25 Ago 2020

La storia di Sara, giovane birraia artigianale con la passione per l’agricoltura

Scritto da: Cristina Diana Bargu

Poco più che ventenne, Sara ha già avviato un suo birrificio nato dall'amore per la Terra, per la coltivazione del luppolo e per i processi di birrificazione. Questa passione le ha consentito di scoprire un mondo incentrato sul saper fare, sulla tradizione, ma anche sulla creatività. Vi raccontiamo la sua storia.

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Sulle pendici del Gran Sasso, nell’antico borgo medievale di Castel del Monte, c’è una giovane ragazza che ha unito l’amore per la sua terra all’interesse nella coltivazione del luppolo, dando vita a un’azienda agricola che si è già distinta fra le Eccellenze Italiane 2020: l’azienda agricola Mappavel’s. La ragazza in questione si chiama Sara Aromatario. Ventunenne, titolare dell’azienda già dai diciannove anni, ci ha raccontato un po’ di com’è nato e cresciuto il suo interesse per il luppolo e il suo progetto.

«Ho aperto l’azienda agricola tre anni fa, quando ancora andavo a scuola – frequentavo il liceo scientifico. Durante la gita del quarto anno eravamo andati a Praga e lì ho visto delle piante di luppolo. Avendo sempre avuto una passione per l’agricoltura mi sono incuriosita e tornata a casa ho messo su le prime quattro piante». Raccolte le prime quattro piante di luppolo, Sara ha contattato il CREA, ente governativo che curava il progetto luppolo.it. «Hanno analizzato le mie piante e mi hanno raccomandato di metterne di più così da poter far parte dei loro campi sperimentali. Quindi, con il loro supporto e monitoraggio, ho messo su settanta piante». Da lì, il passo verso la nascita dell’azienda agricola è stato breve. «Quello che riesco lo faccio io, con l’aiuto di mio padre e del mio fidanzato. Altre cose, invece, le facciamo ancora per conto terzi e anche per la produzione della birra ci appoggiamo a un birrificio di Pescara – comprare un impianto sarebbe costosissimo».

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La coltivazione delle piante necessarie alla produzione della birra e la sperimentazione di nuove ricette, realizzate con grani antichi, ricopre un ruolo centrale nell’attività avviata da Sara. «La prima birra che ho fatto è stata al farro. Poi c’è stata una seconda, al grano di sorrina – un grano antico che cresce solo sopra ai 1300 metri. Castel del Monte si trova a 1346 metri, quindi riusciamo a coltivarlo senza problemi. C’è stata poi una Red Ale, una rossa tradizionale che ho voluto dedicare a una manifestazione importante qui in paese, la Notte delle Streghe, che ogni 17 e 18 agosto rianima le antiche credenze popolari nel centro storico attraverso spettacoli itineranti».

Da un incidente di percorso, infine, è nata anche un’altra attività importante di Mappavel’s: la tintura della lana con il luppolo, che ben intreccia l’innovazione alla tradizione agropastorale presente sul territorio. «Qualche tempo fa abbiamo avuto dei problemi nella procedura di essiccamento del luppolo, che ha reso un lotto non birrificabile. Mi dispiaceva buttarlo, anche se noi destiniamo gli scarti alla zootecnia, e siccome qui ci sono delle ragazze che tingono la lana con dei prodotti vegetali mi sono chiesta se fosse possibile tingere la lana con il luppolo. Il risultato è stato buono: un filato di un color giallo ocra molto particolare».

Negli anni passati Sara e la sua azienda agricola hanno avuto modo di farsi conoscersi e apprezzare in varie fiere e, con l’intenzione di rendere disponibili le proprie birre con più continuità a Mappavel’s, si era perfino pensato di aprire una birreria in centro. L’emergenza sanitaria di quest’anno, tuttavia, ha messo in discussione il progetto e portato all’annullamento delle fiere a cui Sara era solita partecipare. Anche in questo caso la risposta di Sara è stata creativa. «Abbiamo avviato una collaborazione con un’altra azienda agricola di Castel del Monte, specializzata nella trasformazione di salumi e formaggi. Loro propongono dei taglieri, mentre io somministro la birra: sta andando molto bene».

Guardando al futuro, oggi particolarmente difficile da prevedere, Sara procede passo per passo, portando avanti l’attività e studiando Scienze e Tecnologie Agroalimentari presso l’Università di Perugia.

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