23 Gen 2024

Favorire la partecipazione attiva per risollevare le aree interne e montane

La Missione Favorire partecipazione attiva della Fondazione Compagnia di San Paolo ha avviato una programmazione specifica per le aree interne e montane. Quali metodi di progettazione delle linee di intervento? Quali effetti sulla partecipazione attiva? Ecco una panoramica sulle varie iniziative finalizzate a rivitalizzare questi territori considerati marginali.

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Nel documento programmatico 2020-2024 la Fondazione Compagnia di San Paolo illustra alcune “attenzioni sistematiche” comuni ai tre Obiettivi e alle 14 Missioni che compongono la struttura organizzativa dell’ente. Una di queste, definita “geografie”, riguarda la volontà di promuovere uno sviluppo territoriale attento alle condizioni di perifericità e marginalizzazione, con la convinzione che le disuguaglianze territoriali tra centri, periferie, aree interne e montane non siano ineluttabili e possano essere riequilibrate. Questo contributo intende condividere il metodo di lavoro utilizzato dalla Missione Favorire partecipazione attiva per tradurre l’attenzione alle “geografie” nel proprio ambito di intervento: la partecipazione civica, culturale, democratica e giovanile.

Il punto di partenza della nuova programmazione sensibile alle “geografie” è stata un’analisi della distribuzione geografica delle erogazioni, da cui è emersa un’elevata concentrazione di enti beneficiari di contributi in aree urbane. Le aree interne e montane dunque, caratterizzate da decrescita demografica, carenza di servizi essenziali e di lavoro, erano le aree che accedevano meno alle opportunità, nonostante un’evidente necessità di supporto.

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L’analisi è proseguita ricercando le motivazioni di tale disomogeneità territoriale. In sintesi, sono state identificate due tipologie di barriere: da parte delle aree interne e montane si è rilevata una carenza di competenze di progettazione e di risorse per attivarle, da parte della Fondazione si è constatata una conoscenza più approfondita di esigenze e dinamiche urbane e dunque, seppur involontariamente, una loro maggiore influenza nella definizione delle linee di intervento.

Nell’ambito della Missione Favorire partecipazione attiva, questo gap di conoscenza è stato colmato con l’affiancamento di una consulenza esperta sul tema, attraverso lo scouting di pratiche riconducibili ai propri ambiti tematici nelle aree interne e montane, lo studio della letteratura scientifica e l’analisi delle politiche pubbliche dedicate alle aree interne e montane, con l’intento di individuare possibili piste di lavoro per sostenere processi di partecipazione attiva, puntando alla complementarità tra l’azione pubblica e l’azione filantropica.

Questi diversi livelli di analisi e di studio hanno avuto due esiti nella programmazione della Missione Partecipazione. Il primo esito, più scontato, è il disegno di alcune linee di intervento dedicate esclusivamente alle aree interne e montane. Il secondo esito, meno usuale, è un lavoro costante e continuo per fare in modo che tutte le linee di intervento della Missione siano accessibili per tutti i possibili enti beneficiari.

Già alla fine del secondo anno di operatività si rileva un aumento della partecipazione di aree interne e montane

Il programma SPACE, il bando Sparkz – Giovani che attivano, le Linee guida per pratiche collaborative, le Linee guida per festival partecipativi, le Linee guida per il sostegno a scuole di politica, aperte a tutti i territori di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, sono disegnate con un vocabolario, criteri di ammissibilità e di valutazione coerenti e rispettosi delle diverse specificità territoriali. Favorire la partecipazione attiva sui territori vuol dire anche favorire l’accessibilità delle linee di intervento, facendo attenzione a non costruire barriere per le aree interne e montane, dando loro le stesse opportunità delle aree urbane. 

Il filone di lavoro destinato a favorire la partecipazione attiva specificamente nelle aree interne e montane è dedicato all’imprenditorialità giovanile e al capacity building delle competenze progettuali relative alla partecipazione attiva, due ambiti in cui le aree interne e montane apparivano meno “attrezzate” delle aree urbane

Insieme alla Missione Accelerare l’innovazione, si è capito che il sostegno all’imprenditorialità giovanile in queste aree deve essere molto personalizzato, “sartoriale”, e deve stringere i nodi tra il progetto di vita e di impresa dei giovani e il progetto più alto di sviluppo territorio con il coinvolgimento delle comunità locali. Per questo è stato sostenuto il Progetto Appennino in collaborazione con la Fondazione Edoardo Garrone.

san paolo aree interne

Inoltre, si deve tenere conto di condizioni di contesto che aumentano il rischio di impresa o rendono molto complesso l’avvio di una avventura imprenditoriale, come ad esempio la frammentazione fondiaria, l’inaccessibilità del patrimonio immobiliare, l’assenza di servizi di incoming insediativo per persone e imprese. Attraverso processi partecipativi è però possibile generare condizioni di contesto abilitanti per l’imprenditoria giovanile. A breve una linea di intervento dedicata alle Alpi permetterà di lavorare proprio su questa intuizione. 

Le attività di capacity building hanno preso avvio alla fine del 2022 e proseguiranno anche nel 2024. La Winter School sulla progettazione partecipata di politiche di sviluppo locale, tra il 2022 e l’inizio del 2023, è entrata nel merito delle diverse politiche pubbliche dedicate alle aree interne e montane, fornendo competenze tecniche sulle politiche e competenze metodologiche per poter avviare processi di co-progettazione aperti alle comunità locali, attenti alle voci di tutti e tutte.

Le cinque aree interne di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta beneficiarie della Strategie Nazionale per le Aree Interne nel periodo 2021-2027, in accordo con le Regioni, a seguito della formazione hanno ricevuto un grant per poter immediatamente avviare dei percorsi di progettazione partecipata della strategia di sviluppo. La complementarità dell’azione pubblica e dell’azione filantropica ha potenziato gli effetti dei rispettivi interventi

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Già alla fine del secondo anno di operatività si rileva un aumento della partecipazione di aree interne e montane a tutte le linee di intervento proposte dalla Missione: aumenta la percentuale di candidature sia di enti locali che del terzo settore, la qualità progettuale e il numero dei beneficiari dei contributi. Si osservano anche alcune tendenze evolutive dei processi di partecipazione sostenuti. La maggior parte delle pratiche di partecipazione proposte e sostenute non sono episodiche e a sé stanti, ma sono parte di processi di sviluppo territoriale con visioni e intenzioni di lungo periodo.

A volte sono gli enti locali i principali promotori di tali visioni e intenzioni, a volte sono gli enti del terzo settore, ma in entrambi i casi si osserva un’importante cooperazione tra le due parti. Un’altra tendenza osservata riguarda l’intergenerazionalità delle pratiche partecipative in aree interne e montane, probabilmente facilitata dalla bassa densità demografica. Infine, si nota una tendenza dei soggetti che sono attivatori di partecipazione di lunga data a sostenere la nascita e la crescita di altri soggetti promotori di partecipazione attiva sul proprio territorio, badando più al mantenimento di energie vitali nei luoghi che alla competizione tra enti. L’attenzione alle disuguaglianze territoriali inizia a dispiegare nuove, preziose geografie umane.

Questo articolo fa parte di una serie di approfondimenti frutto della collaborazione fra Hangar Piemonte e Italia Che Cambia che ha lo scopo di raccontare la trasformazione culturale che stanno mettendo in atto persone, organizzazioni e intere comunità intorno a noi.

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