25 Ott 2017

Jean Louis Aillon: i giovani, la salute, l’amore e la decrescita

Scritto da: Daniel Tarozzi
Video realizzato da: ANNALISA DEFILIPPI

Cosa hanno a che fare l’amore e la decrescita? Perché i giovani hanno smesso di sognare? Da quando il futuro è diventato una minaccia? Come si promuove veramente la salute? E quaò è il suo rapporto con la decrescita? Lo abbiamo chiesto a Jean Louis Aillon, medico ed ex Presidente del Movimento per la Decrescita Felice.

Torino - Pubblichiamo l’intervista realizzata nel 2014 a Jean Louis Aillon, giovane medico specializzato in psicoterapia dinamica adleriana, ex Presidente del Movimento per la decrescita felice e autore del saggio “La Decrescita, i giovani e l’utopia. Comprendere le origini del disagio per riappropriarci del nostro futuro”.

“La decrescita è stata la bocca per il mio grido” ci dice citando Giorgio Gaber: quella griglia di significati in cui si sono andati inquadrando frustrazioni, debolezze, e quel senso di inquietudine che caratterizza la vita di molti giovani e giovanissimi dell’epoca contemporanea. Più che una teoria economica o una raccolta di buone pratiche la decrescita sembra essere, nell’esperienza di molti, una chiave di lettura capace di dare significato a tutto il resto.

L’incrocio fra decrescita e medicina appartiene molto al percorso personale di Jean. “Dopo che ho finito medicina sono andato in Africa un anno nonostante tutti mi dicessero ‘ma sei pazzo? Non fai la specializzazione?’ Quando sono tornato ho trovato tutti i miei colleghi che stavano competendo per prendere la specialità in psichiatria, studiavano come dei matti 10 ore al giorno per poi andare ad infarcire le persone di psicofarmaci. Era quello che ci si aspettava anche da me, ma io lì ho capito che non faceva per me. Jung chiama questa capacità ‘l’individuazione’, capire ciò che amiamo fare e che ci rende felici al di là delle mode e degli stimoli esterni. A me quel contesto rendeva infelice, per cui me ne sono andato”.

È iniziata così la scoperta che la salute e la decrescita hanno un rapporto intimo, così come quello fra la società della crescita con la medicina attuale. “La sanità incide per un 10-20% sulla nostra salute; un altro 10% è genetico. Un buon 60-70% è determinato da determinanti sociali, ambientali e culturali.”

Si capisce dunque quanto sia schizofrenico parlare di salute senza parlare di stili di vita, di ambiente ecc. Proprio con queste finalità è nata, poco prima del periodo in cui ci siamo incontri, la rete Sostenibilità e salute (di cui fa parte anche Italia che Cambia) che ha subito approvato la Carta di Bologna.

jean louis aillon giovani amore salute decrescita 1508880752

Vi lasciamo dunque con un secondo video per approfondire queste tematiche. Buona visione!

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Anche Roma sta cambiando grazie ai principi della decrescita felice
Anche Roma sta cambiando grazie ai principi della decrescita felice

Giornata Mondiale della Decrescita: una buona vita per tuttə!
Giornata Mondiale della Decrescita: una buona vita per tuttə!

Demercificare e rilocalizzare: così la decrescita felice può diventare realtà
Demercificare e rilocalizzare: così la decrescita felice può diventare realtà

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Il Ramadan diventa plastic free e senza usa e getta – #699

|

La forma nel legno: la bellezza di creare con le proprie mani

|

L’Oipa: salviamo i mufloni del Giglio dallo “sterminio legalizzato”

|

Il terremoto di Nawrūz, gli aquiloni e le prime lezioni afgane

|

Collettivo Ocra, a Ragusa gli interventi di decoro urbano parlano il linguaggio dell’arte

|

Gli amanti manichini

|

Emergenza idrica in Liguria: la ricerca di possibili soluzioni sistemiche e prolungate

|

Nico Piro: “Dall’Ucraina all’Afghanistan, la storia ci insegna che la guerra non è la soluzione”