21 Feb 2023

Truffle Market, l’app creata da tre giovani per sostenere il mondo del tartufo

Scritto da: Redazione

Un'app per sostenere il mondo del tartufo, prezioso presidio di biodiversità ed eccellenza di diversi territori italiani oggi sotto attacco. Quella di Truffle Market è la prima di una serie di iniziative di imprenditoria etica raccontate sulle nostre pagine da MAG2, che ha avuto anche un ruolo decisivo nella loro realizzazione.

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Milano, Lombardia - Tutelare l’ambiente e rendere virtuosa la filiera di un alimento prelibato, il tartufo. Questo è l’intento che ha spinto Enad Germani, insieme agli amici Nazareno Camia e Keivan Motavalli, a fondare Oak Innovations, start up che sfrutta la tecnologia per migliorare il mondo del tartufo. Un desiderio con radici profonde per il ventisettenne laureato in informatica, nato a Milano, ma di origine astigiana. Un legame con il territorio degli avi mai sradicato, tanto da seguire le orme di bisnonno, nonno e padre: errare per la natura con il fidato cane alla ricerca di tartufi.

A mutare la vita giunge il Covid, che blocca Enad a Milano e lo costringe a cercare nuovi stimoli. Con Nazareno e Keivan si “arruolano” nella Brigata Lena-Modotti dove creano un centralino per semplificare il lavoro dei volontari nella gestione delle migliaia di richieste di pacchi alimentari da distribuire ai bisognosi durante il lockdown. Un’esperienza appagante emotivamente e determinante per il futuro di Enad e soci. Qui nasce l’idea di creare un’app per risolvere i problemi del mondo del tartufo, a cominciare dalla questione ambientale.

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Il cambiamento climatico sta danneggiando gli ecosistemi boschivi, indebolendo i miceli e desertificando il paese. La preoccupazione non è tanto per la possibile perdita della delizia nei piatti, ma piuttosto per l’equilibrio dell’intero ecosistema. «Il micelio – racconta Enad – è essenziale per il nutrimento e la salute delle piante perché rappresenta la connessione tra alberi e sottobosco, garantendo nutrimento a insetti, piccoli animali e altre forme di vita». Di fatto, la scomparsa dei funghi potrebbe generare il rapido decadimento dei boschi con le conseguenze che ne derivano, come il degrado del suolo e l’alterazione del ciclo idrico, col rischio di smottamenti e alluvioni, o l’azzeramento della cattura dell’anidride carbonica e degli inquinanti atmosferici.

Una questione non esente dall’altro problema storico della filiera del tartufo: l’assenza di tracciabilità. La mancanza dell’obbligo di origine del prodotto ha alimentato il commercio di tartufo estero venduto come italiano, con conseguenze molteplici. All’inganno dei consumatori si aggiunge un possibile peggioramento della qualità dovuto alla minore freschezza dei tartufi – dalla raccolta al consumo non dovrebbero passare più di dieci giorni – provenienti da Cina, Iran, Afghanistan, Turchia, Albania, oltre che da altri paesi europei.

I danni maggiori però sono economici e ambientali: «Nei paesi stranieri non c’è tradizione per la tutela del territorio e spesso vengono usate pratiche estrattive distruttive, come quelle con zappa o trattori, che rompono il legame tra micorriza e la radice e provocano la distruzione della stessa micorriza incapace di produrre per almeno due decenni», spiegano i tre amici. L’effetto dei metodi di raccolta dannosi si ripercuote sulle quotazioni, con la maggiore quantità di prodotto ad abbassare i prezzi a scapito dei tartufai che effettuano la cavatura in modo sostenibile.

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«È come comprare un Chianti e ricevere vino spagnolo: potrà anche essere buono, ma il consumatore ha il diritto di sapere cosa beve. E poi la questione non è guadagnare di più, ma creare opportunità lavorative per giovani nelle aree rurali. Perché il mestiere del tartufaio può contribuire allo sviluppo economico sostenibile dei territori, dando lavoro preservando nel contempo la natura».

Identificate le problematiche non rimane che trovare le soluzioni. I tre giovani si adoperano per lo sviluppo dell’app Truffle Market, avendo da subito l’appoggio dell’Associazione Nazionale Tartufai, garante del progetto e certificatore dell’origine italiana dei tartufi e della serietà dei cavatori abilitati alla vendita sull’app stessa, tutti appartenenti all’associazione. Un supporto che, di fatto, risolve molti dei problemi rilevati, a cominciare dalla tracciabilità, con ogni tartufo in vendita a riportare foto e nome del cavatore, la località e la data di estrazione del tartufo in vendita, il peso e la specie, nonché il prezzo totale e in grammi.

Altro beneficio apportato dall’app è di mettere a contatto diretto tartufai e consumatori, siano essi utenti finali o ristoratori, di fatto eliminando gli intermediari lungo la filiera. L’esito è la possibilità di acquistare tartufi dalla provenienza garantita a costi equi. «Le quotazioni dei tartufi sono molto repentine, tanto che nei mesi scorsi la ricompensa per i cavatori è scesa da 2300 a 600 euro al chilo in appena due settimane. Andamento che si riflette sull’offerta dei tartufai presenti nell’app, dove però rimane garantito un consistente risparmio per i consumatori rispetto alla vendita al dettaglio e un maggiore margine per i cavatori, in grado così di rimanere sul territorio a sostegno dell’economia locale».

Il micelio è essenziale per il nutrimento e la salute delle piante perché rappresenta la connessione tra alberi e sottobosco

Pensata come servizio integrato, l’app include un sistema di pagamento e, grazie all’accordo con un corriere, un servizio di spedizione con confezione specifica studiata per conservare la freschezza del prodotto che garantisce la consegna entro 48 ore. Non solo. «Per tutelare i consumatori, il tartufo non può rimanere in vendita sull’app per più di 72 ore, superate le quali viene destinato ai vivai, che ne usano le spore per ravvivare le tartufaie».

In pochi mesi Truffle Market è pronta e non rimane che promuoverla. Enad e soci creano la Oak Innovations e vanno alla ricerca di soldi affidandosi a incubatori e acceleratori di start up, partecipando a bandi, cercando finanziamenti a fondo perduto o bussando direttamente alle banche. L’esito però è scoraggiante, con insuccessi e rifiuti di prestiti che si susseguono, per lo più a causa della mancanza di garanzie familiari.

A ridare speranza è l’incontro, avvenuto nel periodo delle Brigate di Solidarietà, con i responsabili di MAG2, Cooperativa di finanza mutualistica e solidale milanese. L’idea piace, il piano finanziario è davvero carente, però si può rimodellare. «Privi di cultura finanziaria, avere una consulenza qualificata è stato per noi una fortuna, anche se faticosa. Abbiamo impiegato mesi a riformulare l’idea imprenditoriale e a sviluppare un nuovo piano economico sostenibile, fino a quando il progetto ha raggiunto la solidità finanziaria che dato il via libera all’accesso al credito».

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Con i soldi recuperati si avvia la strategia di marketing con risultati al di sopra di quelli attesi. «Nel 2022 i clienti sono cresciuti del 257%, passando da 56 a 199, e i chili di tartufo venduti da 8 a 42, molti dei quali all’estero, tanto da avere effettuato consegne in 41 paesi del mondo», spiegano i promotori. Nel frattempo crescono pure i cavatori registrati sull’app, ora a quota 170 in rappresentanza di 14 regioni della Penisola. Numero destinato a crescere, così come le opzioni offerte dall’app.

«Stiamo realizzando un sito dedicato e una piattaforma riservata ai ristoratori, ma pure nuove strategie per attrarre gli investitori», concludono i tre creatori di Truffle Market. «I piani prevedono un bilancio in attivo nel 2025 e, con il nostro, anche quello di molti cavatori finalmente in grado di rimanere nei propri territori a lavorare con profitto in armonia con l’ecosistema».

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