potrai trovare:

Cosa fa un giornalista
Il percorso per diventare giornalista
Come diventare giornalista professionista
Come diventare giornalista pubblicista
Deontologia professionale dei giornalisti
Le sfide del giornalismo contemporaneo
Giornalismo e social media
Giornalismo e intelligenza artificiale
La sfida della complessità
Le specializzazioni
Giornalismo ambientale
Giornalismo scientifico
Giornalismo costruttivo
Automated journalism
Conclusioni

COSA FA UN GIORNALISTA

Il giornalista è un professionista che svolge un ruolo cruciale nella società: funge da ponte tra gli eventi che si verificano nel mondo e il pubblico. Scegliere cosa raccontare e come raccontarlo, ha un impatto enorme sulla realtà.

Secondo la teoria dell’Agenda setting, elaborata da alcuni fra i principali studiosi di comunicazione di massa come Maxwell McCombs, Robert McLure, T. E. Patterson e Donald Shaw, i media non hanno il potere di dirci cosa pensare su un determinato argomento, ma possono determinare l’elenco e la priorità degli argomenti su cui avere un’opinione.

come diventare giornalista

La responsabilità del giornalista verso la società è quindi molto alta. La sua missione principale è quella di raccogliere, verificare e diffondere informazioni in modo accurato, imparziale e tempestivo. Con l’aumentare della complessità dei nostri sistemi sociali un altro ruolo del giornalista è quello di fornire interpretazioni e letture credibili dei fenomeni in atto.

Ad ogni modo, il giornalista resta principalmente un “cacciatore di notizie”. Si immerge nella realtà circostante, alla ricerca di storie rilevanti, interessanti e significative. Questo può avvenire attraverso l’osservazione diretta, interviste, ricerche approfondite e monitoraggio costante delle fonti informative disponibili.

Una volta raccolte le informazioni, il giornalista deve sottoporle a un rigoroso processo di verifica. La credibilità è un pilastro fondamentale del giornalismo, e pertanto è essenziale che le notizie siano accurate e supportate da fonti affidabili. La capacità di discernere tra fatti e opinioni è una competenza fondamentale per garantire che il pubblico riceva informazioni obiettive e verificabili.

Secondo una concezione molto diffusa, derivante dal giornalismo anglosassone, il giornalista non è solo un raccoglitore e un trasmettitore di notizie ma svolge anche un ruolo di vigilanza (watchdog) nei confronti del potere. Attraverso l’inchiesta giornalistica, può portare alla luce casi di corruzione, abusi di potere e ingiustizie. Questa funzione di controllo è fondamentale per la salute di una società democratica, poiché contribuisce a garantire la trasparenza e a responsabilizzare coloro che detengono il potere.

Infine, altri due aspetti. Il giornalista, anche se specializzato in un campo, deve (o perlomeno dovrebbe) avere una serie di competenze culturali trasversali. Per dirla con una massima, il giornalista è “colui che sa un po’ di tutto e tutto di niente”. Inoltre, con l’avvento delle nuove tecnologie, i giornalisti devono ora essere competenti nell’uso di strumenti digitali e nelle piattaforme sociali per raggiungere il loro pubblico in modi nuovi ed efficaci. La velocità con cui le notizie si diffondono richiede anche una maggiore attenzione alla precisione e alla verifica delle informazioni.

IL PERCORSO PER DIVENTARE GIORNALISTA

In Italia, diventare giornalista segue un percorso specifico che coinvolge sia l’aspetto formativo che quello pratico-burocratico ed è regolato dall’articolo 45 della legge n. 69 del 1963, n. 69, secondo cui nessuno può assumere il titolo né esercitare le funzioni di giornalista se non è iscritto all’Albo professionale.

Al tempo stesso, si può svolgere un’attività giornalistica (ad esempio scrivere su un giornale o tenere un blog informativo) anche senza essere un giornalista iscritto all’albo, e secondo un’interpretazione diffusa l’articolo 21 della Costituzione tutela chiunque stia esercitando un ruolo informativo, non solo i giornalisti.

Ad ogni modo, se vuoi diventare un giornalista iscritto all’albo, la prima cosa da fare è informarsi sul sito del proprio consiglio regionale di riferimento. L’appartenenza all’Ordine dei Giornalisti, infatti, è conferita dal Consiglio Territoriale competente, che avvia la procedura di iscrizione all’albo e attribuisce lo status professionale a coloro che ne fanno richiesta. 

L’organizzazione territoriale dell’Ordine si articola in Consigli regionali, ognuno dei quali gestisce l’albo professionale suddiviso in due elenchi distinti: Giornalisti Professionisti e Giornalisti Pubblicisti. All’interno dell’albo sono inoltre inclusi due elenchi speciali, uno dedicato all’iscrizione dei giornalisti stranieri operanti in Italia e un altro riservato a coloro che ricoprono la qualifica di direttore responsabile di periodici o riviste a carattere tecnico, professionale o scientifico (con esclusione di testate sportive e cinematografiche).

La richiesta di iscrizione all’albo, che include tutti i dati anagrafici del giornalista, deve essere presentata al Consiglio dell’Ordine della regione in cui l’interessato ha il domicilio. La domanda deve essere corredata da documentazione specifica, differenziata in base alla categoria di giornalista, sia esso pubblicista o professionista.

come diventare giornalista

Qui sotto descriveremo più nel dettaglio le procedure su come diventare giornalista professionista e pubblicista. Tali procedure potrebbero tuttavia cambiare a breve. Al momento della pubblicazione di questo articolo (dicembre 2023) è infatti in discussione al parlamento una proposta di riforma del giornalismo che ha l’obiettivo di aumentare la scolarizzazione dei giornalisti e potrebbe introdurre parecchie novità, fra cui l’obbligo di conseguimento della laurea almeno triennale.

Come diventare giornalista professionista

Il giornalista professionista è colui che esercita esclusivamente questa professione e lo fa in modo continuativo. Diventare giornalista professionista significa essere iscritti all’albo dei giornalisti professionisti, e per fare ciò sono necessarie alcune condizioni:

  • aver svolto 18 mesi di praticantato e, inoltre, frequentare uno dei corsi di preparazione preparazione teorica, della durata minima di 45 ore, anche a distanza, fra quelli promossi dal Consiglio Nazionale o dai Consigli Regionali dell’Ordine dei Giornalisti.
  • in alternativa, aver frequentato per un biennio una delle scuole di giornalismo riconosciute dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti (vedi l’elenco qui)
  • infine, aver superato l’esame di idoneità professionale, previsto dall’art. 32 della legge n. 69/1963.
L’esame per diventare giornalista professionista

Come abbiamo visto, l’ultimo passaggio per diventare giornalista professionista è un esame, o per meglio dire una prova di idoneità professionale. Tale prova si svolge a Roma in due diverse sessioni organizzate dall’Ordine.

L’esame è composto da due prove, una scritta e una orale, e viene valutato da una commissione esaminatrice di cui fanno parte un magistrato (che presiede anche la commissione), due professori universitari, tre giornalisti con almeno 10 anni di anzianità e un rappresentante della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG).

La prova scritta prevede lo svolgimento di tre compiti distinti:

  1. la sintesi di un articolo scelto dal o dalla candidato/a fra i due forniti dalla commissione (lunghezza di trenta righe da sessanta battute ciascuna);
  2. la scrittura di un articolo su un argomento a scelta fra politica interna ed estera, economia e lavoro, cronaca, sport, cultura, scienze, spettacolo, tecnologie (lunghezza di quarantacinque righe da sessanta battute ciascuna);
  3. la compilazione di un questionario a risposte libere su 6 tematiche: diritto costituzionale, diritto penale, etica e deontologia professionale, storia e tecnica del giornalismo

La prova orale invece consiste in un colloquio in cui la commissione valuta, con domande specifiche, la competenza e il livello di conoscenza del candidato/a su: 

  • principi dell’etica professionale
  • norme giuridiche relative al giornalismo
  • tecniche e pratiche che riguardano l’esercizio della professione

Una volta superata sia la prova scritta che quella orale, non resta che formalizzare l’iscrizione all’albo. Per farlo occorre presentare questi documenti:

  • Domanda di iscrizione 
  • Dichiarazione del superamento esame, rilasciata dal Consiglio nazionale;
  • Copia Documento Identità
  • Copia del Codice Fiscale;
  • Fototessera 

Questo documenti potrebbero variare leggermente a seconda dell’ordine regionale a cui si sta chiedendo l’iscrizione per cui è importante verificare sempre l’elenco della documentazione richiesta sul sito del proprio ordine regionale di riferimento o telefonando alla segreteria.

A questo punto un operatore dell’ufficio di competenza verifica la domanda di iscrizione e, se la domanda presenta tutti i requisiti richiesti, ne comunica l’approvazione, altrimenti invia comunicazione specificando i motivi del rigetto.

Se e quando si riceve la comunicazione, è necessario effettuare alcuni pagamenti, che anche in questo caso possono variare da ordine a ordine, e che includono:

  • Modello F24 Codice Tributo 1552, Sezione Erario per attestazione pagamento della marca da bollo di € 16;
  • Tassa di ammissione;
  • Tessera di appartenenza;
  • Eventuali spese di spedizione della tessera;
Come diventare giornalista pubblicista

Se il giornalista professionista fa del giornalismo la sua unica professione, per il giornalista pubblicista il discorso è un po’ diverso. Egli può svolgere questa attività al fianco di qualsiasi altra professione.

Nell’intenzione del legislatore, il titolo di giornalista pubblicista è da attribuirsi a colui o colei che pur non svolgendo l’attività giornalistica come attività principale/unica della sua vita professionale, pubblica articoli in maniera continuativa.

Per essere iscritti all’albo dei giornalisti pubblicisti, quindi, è necessario dimostrare di aver scritto almeno un certo numero di articoli retribuiti (generalmente 70) nel corso di un biennio. Anche in questo caso i requisiti variano leggermente da regione a regione. Quelli generali sono:

  • possedere i requisiti di legge, ovvero l’assenza di precedenti penali e l’attestazione di versamento della tassa di concessione governativa;
  • presentare gli articoli richiesti, a firma del richiedente, pubblicati in giornali e periodici e i certificati dei direttori delle pubblicazioni, che comprovino un’attività pubblicistica regolarmente retribuita da almeno due anni;
  • se presente, presentare in fotocopia il contratto di collaborazione stipulato con la testata (o le testate) cui si collabora;
  • presentare la documentazione dei compensi percepiti negli ultimi 24 mesi, in regola con le norme fiscali in materia. 

Anche qui il consiglio è di consultare le informazioni relative al proprio ordine regionale di appartenenza. Maggiori dettagli sono presenti anche su questa pagina del sito dell’Ordine dei giornalisti.

La legge 148/2011 prevede per i giornalisti una formazione professionale continua, obbligatoria per tutti i giornalisti in attività, iscritti all’Albo, siano essi Professionisti o Pubblicisti. 

DEONTOLOGIA PROFESSIONALE DEI GIORNALISTI

Oltre agli aspetti legali e burocratici su come diventare giornalista, esserlo, come abbiamo visto, comporta una grande responsabilità sociale. Per questo è importante conoscere la deontologia professionale dei giornalisti (e tenervi fede!).

Gli aspetti principali della deontologia professionale dei giornalisti sono contenuti in una serie di leggi e nel Testo Unico dei doveri del giornalista, in vigore dal 2016, che ha raccolto, riassunto e armonizzato i precedenti documenti deontologici al fine di consentire una maggiore chiarezza di interpretazione e facilitare l’applicazione di tutte le norme, la cui inosservanza può determinare la responsabilità disciplinare dell’iscritto all’Ordine.

Il Testo unico fornisce linee guida etiche per i giornalisti italiani, sottolineando l’importanza della veridicità delle informazioni, del rispetto della dignità umana, e della tutela della libertà di stampa. 

Il “Testo unico” dei giornalisti italiani è suddiviso in diversi articoli che delineano i principi etici e i doveri professionali. Più nel dettaglio:

  • Nel Titolo I viene sottolineata l’importanza della libertà di espressione e critica, con un obbligo inderogabile di rispetto per la verità dei fatti. 
  • Il Titolo II delinea i fondamenti deontologici, che includono la difesa del diritto all’informazione, il rispetto dei diritti fondamentali, e l’obbligo di non accettare condizionamenti esterni.
  • Il Titolo III si focalizza sui doveri verso le persone, affrontando temi come l’identità personale, il diritto all’oblio, e l’approccio nei confronti dei minori, dei soggetti deboli, e degli stranieri. 
  • Il Titolo IV tratta dei doveri in tema di informazione economica e sportiva.
  • Il Titolo V introduce le sanzioni per la violazione delle norme, con riferimento alle disposizioni della legge del 3 febbraio 1963. 

COME DIVENTARE GIORNALISTA OGGI: LE SFIDE DEL GIORNALISMO CONTEMPORANEO

Viviamo una crisi ecologica, sociale ed economica senza precedenti. Il mondo è attraversato da guerre, pandemie, siccità, alluvioni, derive populiste e crisi della democrazia. L’avvento dei social media e soprattutto dell’intelligenza artificiale hanno reso tutto ancora più complesso e indecifrabile. Come il giornalismo può sopravvivere a queste sfide, affrontarle e raccontarle?

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Giornalismo e social media

Il giornalismo di oggi offre molti possibili output per il proprio lavoro. Ai media classici, carta (stampata, televisione, radio), si sono aggiunte quelli digitali e i social media. Oggi quando un giornalista riporta una notizia può sceglierlo dove, come e quando farlo in maniera molto più ampia. Le modalità di base restano le stesse (parola scritta, video, audio), ma il mezzo su cui si sceglie di pubblicare il proprio contributo determina molte caratteristiche del messaggio. 

Innanzitutto, sfatiamo un mito: è possibile fare un buon giornalismo su qualsiasi piattaforma e con qualsiasi mezzo. L’importante è essere consapevoli del mezzo che stiamo utilizzando. Se stiamo realizzando un podcast, sarà necessario avere degli audio puliti e buone capacità di montaggio audio, se la nostra piattaforma principale è Instagram dovremo privilegiare i video e le grafiche su lunghi contenuti scritti, e così via.

Certo è che i social media hanno cambiato profondamente il modo di fare giornalismo, accelerando la diffusione delle notizie, democratizzando l’accesso alle informazioni e trasformato il modo in cui giornalisti e pubblico interagiscono, ma presentando (o forse ingigantendo) alcuni problemi e sfide come la gestione della disinformazione e la ridefinizione dei modelli di business giornalistici.

L’intelligenza artificiale

L’avvento dell’intelligenza artificiale (IA) sta cambiando il volto di molte industrie, filiere produttive, mestieri. Il giornalismo non è da meno. Con algoritmi avanzati e capacità di apprendimento automatico, l’IA promette di portare cambiamenti significativi nel modo in cui produciamo e “consumiamo” le notizie.

Come spesso accade quando parliamo di IA, l’opinione pubblica e gli esperti sono divisi fra tecno-ottimisti e catastrofisti. L’intelligenza artificiale sostituirà i giornalisti o li aiuterà a lavorare meglio? 

Secondo Sergio Ferraris, giornalista scientifico e ambientale, entrambe le risposte sono in parte corrette.  L’intelligenza artificiale può essere un ottimo strumento al servizio dei giornalisti – soprattutto dei reporter – se saputo usare in maniera intelligente. Al tempo stesso aumenterà la produttività e renderà superfluo l’utilizzo di giornalisti in molti compiti ripetitivi, compilativi o che non richiedono l’accesso diretto alle fonti.

Il ruolo dell’IA nel giornalismo resta comunque molto dibattuto. Con l’IA che assume un ruolo sempre più rilevante nel giornalismo, sorgono innanzitutto preoccupazioni etiche: la trasparenza nell’uso dell’IA e la comprensione di come gli algoritmi influenzino la selezione e la presentazione delle notizie diventano cruciali. 

Molte università e gruppi di ricerca stanno sviluppano studi e nuovi modelli. Ad esempio Polis, il think-tank sul giornalismo della LSE, col sostegno di Google News Initiative, ha lanciato JournalismAI, un’iniziativa globale che consente alle organizzazioni giornalistiche di utilizzare l’intelligenza artificiale in modo responsabile.

La complessità

In generale, l’epoca presente è caratterizzata da una complessità estrema. Complesse sono le sfide che dobbiamo affrontare come genere umano, da quella ecologico-climatica a quella geopolitica, sociale tecnologica. Ipercomplessa è la nostra stessa società.

Di fronte a questa complessità è abbastanza naturale spaventarsi e cercare rifugio in risposte semplici, e sbagliate (per citare un famoso aforisma di George Bernard Shaw). Un recente studio condotto negli Usa mostra come di fronte all’aumentare della complessità siano stati via via premiati dagli elettori americani Presidenti che utilizzano un lessico sempre più semplice.

Eppure, il giornalismo non può non accogliere la sfida della complessità. Raccontare in maniera comprensibile e accessibile problemi complessi, senza banalizzarli, è certamente una delle sfide principali del giornalismo contemporaneo. 

LE SPECIALIZZAZIONI

Il mestiere del giornalista è molto vario e presenta parecchie sottocategorie, a seconda del mezzo che scegliamo per esercitarlo (radio, televisione, web, carta stampata), del tipo di prodotto (fotografia, video, audio, parola scritta) e infine dell’ambito che scegliamo.

In riferimento a quest’ultimo criterio, esistono molte specializzazioni. Alcune di queste specializzazioni, che negli anni più recenti hanno assunto particolare rilevanza, sono al centro della Scuola di giornalismo ambientale, costruttivo e digitale di Italia che Cambia. In particolare quelle di: 

  • giornalismo ambientale
  • giornalismo scientifico
  • giornalismo costruttivo
  • automated journalism
  • slow journalism
Giornalismo ambientale

Il giornalismo ambientale, come abbiamo raccontato qui, è una branca del giornalismo che si concentra sulla copertura e divulgazione di notizie e temi legati all’ambiente, alla sostenibilità e alle questioni ecologiche. I giornalisti ambientali lavorano per informare il pubblico sugli sviluppi legati all’ambiente, come i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, l’inquinamento e le pratiche sostenibili. 

Spesso, uno degli obiettivi del giornalismo ambientale è aumentare la consapevolezza sulle questioni ambientali e di promuovere l’azione per affrontare le sfide ambientali globali. 

Giornalismo scientifico

Il giornalismo scientifico è un ramo del giornalismo che si occupa di comunicare notizie e informazioni relative alla scienza, alla ricerca scientifica e alle scoperte nel mondo accademico. Gli scrittori di giornalismo scientifico traducono il linguaggio tecnico e specialistico degli scienziati in un formato più accessibile al pubblico generale. Questo tipo di giornalismo può coprire una vasta gamma di argomenti scientifici, come scoperte in campo medico, avanzi tecnologici, esplorazioni spaziali e altro ancora. L’obiettivo è rendere la scienza comprensibile e avvincente per il pubblico, contribuendo alla diffusione della conoscenza scientifica e promuovendo la consapevolezza delle questioni scientifiche.

Giornalismo costruttivo

Il giornalismo costruttivo, o giornalismo positivo, è un approccio che si concentra sulla presentazione delle notizie in modo equilibrato, approfondito e con un’enfasi particolare sugli aspetti costruttivi e soluzioni ai problemi. A differenza del tradizionale modello di giornalismo che spesso si concentra su notizie negative e sensazionali, il giornalismo costruttivo cerca di bilanciare la copertura mediatica includendo storie che ispirano, informano e offrono soluzioni.

Fare giornalismo costruttivo significa anche dare più strumenti, chiavi di lettura e “potere” possibile nelle mani delle persone.

Automated journalism

Il giornalismo automatizzato, o automated journalism, è un approccio alla produzione di notizie che coinvolge l’uso di algoritmi e sistemi automatizzati per generare, scrivere e pubblicare articoli giornalistici senza l’intervento umano diretto. Questa forma di giornalismo si basa sull’elaborazione automatica dei dati e sull’analisi algoritmica per creare contenuti informativi.

I sistemi di automated journalism possono essere utilizzati in diverse aree, come la generazione di report finanziari, aggiornamenti sportivi, rapporti meteorologici e altro ancora. Tali sistemi sono in grado di elaborare grandi quantità di dati in modo rapido ed efficiente, producendo articoli giornalistici in tempi molto brevi.

Tuttavia, ci sono dibattiti sull’impatto etico e sulla qualità del giornalismo generato in modo automatizzato, poiché manca spesso il discernimento umano, la prospettiva e la sensibilità nel processo di scrittura. La sfida è trovare un equilibrio tra l’efficienza offerta dall’automazione e la necessità di mantenere gli standard etici e qualitativi nel campo del giornalismo.

Slow journalism

Lo slow journalism è un approccio al giornalismo che si discosta dalla frenesia delle notizie in tempo reale e si concentra sulla produzione di contenuti più approfonditi e riflessivi. A differenza delle notizie istantanee e superficiali, lo slow journalism punta a una narrativa più lenta, analitica e accurata. Questo approccio mira a offrire una comprensione più profonda degli eventi, a esplorare le cause e le implicazioni, e a fornire al lettore una prospettiva più completa. In poche parole, è un modo di fare giornalismo che mette in primo piano la qualità sulla quantità, incoraggiando una lettura più ponderata e consapevole.

CONCLUSIONI

Al netto delle difficoltà, fare il o la giornalista resta un mestiere ricco di stimoli e molto appassionante. Se ti piace raccontare storie e condividere informazioni con gli altri, il giornalismo offre un’opportunità unica per farlo su una varietà di argomenti. Questo lavoro offre l’opportunità di esplorare nuovi argomenti e approfondire la comprensione di questioni complesse.

Il giornalismo, inoltre, svolge un ruolo cruciale nella società, contribuendo a informare il pubblico, promuovere la trasparenza e tenere conto dei poteri. Se hai un senso di responsabilità sociale e vuoi contribuire al dibattito pubblico, il giornalismo potrebbe essere una scelta gratificante.

Questo mestiere può essere dinamico e avventuroso. La possibilità di incontrare persone interessanti, viaggiare e affrontare nuove sfide ogni giorno può rendere la professione eccitante.

Infine, il giornalismo può coprire una vasta gamma di argomenti, dalle questioni politiche ed economiche alla cultura, scienza e tecnologia. Questa varietà consente ai giornalisti di specializzarsi nelle aree che li appassionano di più.

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