20 Ott 2022

Cascina Veja, l’agriturismo dove la cucina contadina ricorda i sapori del passato

Scritto da: Lorena Di Maria

Fare visita a Massimiliano e al suo agriturismo Cascina Veja equivale in qualche modo a intraprendere un viaggio nel tempo: si ritorna a quando le cose avevano il loro sapore e la vita i propri ritmi. Vi parliamo oggi di Cascina Veja, un agriturismo nato quasi vent'anni fa tra le montagne incontaminate della valle Pesio.

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Cuneo - Togliere l’orologio dal polso, mettere in stand-by il computer, spegnere il telefono. Spesso nelle nostre vite dominate dalla convinzione che “il tempo è sempre troppo poco”, piccoli e rivoluzionari gesti come questi possono fare la differenza. Ci sono luoghi poi dove questi gesti, considerati dai più di ordinaria follia, accadono tutti i giorni. Dove le lancette di quell’orologio, per ora chiuso in un cassetto, si spostano all’indietro e ritornano alle origini e a una vita contadina che ha il sapore di passato.

Tra queste c’è Cascina Veja, un agriturismo immerso nella natura della valle Pesio dove si vive all’insegna della lentezza e di un amore incondizionato per la tradizione contadina. A portarla avanti è Massimiliano Gastaldi, che le ha dato vita e che ci racconta la sua storia.

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DA VECCHIO RUDERE A CASCINA CON AGRITURISMO

Vent’anni fa Cascina Veja non era altro che un ammasso di pietre, incastonate una sull’altra a dare forma a un vecchio rudere disabitato. Era il 1998 quando Massimiliano vide in quel rudere una possibilità di rinascita: lo acquistò e iniziarono i lavori di ristrutturazione. L’idea iniziale era trasformarlo in un birrificio agricolo. Poi arrivarono le Olimpiadi del 2006 e la Regione Piemonte offrì dei finanziamenti per la creazione di progetti ricettivi. Intanto i lavori di ristrutturazione proseguivano e l’idea di dare vita a una struttura dedita all’ospitalità diventò sempre più concreta. Detto fatto: nacque Cascina Veja.

«Quando sono arrivato ho avviato i lavori di recupero rispettando il più possibile la morfologia originale della struttura. Ho sistemato il bosco di castagni, i prati intorno e ho iniziato a svolgere lavori agricoli. All’epoca ero un ragazzo molto entusiasta e, come spesso si è in giovane età, anche un po’ incosciente. Mi sono buttato in questo progetto e i miei genitori mi hanno supportato. Così, nel tempo, la cascina è stata completamente ripresa».

PARTIRE DAL CIBO SULLA TAVOLA PER RECUPERARE LE TRADIZIONI DEL PASSATO

Cascina Veja in piemontese significa “Cascina Vecchia”: è questo il nome che Massimiliano ha scelto, per non dimenticare le origini di questo luogo che già nella metà del 1700 era parte integrante del paesaggio montano della valle. Dalle pietre della struttura alla verdura di stagione sulla tavola: qui tutto fa un viaggio nel passato. All’interno del ristorante la cucina è contadina e i suoi sapori vogliono ricordare il pranzo della domenica in campagna dalla nonna.

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«Qui sarà difficile trovare le fragole in inverno o il cavolfiore in estate. La differenza tra un agriturismo biologico e un supermercato sta anche nella reperibilità di soli prodotti di stagione, naturali e a km0. La mia ristorazione è sempre basata sul lavoro nella mia azienda agricola, sempre viva e produttiva».

Nell’orto Massimiliano coltiva pomodori, zucchine e melanzane, ma anche more, lamponi e piccoli frutti che usa freschi o che trasforma in confetture. Si occupa anche della gestione del castagneto, “aiutato” dalle sue pecore di razza delle Langhe, che si occupano di mantenere pulito il sottobosco prima della raccolta. Dal loro latte poi ricava formaggi dopo un’attenta trasformazione nel suo piccolo laboratorio.

«Come cucina sono rimasto fedele alla tradizione e devo ammettere che ho sempre fatto fatica con i vari cuochi che hanno lavorato in agriturismo, a far passare questa filosofia. Oggi siamo abituati a vedere programmi televisivi dove le vecchie ricette vengono rielaborate e rivisitate. Io faccio la cucina che faceva mio nonno quando ero piccolo perchè quelli per me sono i veri piatti della tradizione piemontese».

Io faccio la cucina che faceva mio nonno quando ero piccolo perchè quelli per me sono i veri piatti della tradizione piemontese

UNA VACANZA CONTADINA

«Essendoci solo sei camere, ad oggi a frequentare l’agriturismo sono prevalentemente coppie giovani e adulte; talvolta arrivano anche ospiti da Francia, Svizzera e Germania». Massimiliano nei weekend e nei periodi festivi accoglie turisti e visitatori all’insegna di quella che lui definisce “una vacanza contadina”, all’insegna della qualità e della genuinità. 

Tra le sue stanze è possibile scegliere la vista sul castagneto, dove non è raro scorgere caprioli che brucano in tranquillità; oppure la camera accessibile a portatori di handicap; o ancora stanze in stile rustico, con volte a mattoni o travi in legno a vista. Il tutto è arricchito da passeggiate nei boschi o al fiume, oltre che dai numerosi percorsi bike e itinerari di diversa lunghezza e difficoltà, alla scoperta della Valle Pesio.

RINCARI, SICCITÀ E COVID: LE SFIDE DEL SETTORE ALBERGHIERO

In questi 18 anni di progetto i risultati ottenuti sono tanti. Tante sono però anche le sfide di cui parliamo con Massimiliano, che in questi ultimi anni si è dovuto scontrare con le molte difficoltà che hanno colpito il settore alberghiero e ricettivo, uno dei più massacrati dai lockdown.

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«Le problematiche maggiori che abbiamo dovuto affrontare sono state i lunghi peridi di chiusura: in quel periodo abbiamo perso l’80% del personale che era fisso da anni. Molti dei miei dipendenti hanno iniziato a cercare lavoro in altri settori, non potevano sostenersi con la sola cassa integrazione. Il colpo subito è stato forte e ad oggi il numero di dipendente è rimasto basso. Per questo motivo della sola ristorazione a Cascina Veja ci stiamo occupando sempre meno, mentre stiamo concentrando le energie sull’ospitalità e sulla ristorazione a quest’ultima legata».

Un altro problema di cui parliamo è poi legato alla produzione di castagne: «Quest’anno le castagne sono più piccole a causa della siccità e, in aggiunta, nonostante la crescita esponenziale di molti prodotti alimentari, i prezzi di vendita delle castagne si sono fortemente abbassati. Questa situazione mi ha portato a fare una scelta sofferta e a rinunciare a raccoglierle».

Attuale è poi la difficoltà di sopportare i rincari. «Abbiamo avuto aumenti dappertutto: nel mangime per le pecore, nei cereali, il cui prezzo è cresciuto del 30-40%; nel gasolio agricolo, nell’energia elettrica, nel gas e nelle materie prime. Fortunatamente molti alimenti li autoproduciamo e sappiamo che possiamo contare sulle aziende agricole della zona, con le quali portiamo avanti collaborazioni strette che aiutano a ridurre l’impatto», conclude Massimiliano.

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