10 Gen 2024

Federica Pepe, mammainsvezia: crescere un bambino nel sistema educativo svedese

Scritto da: Angela Giannandrea

Diversi anni fa Federica Pepe si è trasferita in Svezia, paese di cui è sempre stata innamorata. Qui ha creato una famiglia e lanciato un progetto di storytelling chiamato mammainsvezia. Senza pretesa di esaustività, vi proponiamo la sua testimonianza per capire quali sono gli spunti più interessanti che può offrire il modello educativo svedese.

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Federica Pepe è l’ideatrice del progetto social mammainsvezia, un’interessante pagina Instagram dedicata a curiosità e aneddoti sulla vita in Svezia, da cui è sempre stata affascinata fin da piccola. La pagina, resa pubblica dopo sei mesi dalla nascita del suo primo figlio, è ormai piacevolmente seguita da curiosi e appassionati. Federica vive nel paese scandinavo ormai da qualche anno, dopo essersi innamorata a prima vista del suo attuale compagno svedese.

La nostra expat è laureata in scienze motorie e specializzata in sviluppo motorio e cognitivo dei bambini, oltre ad aver conseguito due specializzazioni post laurea, una sull’attività motoria dei bambini e una come educatrice prenatale e neonatale presso l’Università di Padova. Ancor prima di trasferirsi in Svezia, ha approfondito il modello educativo del nord Europa per capirne di più. Sono stata subito incuriosita dal suo profilo tanto da contattarla per saperne di più.

Federica, come nasce la pagina Instagram mammainsvezia?

È un’iniziativa nata in primis dal mio amore per la Svezia e poi dal desiderio di condividere curiosità sull’essere mamma qui, sulla vita quotidianità di una famiglia mista. Il modello educativo svedese è diverso sotto molti aspetti. Per esempio le sculacciate o simili sono vietate per legge. L’approccio educativo si basa molto su comunicazione, ascolto ed empatia.

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Come viene interpretato l’outdoor education?

Con outdoor education ci si riferisce a tutte quelle pratiche educative che valorizzano l’ambiente esterno in quanto considerato di per sé educativo, dove i bambini fanno esperienze sociali, cognitive e motorie. L’esperienza si basa su ciò che offre la natura. Infatti in Svezia il contatto con la natura e il gioco all’aperto rappresentano due aspetti peculiari della crescita dei bambini. Passano tantissimo tempo all’aperto fin dalla tenerissima età anche sotto zero.

Seguono alla lettera il motto svedese “Non esiste cattivo tempo, ma solo l’abbigliamento sbagliato”. Gli svedesi, vivendo per molti mesi a temperature gelide e al buio, devono fare di necessità virtù. Hanno imparato a vestirsi bene e si esce ugualmente. Ci tengo a precisare che non è solo un modo per sopravvivere, ma fa parte della loro mentalità, quella di vivere più tempo possibile fuori, di godere della natura e dei suoi benefici soprattutto per i bimbi molto piccoli. Si gioca e si fa anche educazione motoria all’aperto a qualsiasi temperatura o condizione climatica.

In cosa consiste la pratica della “nanna sottozero”?

È una pratica, che è ancora molto usata qui, risalente agli anni ’20 e ideata dal pediatra Arvo Yllpö. In quegli anni fu scoperto che, grazie a questa pratica, si era verificata una riduzione del tasso di mortalità infantile, a quei tempi molto alto. Dormendo a temperature sotto lo zero si sconfiggeva anche il rachitismo, oltre a migliorare la circolazione del sangue e l’immunità ai batteri. È tutt’oggi considerata una pratica molto salutare: al freddo i bambini dormono meglio e più a lungo.

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In alcuni asili svedesi, i bambini dormono sempre all’aperto nei passeggini e sempre sorvegliati a vista da educatrici o educatori, sia che nevichi sia che piova. A noi genitori viene richiesta una lista molto lunga di indumenti e accessori per dormire fuori. Questa è una pratica molto usata dai genitori anche fuori da bar, locali e ristoranti, purché ci sia la possibilità di controllarli a vista. Anch’io l’ho fatto diverse volte.

Cosa puoi dirmi del sistema scolastico svedese?

Prima della scuola dell’obbligo c’è la förskola, asilo nido e scuola dell’infanzia, che sono sempre una struttura e un ciclo unico. Va da 1 a 5 anni. Non si può iniziare prima di un anno di età perché il congedo parentale, garantito a entrambi i genitori, è di 16 mesi da dividersi come si vuole tra una e l’altro. In alcune strutture ci sono classi anagraficamente miste, mentre in altre le classi sono strutturate per età. A 6 anni non si inizia la prima elementare, ma si frequenta una classe intermedia chiamata förskoleklass. È una sorta di classe di passaggio tra l’asilo e le scuole elementari in modo che i bimbi vivano gradualmente e in modo meno traumatico questa fase.

Gli asili hanno un costo mensile che prevede un tetto massimo di 130 euro. Dalle scuole elementari fino all’università compresa, l’istruzione è gratuita. Le scuole elementari iniziano a 7 anni e si concludono a 15 anni, mentre dai 16 ai 18 anni si frequenta il liceo. Il materiale scolastico viene dato gratuitamente dalle scuole come libri, penne, matite, quaderni e altri accessori. Ai ragazzi tra gli 11 e i 13 anni – dipende dal Comune o Regione – viene dato un computer personale, rilasciato gratuitamente dalle scuole e portato quotidianamente tra casa e scuola fino al termine del ciclo di studi.

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Altro particolare: a scuola si affrontano molte materie pratiche, come l’economia domestica. Tutti indistintamente, maschi e femmine, imparano a fare le lavatrici, a stirare, a stendere il bucato, cioè tutto ciò che c’è da fare in casa. Si prende parte anche ai laboratori di falegnameria e cucito. Maschi e femmine alternandosi, 6 mesi per ognuna delle due materie pratiche, seguono entrambi i corsi e poi al termine scelgono, in base alle proprie preferenze, se proseguire con l’uno o l’altro. Oltre a questi laboratori, vengono seguite anche le classiche materie teoriche.

La Svezia quindi è un Paese a misura di famiglia con un ottimo welfare?

Certo, è così. Come ti ho già detto gli asili costano molto poco. Inoltre sono aperti dalle 6 del mattino alle 17.30 di sera per agevolare i genitori che lavorano. La colazione si può fare a scuola. Il dentista è gratuito fino ai 24 anni. I genitori ricevono il barnbidrag cioè una somma mensile di circa 120 euro fino ai 18 anni dei figli. Inoltre, come già detto, l’istruzione è gratuita e il congedo parentale molto lungo. Quindi direi che è molto a misura di famiglia e il livello del welfare è davvero alto.

In Svezia le sculacciate o simili sono vietate per legge. L’approccio educativo si basa molto su comunicazione, ascolto ed empatia

Presumo che, a fronte di un’efficiente politica di welfare, i cittadini paghino volentieri le tasse?

Esatto. Anche se la tassazione in Svezia è molto alta, gli svedesi sono soddisfatti perché i servizi funzionano. Inoltre aggiungo che agli studenti universitari è garantito un prestito con modalità specifiche, che viene poi restituito appena si entra nel mondo del lavoro.

Per concludere, mi piacerebbe condividere qualche altra pillola di curiosità con i nostri lettori riguardo l’ambiente, la sanità e il tempo libero. Cosa puoi dirmi a tal proposito?

Posso dirti che la Svezia è un paese molto green. Ci sono sensibilizzazione e attenzione all’ambiente fin da piccoli. Non esiste il medico di famiglia, ma un centro dove poter prenotare una visita dal medico di turno disponibile, mentre per i bambini c’è una figura di riferimento, un infermiere pediatrico, che è sempre quella dalla nascita. Ho notato che viene fatta meno prevenzione rispetto all’Italia. E, come nel resto dei Paesi nordici, gli antibiotici vengono consigliati raramente. Per quanto riguarda il tempo libero, gli svedesi amano organizzare feste in casa tra amici o trovarsi in qualche locale. Andare al ristorante costa molto e per questo è un pochino meno comune. Poi ovviamente tutto dipende anche dall’età.

Leggi anche il nostro approfondimento sul modello finlandese.

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