11 Gen 2022

«Con “Gianna e i Maducò” insegno l’importanza dei piccoli gesti per il proprio territorio»

Scritto da: Valentina D'Amora

Può un'acciuga insegnare l'educazione civica ai bambini? A Genova sì! "Gianna e i Maducò" è un racconto divertente che vuole trasmettere ai più piccoli l'amore e il rispetto per il proprio quartiere. E a farlo c'è l'acciuga Gianna, che racconta la storia di una coppia di pensionati che hanno proprio bisogno di una lezione di educazione civica.

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Genova - Marta è una ragazza genovese capace di tradurre in immagini tutto quello che vede e osserva quando è fuori casa. Lavora come graphic designer all’officina creativa Visual’Think (ne abbiamo parlato qui) e come illustratrice.

Si definisce una persona silenziosa, una di quelle che “adora far parte del gruppo di quelli che ascoltano”. Le piace ascoltare le persone sull’autobus, al telefono o in coda al supermercato, per scoprire le storie di chi la circonda. A fine giornata, dopo aver immagazzinato grovigli di parole, sguardi e gesti, sente il bisogno di trasformare quello che ha visto sotto forma di racconti illustrati che fanno volutamente sorridere, ma che in realtà sono per lei dei piccoli “sfoghi” quotidiani: alcuni di questi li posta sulla sua pagina Facebook, MV Illustrations.

Recentemente Marta ha pubblicato un libro per bambini “Gianna e i Maducò”, edito da Gemma ViVa Edizioni, un racconto un po’ più lungo che affronta un tema che le sta molto a cuore: il rispetto e l’amore per il proprio quartiere e per la propria città.

Gianna è un’acciuga ed è la voce fuoricampo che racconta dei signori Maducò (dal genovese mâducòu, maleducati), due pensionati che non per cattiveria, ma per ignoranza, sporcano ovunque vadano. Marta ha deciso di disegnarli color rapa proprio perché sono dei tontoloni, “delle vere teste di rapa”, ma l’acciughina riuscirà a far capire a entrambi quali sono le conseguenze delle loro azioni.

“Ogni volta che mi sono trovato al mare o in mezzo alla natura e mi sono imbattuto in qualche carcassa di frigorifero, lavatrice o altri rifiuti abbandonati, cercando di immaginare chi avesse potuto lasciare in giro tutta quella spazzatura, l’identikit che mi si figurava in testa era in tutto e per tutto simile ai signori Maducò. Forse è proprio vero che Gianna ci conosce meglio di quanto noi conosciamo i mari e noi stessi”, si legge sulla prefazione di Simone Morini, scrittore pendolare.

Per i contenuti educativi, il libro è stato patrocinato da Outdoor Portofino, Guardia Costiera Ausiliaria e Cittadini Sostenibili. Abbiamo deciso di parlare con Marta per farci raccontare come esprime la sua vena creativa.

marta banchetto
Marta Villica
Raccontaci, Marta: com’è nata la storia di “Gianna e i Maducò” e a chi si rivolge idealmente?

Solitamente per andare a lavoro mi sposto in autobus e per arrivare alla fermata attraverso parte del mio quartiere. Iniziando dal cancello di casa, mi imbatto ogni mattina in varie cose che mi lasciano perplessa: dal sacchetto della spazzatura abbandonato a 30 metri dal bidone al vicino che lancia le cicche delle sigarette dalla finestra, passando per il tizio che o non pulisce quello che ha fatto il proprio cane o lo raccoglie ma butta il sacchetto pieno sotto una macchina.

Tutte queste persone che sporcano la via abitano lì e non capisco perché si comportino così. Credo che nessuno alla mattina voglia alzarsi dal proprio letto e fare lo slalom tra sacchi della spazzatura e cartacce per raggiungere la cucina.

Come hai deciso di raccontare queste situazioni?

La domanda che mi pongo è questa ed è semplice: perché tieni pulito il tuo appartamento mentre la strada che percorri ogni mattina no? Ecco perché ho voluto illustrare una storia che, in modo ironico, raccontasse quello che vivo ogni giorno. Penso che cambiare le abitudini di un adulto sia molto difficile, mentre se fin da piccolo impari a rispettare il mondo che ti circonda, crescendo lo vedrai come una cosa normale, non come un obbligo che, se violato, ti fa “solo” rischiare una multa. Per questo ho voluto indirizzare la storia ai bambini.

Sono maleducati, incuranti, auto-dipendenti: li definisci delle “vere teste di rapa”. Chi sono nella realtà i protagonisti, i signori Maducò?

Per fortuna i signori Maducò così come descritti non esistono, sono l’insieme delle parti peggiori di persone che ho incontrato.

marta libro
Marta legge “Gianna e i Maducò”
Quanto c’è bisogno, oggi, di “Gianne” che raccontino con ironia storie come quella del tuo libro?

Dal mio punto di vista, per come è ridotto il mio quartiere e in generale il mondo, di Gianne ne servono davvero parecchie.

Sulla tua pagina Facebook pubblichi anche brevi storie illustrate sul tuo quotidiano o su altre situazioni che vivi, come “Sulla linea del 7”: come nascono e con quali obiettivi le realizzi?

Le storie nascono da esperienze quotidiane. Le pubblico principalmente come sfogo, perché ho voglia di raccontare a tutti quello che vedo. In più, scelgo di solito di adottare un tono ironico perché penso che con una risata il messaggio arrivi più facilmente.

Cosa bolle in pentola per il futuro?

L’acciuga Gianna è una viaggiatrice e ha tantissime storie da raccontare e tanta voglia di farle conoscere. Sperando ci siano altre occasioni, intanto ringrazia tutti coloro che l’hanno già ascoltata.

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