3 Apr 2023

Sea Shepherd, con Operazione Siracusa la popolazione della cernia è cresciuta del 500%

Dal 2014 Sea Shepherd con Operazione Siracusa tutela le coste dell’area marina protetta del Plemmirio da pesca illegale e bracconaggio. Il monitoraggio costante durante tutto l’anno di volontari locali e non ha permesso alla popolazione della Cernia Bruna di crescere del 500%, oltre a consentire un aumento della popolazione ittica in genere e delle dimensioni dei pesci.

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Siracusa - «Oggi il mare è grigio, ricordo che quando per la prima volta lo guardai era così ricco e bello che non serviva nemmeno la maschera per scoprirne la vita sottomarina, bastava guardare attraverso il suo blu turchese». Un grido d’allarme lanciato anni fa da Enzo Maiorca, famoso apneista italiano più volte detentore del record mondiale di immersione in apnea, in merito allo stato di salute del suo mare, quello che lambisce Siracusa e l’area marina protetta del Plemmirio.

14 chilometri di costa caratterizzata dalla cosiddetta “trottoir a vermeti”, una biostruttura che ricorda la barriera corallina, circa 2.500 ettari di territorio siracusano, in passato importante crocevia commerciale per Greci, Romani e Cartaginesi che dal 2004 è area marina protetta. Le attività di pesca illegale e di bracconaggio hanno portato la Cernia Bruna, i ricci di mare e innumerevoli altre specie sull’orlo dell’estinzione

Questo scrigno di bellezza e biodiversità oggi è particolarmente protetto grazie a Operazione Siracusa, la prima campagna italiana di Sea Shepherd, organizzazione mondiale in difesa del mare. Nel 2014 a lanciare la speciale campagna di protezione del mare del Plemmirio furono Enzo Maiorca e la figlia Patrizia, insieme ai più grandi campioni mondiali della storia dell’apnea. «Diamo al mare il rispetto che si merita, applichiamo le leggi esistenti»; «mai più uccisioni nelle baie, fermiamo il massacro adesso!» furono alcuni dei messaggi forti evocati all’epoca e che, a distanza di anni, hanno avuto un ritorno anche nell’area del Plemmirio. 

plemmirio

«In questi anni abbiamo fermato numerosi bracconieri, sono diminuite le attività di pesca illegale nell’area grazie ai pattugliamenti diurni e notturni con cui noi volontari riusciamo a coprire la costa, alle sanzioni introdotte e alle poche licenze che vengono rilasciate. Oggi la campagna è più strutturata ed è sempre attiva, riusciamo a coprire l’intero anno grazie anche ai numerosi volontari provenienti da ogni parte d’Europa», racconta Alba, volontaria sarda di Sea Shepherd dal 2014, impegnata in campo con Operazione Siracusa. Ormai veterana, è solita accogliere i nuovi arrivati sull’isola e gestire le squadre nelle operazioni di pattugliamento e di organizzazione. 

La maggior parte di loro è inesperta e nonostante la passione che li anima pensa di non riuscire a reggere giornate intense e faticose, senza tempo libero, in pattugliamento perenne. Eppure a fine esperienza hanno voglia di tornare e di contribuire con il proprio tempo alla tutela e alla salvaguardia del nostro mare. «La terra divide ma il mare unisce tutti. I nostri occhi vigili continueranno a essere di guardia per la protezione marina fino a quando il numero di crimini sarà pari a zero», diceva Enzo Maiorca.

Mi piacerebbe lasciare loro un mondo migliore e mi fa stare male l’idea di non riuscirci

Una profezia in parte avverata grazie anche al crescente numero di volontari locali e non che si sono uniti grazie a Operazione Siracusa. L’azione diretta di Sea Shepherd in questi anni di attività infatti ha preservato la vita marina con l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e il sempre maggiore coinvolgimento della popolazione che ha compreso l’importanza della tutela dei mari.

«Cerchiamo di includere i volontari del territorio in altre attività diverse dal pattugliamento perché per loro può essere pericoloso e se all’inizio non siamo stati accolti benissimo è perché ci consideravano “estranei”, venuti da fuori a contrastare azioni da sempre fatte e per questo considerate normali; ma oggi posso dire che è aumentata la consapevolezza dell’importanza della nostra campagna. Sono in tanti ad aiutarci nelle segnalazioni e nelle chiamate alle forze dell’ordine», continua Alba.

In nove anni di Operazione Siracusa la popolazione della Cernia Bruna, che nel 2014 era in via d’estinzione nonostante fosse un sito di riproduzione, è cresciuta del 500%. Un effetto eccezionale definito dai biologi dell’area marina come effetto Sea Shepherd. Senza la campagna sarebbe stato difficile raggiungere questi numeri in tempi così brevi. È aumentata la popolazione ittica in genere e la dimensione dei pesci che si dimostrano anche più “rilassati” e non fuggono al contatto con i sub durante le immersioni.

siracusa

«Risultati importanti dovuti al contrasto della pesca illegale e dell’uso delle reti a strascico. Purtroppo non riusciamo ancora a contrastare l’attività di pesca di gruppi illegali ben organizzati che agiscono tranquillamente anche durante il giorno perché sanno che difficilmente saranno puniti. Operazione Siracusa è una campagna di terra, non siamo ancora in grado di agire in tempi brevi. Conoscono i tempi di reazione della Guardia Costiera, della Polizia e i nostri», spiega Alba.

«Agiscono in fretta anche perché sanno dove nascondersi, conoscono bene il territorio. Non è impossibile fermarli, ma è difficile. Il Plemmirio è un posto magico, ai volontari che arrivano, se abbiamo tempo e possibilità, consiglio di fare immersioni, è bello vedere cosa stai difendendo da dentro. Una zona piuttosto selvatica con fondali stupendi che grazie a Sea Shepherd vivono meglio». 

Sono in tanti a ritagliare un po’ di tempo dalle proprie attività per dedicarlo agli altri, alla salvaguardia del nostro ambiente. Nelle giovani generazioni questo senso di responsabilità e rispetto verso gli altri è per fortuna più forte che mai, sono loro infatti ad agire principalmente per sopperire a tutte quelle mancanze causate da chi ci ha preceduto totalmente incosciente e non curante dei danni causati.

Alba e tutti gli altri volontari sono scesi in campo da tempo per mitigare gli effetti di scellerate scelte prive di buon senso. «Io viaggio molto per motivi di lavoro, ma sono attivista da sempre. Sea Shepherd mi ha dato la possibilità di agire senza chiedermi una continuità. Potrei unirmi a campagne ovunque, l’associazione copre tutto il territorio mondiale, ma sono italiana e voglio difendere il Mediterraneo, il mare più sovrasfruttato al mondo».

«Grazie a Sea Shepherd ho iniziato con azioni dirette. Da isolana ho un profondo amore per il mare, per la mia terra, ma soprattutto per la salvaguardia delle generazioni future. Mi piacerebbe lasciare loro un mondo migliore e mi fa stare male l’idea di non riuscirci», conclude Alba.

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