1 Dic 2022

Gen C, i giovani changemakers si ritrovano: “È ora di fare loro spazio affinché guidino il cambiamento”

Scritto da: Daniela Bartolini

Decine di giovani innovatori e innovatrici sociali, a loro volta selezionati fra centinaia di altri, si sono ritrovati a Roma per l'evento di Gen C organizzato da Agenzia Nazionale per i Giovani e Ashoka, con la media partnership di Italia Che Cambia. Quella che è venuta fuori è una spinta innovativa che ci conforta e ci consente di lasciare con convinzione e serenità le redini del cambiamento nelle mani degli adulti di domani.

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Roma, Lazio - «La narrazione sui giovani di oggi, sui giornali, in televisione, continua a essere fondamentalmente negativa e questo inibisce il cambiamento di una generazione». Sono queste alcune delle parole con cui Luca Solesin, Senior Change Manager di Ashoka, ha aperto l’evento “Decidere. Scelte che trasformano il nostro  tempo”, tenutosi a Roma il 18 novembre e organizzato da Agenzia Nazionale per i Giovani e Ashoka Italia nell’ambito del progetto Gen C.

Mi trovo in una sala piena di giovani, alcuni ho avuto modo di conoscerli nell’attesa che l’incontro iniziasse; tra loro venticinque giovani changemaker tra i 13 e 24 anni e altrettanti mentor di età compresa fra i 25 e 35 anni, selezionati con il coinvolgimento di oltre 50 partner, tra cui Italia che Cambia. Sono giovani al servizio della comunità, capaci di iniziative che possono  “trasformare  i  nostri  tempi”.

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C’è chi si è attivato per essere un punto di riferimento  per l’informazione di qualità sui social per GenZ e Millennials, chi ripensa le modalità  di coinvolgimento giovanile nella vita pubblica, chi usa la tecnologia per dare dignità all’arte di strada o per ottimizzare le risorse idriche e contrastare il cambiamento climatico e chi si sta impegnando per combattere la violenza di genere. Giovani innovatori e giovani innovatrici che si stanno impegnando per migliorare la società e che sono qui per essere premiati, ma soprattutto per costruire insieme, anche a noi partner, una grande rete.

Una grande festa in cui tutto è pensato per creare momenti di incontro, scambio e conoscenza, informali e strutturati attraverso tavoli di lavoro. «Mettendoci in rete rischiamo di fare cultura», dice Luca Solesin. E mentre sul palco si alternano ospiti d’ispirazione come Massimo Vallati, fondatore di Calciosociale a Corviale e Davide Mazzanti, allenatore di pallavolo italiano e  commissario tecnico della nazionale italiana femminile, si indaga il tema delle nostre scelte e decisioni. 

Le storie dei giovani che abbiamo conosciuto attraverso Gen C ci fanno comprendere l’importanza di farci da parte affinché le giovani generazioni abbiano la possibilità di guidare i processi di cambiamento positivo

È la direttrice dell’Agenzia Nazionale per i Giovani a ricordare come l’informazione, influenzi le nostre decisioni, quanto ci sia bisogno di raccontare storie ordinarie di cambiamento positivo; la storia di chi silenziosamente sta costruendo un nuovo modo di vivere e agire, diremmo noi di Italia che Cambia. Ne abbiamo bisogno tutti e ancora di più i giovani cresciuti in un mondo in cui la narrazione mainstream sembra ostinarsi a raccontare prevalentemente il superfluo e ciò che è poco utile alla loro vita. Così come abbiamo bisogno di una narrazione diversa sulle giovani generazioni.

Un altro ingrediente essenziale, come emerge dal dibattito, è la fiducia, perché la fiducia sblocca la creatività. Fiducia da parte del mondo adulto, fiducia da coltivare in sé stessi perché, come dice Federico Mento, Direttore di Ashoka Italia, «scegliere è trovarsi di fronte al futuro che non si vede», e per scommettere sul futuro c’è bisogno di avere fiducia in ciò che si sente nel presente.

Il progetto Gen C, nato nel 2021 da una partnership tra l’Agenzia Nazionale per i Giovani e Ashoka Italia con l’obiettivo di promuovere la partecipazione attiva dei giovani e favorire il loro accesso alle opportunità, coglie proprio questi elementi. Dopo la prima edizione, la seconda fase del progetto rafforza l’impegno per realizzare azioni concrete a livello nazionale e internazionale e per promuovere una cooperazione intergenerazionale tra giovani europei. E ancora oltre, Gen C intende, creare un ecosistema di supporto alle iniziative giovanili e aprire spazi di confronto  politico per permettere l’ascolto delle istanze giovanili all’interno delle istituzioni.

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«Gen C sta permettendo a tanti giovani di confrontarsi, di fare rete e di unirsi in una grande comunità di changemakers. Stiamo dando voce a una generazione di ragazze e ragazzi che si impegnano attivamente per realizzare cambiamenti sociali e che assumono decisioni in grado di generare impatti positivi sulle comunità di appartenenza», prosegue Lucia Abbinante, Direttrice Generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani. 

Grazie a Gen C, che riunisce oltre 50 partner tra soggetti privati, pubblici, mondo della cooperazione, si è creata un’alleanza sistemica, un’alleanza «con l’obiettivo di rendere visibile il ruolo delle nuove generazioni, uscendo dai tradizionali stereotipi e dimostrando che esiste un protagonismo giovanile diffuso», spiega Federico Mento. «Le storie dei giovani che abbiamo conosciuto attraverso Gen C ci fanno comprendere l’importanza di farci da parte affinché le giovani generazioni abbiano la possibilità di guidare i processi di cambiamento positivo nella società in una prospettiva intergenerazionale».

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