14 Mar 2024

Dal singolo alla comunità: a Serrenti la transizione energetica è di Casa

Scritto da: Alessandra Ghiani

Casa dell'energia, Sistema Energetico Intelligente e Smart city: in un piccolo Comune del Medio Campidano la transizione energetica è diventata una necessità che la comunità ha scelto di abbracciare e portare avanti insieme, a partire dall'iniziativa di un dipendete pubblico, Maurizio Musio. In questa intervista è proprio lui a raccontare il lavoro portato avanti in sinergia con Comune e cittadinanza, per un futuro fatto di consapevolezza, sostenibilità e cura, del presente e di chi verrà.

Salva nei preferiti

Medio Campidano - Transizione energetica a misura d’uomo: a Serrenti, piccolo centro del Medio Campidano, le competenze e la creatività di un pubblico dipendente unite alla lungimiranza del Comune hanno favorito un’inversione di tendenza significativa in materia di sostenibilità ambientale e utilizzo delle energie rinnovabili. I progetti realizzati finora hanno ricevuto numerosi riconoscimenti a livello nazionale, tra cui il Cresco Award di Enel e il premio Comuni Virtuosi 2023 nella categoria Impronta ecologica. Ce ne ha parlato Maurizio Musio, tecnico elettronico del Comune di Serrenti, ideatore di progetti significativi per il risparmio e la transizione energetica nell’ente in cui lavora.

Dal punto di vista del risparmio e della transizione energetica, che situazione hai trovato quando sei stato assunto?

Si lavorava ancora secondo una vecchia concezione, senza strumenti utili per migliorare il sistema. I primi anni mi sono serviti per familiarizzare con gli impianti, poi ho iniziato a ritagliarmi degli spazi per la formazione tecnica. Ho seguito molti seminari che mi hanno permesso di approfondire le mie conoscenze sulle energie rinnovabili, la normativa del settore e di stare al passo con i tempi.

transizione energetica

Nei Comuni manca quasi sempre una figura tecnica come la mia, ossia qualcuno che si occupi della manutenzione della pubblica illuminazione e delle centrali termiche degli edifici pubblici. Non è un compito semplice e per questo anche a Serrenti si era pensato di affidarlo a ditte esterne. Io, al contrario, ho proposto di occuparmene personalmente cercando di innovare il più possibile nel rispetto dell’ambiente.

L’esternalizzazione è quindi una prassi?

Sì, la maggior parte dei Comuni si affida alle E.S.Co. [Energy Service Company, ndr]. Il Comune di Serrenti ha avuto invece la lungimiranza di continuare il percorso con il personale interno e questa scelta ha permesso di risparmiare 50mila euro all’anno, se non di più. Questo significa poter investire maggiormente in altri settori. Mi è anche capitato di collaborare con delle E.S.Co. e ho potuto mettere in campo le mie competenze testando per loro dei prodotti, come le lampade ad alta efficienza energetica. Una collaborazione fruttuosa, che ha permesso di avere a costo zero diverse migliaia di euro di materiale per la manutenzione dell’illuminazione pubblica.

Con queste iniziative siete riusciti a sensibilizzare anche altri Comuni?

Quando si parla di transizione energetica c’è ancora tanto lavoro da fare. Ad oggi non conosco un tecnico comunale che si occupi dell’illuminazione pubblica e che lavori a progetti di risparmio energetico con l’uso di energie rinnovabili. Diversi giovani assessori di altri Comuni ci hanno chiesto come mai noi avessimo consumi così bassi. Ho raccontato gli interventi fatti, spiegando che dietro ci sono progetti precisi legati appunto alla necessità di una transizione energetica.

transizione energetica

Ringrazio l’amministrazione comunale di Serrenti per aver investito sulla mia formazione. Io a mia volta condivido le mie conoscenze con i colleghi, da solo non potrei fare tutto. Oggi si parla tanto di spopolamento e di mancanza di opportunità, ma continuando a demandare questi lavori all’esterno si spendono molti soldi in più, che potrebbero invece essere utilizzati per il sociale o per altro.

Quali sono state le tue iniziative per il risparmio e la transizione energetica?

Tra il 2009 e il 2010 ho messo in campo due progetti: “Illuminamente” e S.E.I., acronimo di Sistema Energetico Intelligente. Il primo è nato per l’illuminazione pubblica stradale, poi esteso agli edifici pubblici. Il secondo ha agito a monte dell’impianto elettrico ottimizzandone l’efficienza e rafforzando l’uso di energia rinnovabile. Lavorando in sinergia, i due progetti hanno permesso un risparmio di oltre 3 milioni di Kwh e favorito la nascita delle prime microreti intelligenti.

In quegli anni i Comuni stavano investendo nella transizione energetica e nell’energia verde dotando gli edifici pubblici di impianti fotovoltaici. Anche a Serrenti si è fatto lo stesso e considerata la vicinanza tra diversi edifici ho creato delle microreti per far arrivare l’energia da un edificio all’altro incrementando l’autoconsumo di circa il 15%.

Qual è stato il passaggio successivo?

Nel 2017 l’assessorato dell’Industria della Regione Sardegna, con un bando Por FESR, concedeva dei finanziamenti ai Comuni che già avevano dotato gli edifici pubblici di impianti fotovoltaici per inserire le batterie di accumulo e creare delle smart grid. Ho chiesto all’amministrazione di partecipare con un progetto, che però andasse oltre il montaggio delle batterie.

Portiamo i giovani a riflettere sulla condivisione dell’energia, principio che sta alla base delle comunità energetiche.

Noi partivamo già con diverse microreti attive. Abbiamo quindi proposto la “Casa dell’energia”, un luogo fisico di circa 20 metri quadri in cui, una volta realizzato, abbiamo inserito le batterie di accumulo, gli inverter ibridi, l’apparato hardware e software della microrete e via dicendo. Attualmente a Serrenti abbiamo tre Case dell’energia, vicine ad altrettanti gruppi di edifici pubblici alimentati da energia rinnovabile.

Le Case dell’energia sono diventate anche luogo di formazione.

Sì. L’idea di fare dei laboratori per gli alunni è nata proprio dalla vicinanza della prima Casa dell’energia alla scuola media. Abbiamo ideato il progetto “Ciao Ciao CO2”: ai ragazzi facciamo conoscere come cammina l’energia verde mostrandogli gli apparati tecnologici presenti nelle Case dell’energia. Ogni anno cambiamo argomento: hanno familiarizzato con un controller come Arduino, gli abbiamo fatto conoscere gli assistenti vocali come Alexa e Google mini. Quest’anno invece parliamo di transizione energetica affrontando il tema dell’idrogeno.

Cerchiamo di sensibilizzare i ragazzi sull’energia rinnovabile stimolandoli anche al suo utilizzo. Ad esempio, nel 2022 abbiamo dato ai bambini delle scuole elementari un piccolo pannello fotovoltaico da 40 watt e un power bank da portare a casa per qualche settimana. Tenendo il pannello alla finestra, potevano ricaricare il power bank che la notte veniva utilizzato per ricaricare gli smartphone dei genitori. Un’idea semplice che li ha portati a riflettere sulla condivisione dell’energia, che sta alla base delle comunità energetiche.

solare
Che impatto hanno avuto le Case dell’energia all’esterno?

Un impatto assolutamente positivo. Oltre ai vari riconoscimenti ottenuti nel tempo, il progetto ha incuriosito tante realtà a livello nazionale e internazionale. Nel 2022, ad esempio, abbiamo ricevuto la visita di una delegazione internazionale dei partner del progetto di cooperazione tra Gal “Global Eco – Inno Eco”. Sono arrivati rappresentanti dei Gal da Finlandia, Estonia, Lettonia, Portogallo. Per l’Italia invece, il Gal Campidano, Trasimeno Orvietano, Valle Umbra e Monti Sibillini. Inoltre è da tempo al nostro fianco Legambiente, che ci ha coinvolto in alcuni progetti.

In un articolo hai usato l’espressione “recuperare-riutilizzare-aggiustare”. Ce ne parli?

Credo molto in questo principio. L’economia circolare si basa anche su questo, aggiustare e recuperare. Spesso oggi è più facile acquistare un oggetto per sostituirne uno guasto, invece la logica dovrebbe essere quella di non buttare via ciò che può essere riutilizzato. Nel tempo ho lavorato sulla pubblica illuminazione abbassando la potenza delle luci, ma a quel punto ho dovuto sostituire il cablaggio. Non ho buttato via niente: tutti gli accessori che ho smontato li ho riutilizzati per la manutenzione di altri impianti.

Conservo anche roba vecchia, che spesso mi serve per continuare a lavorare. I fondi nei Comuni non sono mai sufficienti e la soluzione che ho attuato è molto semplice per misurare, conoscere e migliorare. Inoltre con la velocità con cui cambia la tecnologia diventa anche difficile trovare alcuni accessori ritenuti dal mercato obsoleti.

HEADER INMR 62
L’interno di una delle Case dell’energia
Quali sono dal punto di vista della transizione energetica i prossimi obiettivi per Serrenti?

La Regione ci ha finanziato due progetti. Per il primo, “Luci F.E.R.”, che prevede la realizzazione della Smart city: ci sono stati assegnati 900mila euro. Si basa sull’utilizzo dei led su tutta l’illuminazione pubblica e unisce i servizi del Comune al fine di creare un’infrastruttura per il trasporto delle informazioni cittadine. Su un unico network server si potranno controllare i consumi idrici, la gestione dell’illuminazione, dei rifiuti, dei parcheggi e via dicendo.

Abbiamo poi ricevuto un altro finanziamento da 350mila euro per la realizzazione di una scuola di alta formazione su energie rinnovabili e innovazione tecnologica. L’idea è quella di formare i giovani proprio sul funzionamento della Smart city. Perché è fondamentale che, una volta realizzato un progetto, ci siano anche le competenze per portarlo avanti nel futuro. Per la transizione energetica serve consapevolezza.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Speculazione energetica: perché i mega-impianti non sono “solo un problema estetico”
Speculazione energetica: perché i mega-impianti non sono “solo un problema estetico”

Servono spazi “laici” per parlare al tempo stesso di transizione energetica e tutela del territorio
Servono spazi “laici” per parlare al tempo stesso di transizione energetica e tutela del territorio

La lettera del movimento per la Pratobello ’24: “Della legge di iniziativa popolare adesso parliamo noi”
La lettera del movimento per la Pratobello ’24: “Della legge di iniziativa popolare adesso parliamo noi”

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Cosa ha detto Giorgia Meloni alla Cop29 di Baku – #1020

|

L’agricoltura può contrastare lo spopolamento delle aree interne?

|

Sarotto Group: muri di riso, case a km0 e lotta al consumo di suolo

|

L’attivista Alham Hmaidan: “Per fermare il genocidio non basta riconoscere lo Stato di Palestina”

|

Rigeneration Green: educazione ambientale e attività fisica in natura per i più piccoli

|

La Brigata, l’associazione che lotta per la solidarietà e la dignità di chi vive ai margini

|

Aurora boreale, renne e bagni nell’Artico alla scoperta della natura della Svezia settentrionale

|

Abitare collaborativo: cosa significa coltivare il gruppo dei futuri residenti?

string(8) "sardegna"