31 Mag 2024

Ad Agrigento è nato il Parco Rosario Livatino, luogo di memoria e simbolo di lotta alle mafie

Scritto da: Maria Enza Giannetto

Il 17 maggio, in contrada Gasena, ad Agrigento, è stato inaugurata la grande area verde riqualificata dal Conalpa e intitolata al giudice ragazzino che fu ucciso dalla mafia nel 1990 e che tanto si batteva contro i reati ambientali. L'obiettivo è quello di trasformare l'area in un Parco della Memoria e di intitolare ogni pianta che crescerà a una vittima di mafia.

Salva nei preferiti

Agrigento - Il giudice Rosario Livatino, assassinato dalla mafia il 21 settembre 1990 a soli 37 anni e beato dal 2021, era un amante dell’ambiente, della natura e degli alberi. Grande fu il suo impegno contro la mortificazione del territorio. Anche per questo, ad Agrigento, è stato appena inaugurato il Parco Rosario Livatino, proprio lungo la strada statale 640 “La strada degli scrittori”, in contrada Gasena, nel luogo dove fu ucciso.

L’area, di circa 4.500 metri quadri, è stata concessa da Anas per la durata di dieci anni al Co.N.Al.Pa. – Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio, associazione no profit che con l’aiuto di tanti volontari ha già piantato circa 800 arbusti per trasformare l’area in un polmone verde da curare, godere e rendere testimonianza vivente di memoria. A portare avanti l’iniziativa c’è sempre, in prima linea, Mimmo Bruno, presidente della sezione Conalpa di Agrigento e grande ambientalista che con il giudice Livatino collaborò.

Parco Rosario Livatino
I volontari del Conalpa (Mimmo Bruno a destra) piantano gli alberelli nel parco
IL PARCO ROSARIO LIVATINO NASCE DOPO TRE ANNI DALLA BEATIFICAZIONE DEL GIUDICE

A distanza di tre anni dal compimento del processo di beatificazione – il giudice ragazzino, proclamato beato il 9 maggio 2021 è il primo magistrato Beato nella storia della Chiesa cattolica – accanto alla stele a lui dedicata nel luogo dell’assassinio, il parco Rosario Livatino è stato inaugurato il 17 maggio. «Un susseguirsi di impegno e dedizione ci ha portato, dopo circa sedici mesi dalla concessione dell’area da parte di Anas Sicilia, a trasformare quella scarpata arida dell’ultimo viaggio del giovane giudice, in un percorso naturalistico con centinaia di piante piccole e grandi», dice Mimmo Bruno.

«La lapide – continua – posta sul grosso masso di pietra calcarea dove è stato assassinato il giovane magistrato si trovava in un percorso accidentato, brullo, pieno di canne, detriti e rifiuti che è ora stato trasformato in un percorso fruibile a tutti. Dobbiamo dire grazie a tutti i benefattori e a chi ama fare memoria e ricordare questo grande giudice ambientalista che ha tanto protetto i nostri boschi agrigentini e la Valle dei Templi di Agrigento dalle continue aggressioni di eco incendiari e abusivi».

L’obiettivo ora è quello di farlo diventare il Parco della Memoria, una meta speciale per scuole e famiglie

«È vero – continua –, è stato necessario oltre un anno di interventi di bonifica e miglioramento per poter inaugurare: l’intera area è stata oggetto di lavori importanti ed è stato realizzato anche un percorso delimitato da staccionate e alberi, sono state collocate alcune panchine, è stato installato impianto di illuminazione alimentato da un impianto fotovoltaico e un sistema di videosorveglianza. Ora saranno necessari ulteriore impegno e ulteriori aiuti per il completamento di alcune strutture che saranno a corredo e rifinimento del parco, ma il Parco ora c’è ed è come aver acceso una fiamma di speranza per un futuro migliore».

NEL PARCO ROSARIO LIVATINO OGNI PIANTA VERRÀ DEDICATA A UNA VITTIMA DI MAFIA

«Abbiamo piantato 800 piante, tra cui 500 piante della macchia mediterranea donate dalla Questura di Agrigento tramite azienda foreste Agrigento. Le altre sono state comprate dal Conalpa e altre associazione ambientaliste, nonché da parrocchie, università, cittadini e donate da vivai privati come ad esempio le tante Palme. In autunno ne pianteremo un altro centinaio, soprattutto ginestre tipiche del nostro territorio. Ogni nuova pianta che crescerà verrà dedicata a una persona vittima innocente di attentati mafiosi».

parco rosario livatino

«Io credo – continua – che anche questo sia fare memoria e che sia necessario farlo, come dei beni confiscati alla mafia e di chi li tiene colpevolmente abbandonati». Il Parco Rosario Livatino è un importante progetto di legalità, memoria e tutela ambientale. «L’obiettivo ora è quello di farlo diventare il Parco della Memoria una meta speciale per scuole e famiglie e per tutti coloro che intendono onorare il sacrificio di questi eroi affinché possano coltivarne la memoria condividendone gli alti valori etici e sociali che la stele in memoria del giudice Beato, evoca», conclude Bruno.

Il tutto per rispondere alla volontà di coltivare e preservare memoria e di far fede anche all’intento primario del Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio ovvero recuperare aree verdi o realizzarle ex-novo per il bene della collettività, piantando alberi e promuovendo educazione ambientale e cultura del paesaggio.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
A cosa serve l’educazione emotiva?
A cosa serve l’educazione emotiva?

A Campobello di Licata c’è un forno di comunità in cui lavora tutto il paese
A Campobello di Licata c’è un forno di comunità in cui lavora tutto il paese

Buon Natale globale, tra riti solstiziali e consumismo moderno
Buon Natale globale, tra riti solstiziali e consumismo moderno

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Infanzia, adolescenza e povertà educativa – INMR Sardegna #61

|

Ambiente e uccelli da conoscere e tutelare: la missione di ARDEA

|

GrIG: “La speculazione energetica vuol trasformare, ancora una volta, la piana di Cossoine”

|

Civico 25: una pizzeria e un’accademia della pizza per giovani con disabilità

|

Giardino di Marco: attivismo ambientale nel ricordo di un giovane innamorato della natura

|

Vuoi aderire a una comunità energetica? Ecco come fare

|

A cosa serve l’educazione emotiva?

|

Il santuario di Miki Pig: un’oasi di libertà per gli animali e un faro di antispecismo in Sardegna

string(7) "sicilia"