
A 51 anni Mariella Lacatena ha lasciato il suo lavoro e si è iscritta a un corso di coaching. Questa scelta ha cambiato la sua vita e ora, a 59 anni, la sua missione è aiutare altre persone a compiere questo percorso.
A 51 anni Mariella Lacatena ha lasciato il suo lavoro e si è iscritta a un corso di coaching. Questa scelta ha cambiato la sua vita e ora, a 59 anni, la sua missione è aiutare altre persone a compiere questo percorso.
Il progetto educativo Strade Maestre prevede un anno scolastico “on the road”, con gli insegnanti che diventano anche guide escursionistiche. Ci siamo fatti raccontare questa esperienza da due persone che l’hanno vissuta, una studentessa e un docente.
Due psicologhe affrontano il tema dell’educazione emotiva e ce ne fanno capire l’importanza anche spiegando le conseguenze – dal bullismo ai suicidi – della censura delle emozioni, come ci viene insegnato a fare fin dalla nascita.
Dopo aver lasciato una promettente carriera in una multinazionale, Sarah Zordan ha iniziato a dedicarsi al coaching, ovvero aiutare le persone a realizzare i propri obiettivi. Non lo fa in aule né in uffici, ma fra le piante di lavanda del suo campo alle pendici delle Dolomiti.
Silvia Calcavecchia ci racconta la sua storia e il suo impegno per comunicare e informare in modo consapevole, in particolare sui temi che la riguardano da vicino, uno su tutti quello della disabilità. Uno dei suoi strumenti principali sono i social. L’obiettivo? “Dare voce a esperienze personali che possono risuonare con quelle di altri e offrire un supporto, anche solo con una parola o un racconto di vita”.
Una rete di biblioteche di quartiere sta per contaminare positivamente e in maniera capillare la città di Bari, da tempo attenta al tema della diffusione della cultura letteraria. Ma lo scopo del progetto Colibrì – questo è il suo nome – è anche quello di generare socialità e inclusione in questi spazi, pensati altresì per essere presidi di legalità in zone difficili del capoluogo pugliese.
Chi l’avrebbe mai detto che dopo l’avvento degli enormi e freddi cinema multisala, il lockdown e il distanziamento sociale, la diffusione massiva di piattaforme streaming, un piccolo cinema di comunità avrebbe avuto tanto successo? Eppure è proprio ciò che sta accadendo al Postmodernissimo di Perugia, al centro di un progetto sociale e culturale di rivitalizzazione del territorio grazie alla partecipazione attiva degli stessi spettatori.
Il piccolo borgo pugliese di Melpignano, da sempre apripista nell’unire cittadinanza e istituzioni per il bene comune, lancia un’altra iniziativa. È una cooperativa di comunità che, fra le varie azioni per rilanciare il borgo e i suoi abitanti – come un apiario di comunità e la creazione di posti di lavoro –, ha previsto anche la creazione di una comunità energetica rinnovabile.
Una cooperativa di comunità è un soggetto multiforme che in maniera inclusiva e condivisa unisce aspetti come la rigenerazione, la socializzazione, l’impresa sociale e l’accoglienza per rivitalizzare il territorio e la comunità che lo abita. Un caso interessante è quella di Porta Nova, che sta animando Trani con numerose iniziative dal basso, dalla ciclofficina all’eco-ostello al cinema partecipato.
Un progetto di cohousing che, attraverso la condivisione di spazi di vita all’interno della medesima abitazione, vuole favorire l’invecchiamento attivo, la socializzazione, l’inclusione e l’autosufficienza di persone con più di 65 anni di età. È Condiviviamo, lanciato a Bari dalla cooperativa Occupazione e solidarietà grazie alla vittoria del bando “Vivere Insieme: cohousing per la terza età”.
Una risposta trasversale a un problema trasversale. È questo il principio che anima il progetto di cohousing sociale “Insieme a casa”, che ispirandosi alle idee di abitare condiviso, sharing economy, inclusione e socializzazione offre una soluzione a persone vittime dell’emergenza abitativa, dell’emarginazione e in condizioni di fragilità, anche economica.
In una società in cui l’approccio alla disabilità è spesso intriso di pietismo e assistenzialismo – oltre a essere caratterizzato da politiche ancora miopi e insufficienti –, il ruolo dei caregivers, ovvero di chi si prende cura delle persone con disabilità, assume un ruolo cruciale. Ma chi si prende cura di loro? E quali sono i bisogni dei caregivers? Ne abbiamo parlato con Francesco Cannadoro, blogger e autore.
Diversi anni fa Federica Pepe si è trasferita in Svezia, paese di cui è sempre stata innamorata. Qui ha creato una famiglia e lanciato un progetto di storytelling chiamato mammainsvezia. Senza pretesa di esaustività, vi proponiamo la sua testimonianza per capire quali sono gli spunti più interessanti che può offrire il modello educativo svedese.
“Guarda che luna” è ciò che ha pensato Giovanni una sera di qualche anno fa, mentre ammirava il cielo e cercava di capire come realizzare i propri sogni. Ed è proprio questo il nome che ha scelto per il B&B che ha aperto nel piccolo paese della Basilicata da cui veniva e dove è tornato, deciso a migliorare la qualità della sua vita e di quella del territorio in cui è nato.
Frutto della sintesi di numerose esperienze di viaggio di due ragazze pugliesi, Habari we dorm è un ostello sociale che incarna la filosofia dell’accoglienza. Non solo verso i turisti “normali”, ma anche a beneficio dei numerosi pellegrini che soggiornano qui – grazie a una sinergia con la rete dei cammini – e delle persone con fragilità che in questo ostello trovano uno spazio lavorativo e un’occasione di riscatto.
La storia di Cesare è la storia di un bambino, della sua mamma Valentina e della loro famiglia. È la storia di persone che poste davanti a una delle difficoltà più ardue che il destino si può inventare non solo hanno trovato la forza di andare avanti, ma hanno anche trasformato una sorte avversa in energia positiva e in un esempio per le altre persone che si trovano in situazioni simili. Perché «la felicità è una scelta che dipende da noi, dalla prospettiva da cui scegliamo di osservare il mondo».
Dopo aver subito un’operazione alla testa a causa di un tumore all’età di 15 anni, Andrea Caschetto si è ritrovato con una capacità mnemonica ridotta. Vivere le emozioni si è rivelato il miglior modo per trattenere i ricordi, così ha deciso di portare il sorriso tra i bambini più sfortunati in giro per il mondo trasformando le sue debolezze in grandi punti di forza.
Una grande famiglia che offre non solo accoglienza, supporto morale e sostegno, ma anche un aiuto concreto ai giovani con protesi e alle loro famiglie. Il tutto declinato attraverso lo sport, un ambito che meglio di qualsiasi altro riesce a cementare il senso di comunità e spingere a superare i propri limiti. Oggi vi presentiamo art4sport, associazione fondata dalla campionessa paralimpica Bebe Vio e dai suoi genitori.
Vivere con arte, per l’arte, attraverso l’arte, grazie all’arte. Diverse declinazioni del legame con la sfera artistica e creativa che Morena e Cristina esplorano quotidianamente con il loro progetto ispirato all’arteterapia antroposofica e rivolto a qualsiasi fascia d’età, con l’obiettivo di vivere meglio ma anche di essere di supporto in percorsi più impegnativi di guarigione fisica o psicologica.
Quattro grandi verità e otto aspetti che è fondamentale tenere presente nella vita. Muovendosi lungo questi binari, Gianluca Gotto racconta il suo avvicinamento al buddismo e il modo in cui esso ha cambiato la sua esistenza, spingendolo a rivedere una serie di convinzioni e atteggiamenti tipici della società moderna, frenetica e performativa.
In Galizia una sentenza riconosce gli effetti degli allevamenti intensivi sull’ambiente, sugli animali e sulle persone che vivono nei territori limitrofi.
Gli adulti e gli adolescenti che scelgono di disconnettersi da internet e i social media aumentano. Salute mentale, privacy e stanchezza sono alcune delle cause.
Il Bilancio del Bene Comune 2024 di CAES racconta numeri e relazioni di una rete di oltre 9.100 clienti tra associazioni, cooperative, famiglie e professionisti.
Paolo Usai, farmacista di Bari Sardo, racconta la scelta di boicottare le aziende che supportano l’economia israeliana. Un gesto di coscienza, contro l’apartheid e il genocidio in Palestina.
A 51 anni Mariella Lacatena ha lasciato il suo lavoro e si è iscritta a un corso di coaching. Questa scelta ha cambiato la sua vita e ora, a 59 anni, la sua missione è aiutare altre persone a compiere questo percorso.
Trascrizione episodio
Il racconto della seconda e terza tappa della Local March for Gaza, l’iniziativa della società civile che attraverso un cammino sul sentiero di Oropa vuole accendere i riflettori sul genocidio in corso a Gaza.
Grazie alla richiesta presentata dal M5S il ddl Caccia seguirà il consueto iter parlamentare senza approvazioni in tempi rapidi.