7 Mag 2024

Lentamente, la cooperativa che promuove integrazione sociale attraverso un’agricoltura biologica

La Cooperativa Agricola Lentamente nasce dal desiderio di Donato De Marco di ritornare alla propria terra d'origine, nel Sannio beneventano, mettendo la sua esperienza nell'ambito dell'agricoltura sociale a disposizione del territorio e coinvolgendo nel progetto un gruppo di amici che condividevano i suoi stessi ideali. Da dieci anni Lentamente si impegna a costruire, attraverso il lavoro agricolo, comunità solide e coese e a creare nuove opportunità per persone provenienti da contesti di svantaggio.

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Benevento, Campania - E se le aree rurali smettessero di essere considerate luoghi da cui emigrare e diventassero destinazioni in cui fermarsi? E se la terra fosse trattata non come una risorsa da sfruttare per profitto, ma come catalizzatore per la costruzione di comunità solide e coese? E se i prodotti di questa terra potessero offrire non solo beni agricoli, ma anche nuove opportunità, vie per il riscatto sociale e agenti di cambiamento? La Cooperativa Lentamente è nata proprio perché mossa da questi desideri e da anni lavora per trasformarli in realtà.

LA NASCITA E GLI OBIETTIVI DI LENTAMENTE

Era il 2013 e Donato De Marco, dopo aver trascorso dieci anni lavorando nell’ambito dell’agricoltura sociale nel Lazio, decise di ritornare nel Sannio beneventano per mettere la sua esperienza a disposizione della sua terra d’origine e delle persone che la abitano. Fondò così la Cooperativa Agricola Lentamente, coinvolgendo un gruppo di amici appassionati di agricoltura e sensibili a tematiche sociali ed ambientali, che insieme ottennero la gestione di alcuni terreni pubblici, con l’obiettivo di recuperarli e di restituirli alla comunità.

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Nel corso degli anni la cooperativa ha subito molte trasformazioni: alcuni membri se ne sono andati e ne sono arrivati di nuovi, ma quello che è rimasto uguale è la volontà comune di restituire valore alla terra, allontanandosi dalle pratiche di sfruttamento ambientale e umano che caratterizza le produzioni agricole industriali.

UN’AGRICOLTURA BIOLOGICA E SOSTENIBILE

La Cooperativa Lentamente pratica un’agricoltura biologica, seguendo principi e pratiche alternative rispetto a quelle delle grandi produzioni industriali, opponendosi a un modello agricolo basato sullo sfruttamento del suolo e dei lavoratori. Il concetto di “sostenibilità” per Lentamente abbraccia le sfere ambientale, economica e sociale e implica l’impegno a lavorare la terra nel massimo rispetto degli equilibri naturali, garantendo allo stesso tempo una remunerazione sufficiente ad assicurare una vita dignitosa a soci e lavoratori.

Per noi, fare agricoltura sociale significa provare a trasformare il destino delle persone

La volontà di utilizzare le pratiche agricole come strumento di inclusione sociale ha portato i soci di Lentamente a fondare il Consorzio Sale della Terra, che si occupa di economia civile, agricoltura coesiva e attività sociali, e un’associazione, Gramigna ODV, che lavora con progetti europei. «Così facendo abbiamo potuto diversificare le nostre attività in un modo che non sarebbe stato possibile alla sola azienda agricola», ha spiegato Donato.  

AGRICOLTURA E SOLIDARIETÀ

Da un lato dunque vi è la produzione agricola di grani – di cui sono state recuperate antiche varietà autoctone –, legumi, miele, vino e olive; dall’altro, il Consorzio Sale della Terra porta avanti azioni che mirano all’inclusione sociale e lavorativa di persone provenienti da contesti svantaggiati. «Quest’anno abbiamo organizzato un corso di potatura degli ulivi per migranti provenienti da situazioni di sfruttamento, con l’obiettivo di formarli e inserirli legalmente nel mondo del lavoro».

I progetti portati avanti sono tanti e diversificati, ma tutti mirano a dare la possibilità a chiunque provenga da situazioni di svantaggio economico, famigliare o personale, di costruirsi un futuro migliore. «I progetti coinvolgono persone con disabilità, tossicodipendenze o provenienti da background carcerario in percorsi formativi e di inserimento lavorativo nell’ambito delle attività agricole. Per noi fare agricoltura sociale significa provare a trasformare il destino delle persone».

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I progetti europei di cui si occupa Gramigna invece mirano a offrire ai giovani provenienti dalle aree rurali del beneventano l’opportunità di confrontarsi con coetanei di altri paesi europei, arricchendo il loro bagaglio culturale e stimolando il dinamismo all’interno della comunità, perché un’area rurale non deve necessariamente essere marginale.

GLI ORTI URBANI DI BENEVENTO

Attraverso l’iniziativa Buon Orto fa Buon Sangue, promossa da Gramigna insieme a Frates Torrecuso e CAAT, sono stati realizzati dei piccoli orti urbani nella città di Benevento. Questi orti sono stati creati su terreni messi a disposizione dalla ASL Bn1 e successivamente assegnati a cittadini e associazioni.

«Per noi l’agricoltura va oltre la produzione di beni agricoli; è uno strumento che può creare emancipazione, integrazione e coesione sociale. Con Lentamente ci impegniamo soprattutto a creare una comunità rurale solidale e consapevole. Oggi circa trenta famiglie si sono riavvicinate alla terra coltivando il proprio orto a Benevento, tra le mura cittadine. L’orto diventa così anche un luogo di socialità e di scambio di buone pratiche, uno spazio dove allenare la solidarietà».

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IL SOGNATORI DI LENTAMENTE

“Lentamente” perché Donato e i soci della cooperativa sanno che lenti sono i processi di cambiamento. “Lentamente”, perché i ritmi frenetici delle produzioni industriali sono dannose per l’ambiente e per gli esseri umani. “Lentamente” perché inevitabilmente lenti sono i tempi della natura. L’azione dei sognatori di Lentamente, che ha avuto inizio con un “tornare indietro” – ritornando alla propria terra d’origine, oltre che recuperando le pratiche agricole – è tutta rivolta al futuro, un futuro che Lentamente sta costruendo nel rispetto dell’ambiente e degli esseri umani.  

«Da parte mia non vedo altre strade possibili. Stare a contatto con la terra e guardare da vicino gli effetti del cambiamento climatico e avere modo di osservare le contraddizioni economiche e politiche che stanno dietro alla produzione agricola apre gli occhi su molte cose. Sicuramente il mio non è un “buon lavoro” se lo si giudica secondo criteri comuni, come il guadagnare bene e condurre una vita comoda. Comporta una fatica immane e i risultati non sempre sono quelli che ci si aspettava. Ma ogni giorno, noi creiamo vita e questa è sicuramente una spinta molto forte per continuare in quello che facciamo», ha concluso Donato.

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