11 Mar 2016

Il mercato di piazza finisce online: così Loonity promuove il consumo locale

Scritto da: Veronica Tarozzi

L'ideatore di Loonity ci parla della piattaforma che dà una mano ai singoli consumatori, ai Gruppi d'Acquisto Solidale e ai produttori, naturalmente nel rispetto delle persone e dell'ambiente.

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Operativa da quasi un anno, Loonity è la nuova piattaforma online che mette in rete le dinamiche del “mercato di piazza”. Il team è formato da un gruppo di persone innamorate del consumo locale e consapevole, delle relazioni personali vere, che ha fatto della propria passione un lavoro. Per saperne di più di questo progetto, abbiamo intervistato l’ideatore di Loonity Claudio Ghiringhelli.

 

Da dove nasce l’ispirazione per Loonity?
Per poterti spiegare da dove abbiamo tratto ispirazione, il mio socio Alessandro ed io, ho bisogno di fare una digressione sul piano personale.

 

Mi sono laureato in economia all’Università di San Gallo, nella località omonima della Svizzera tedesca. All’interno di quest’ Università, già dai primi giorni ti veniva detto che il numero di studenti iscritti alla facoltà di economia era tot ed il semestre successivo saremmo stati meno della metà. Era un luogo in cui per riuscire non ti veniva richiesto né di essere particolarmente brillante, né particolarmente intelligente: dovevi semplicemente studiare dalla mattina alla sera e spegnere il cervello (perché se lasciavi il cervello acceso diventavi un pazzo per le castronerie che cercavano di infilarti dentro!). Quindi in questo modo diventavi una bestia della concorrenza spietata. Per darti una vaga idea di che posto fosse, ti potrei ad esempio raccontare che non c’erano studenti che ti passavano appunti o riassunti, perché avevano paura che con il loro aiuto saresti potuto entrare nella fascia del 30% di studenti più alti in graduatoria e quindi loro avrebbero avuto meno chances di passare. Cose da matti!

 

Poi ho avuto modo di entrare nel mondo reale dell’economia ed ho visto che più vai in alto e più arrivi a dei livelli paradossali ed assurdi dove la stessa vita umana non conta assolutamente nulla. Per nove anni ho fatto l’imprenditore: con un socio austriaco avevamo una ditta che si occupava di logistica globale per l’industria automobilistica e petrolchimica. Nel 2012 ho cominciato ad avere la netta sensazione che il lavoro che facevo mi faceva sempre più schifo e lo facevo solo ed esclusivamente per i soldi.

 

Nella mia esperienza di logistica in giro per il mondo, ciò che per me era insopportabile era l’assoluta mancanza di rispetto di tutti e di tutto: degli uomini, dei popoli, del tempo, delle risorse. Alla base di tutto questo c’era quel concetto di concorrenza che stimola e rafforza il sistema capitalistico che ho studiato direttamente a quell’università svizzera che è considerata la migliore facoltà di economia in lingua tedesca, di cui ti parlavo poco fa. Ma io non volevo più investire la mia energia nell’ottimizzazione di un sistema che andava in una direzione completamente diversa da quella in cui volevo andare. Quindi ho deciso vendere l’azienda e solo dopo mi sono chiesto: “ E mo’, che cavolo faccio?”

 

Nonostante avessi impegnato buona parte del mio tempo in una causa in cui non mi riconoscevo però, negli ultimi anni c’era anche qualcosa che aveva migliorato drasticamente la qualità della mia vita e si chiamava “ConProBio” : una cooperativa di consumatori e produttori del biologico organizzata in gruppi di acquisto, presenti sul territorio della Svizzera italiana, dove risiedo. Loonity  è stata ispirata appunto da questa esperienza in ConProBio, in cui mia moglie ed io siamo stati “capigruppo” per 6 anni.

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In Loonity abbiamo cercato di far tesoro di questa preziosa esperienza, creando qualcosa di molto simile ed allo stesso tempo più efficace. Come prima cosa mi sono chiesto come mai se i prodotti di ConProBio sono mediamente di qualità molto superiore rispetto alla grande distribuzione, dopo oltre 30 anni di attività, a far parte del circuito sono 1.500 persone e non 15.000 o 150.000? Così ho deciso di visitare numerosi posti dove ci fossero realtà simili a quella che avrei voluto creare, per tastare con mano quali potessero essere le criticità ed ho viaggiato in lungo e in largo per capire quali potessero essere le criticità, andando a conoscere di persona Gruppi d’Acquisto Solidale (G.A.S.) in Italia, Francia e Svizzera. In particolare, in tutte le realtà da me visitate, ho riscontrato problemi di scarsa comunicazione ed organizzazione tra le persone e difficoltà di gestione dei pagamenti. Oltretutto, trattandosi di organizzazioni che si muovono ai margini del sistema, solitamente le risorse economiche sono scarse e quindi ci vorrebbe un qualcosa o qualcuno che dia loro una mano.

 

Cos’è dunque Loonity?
Loonity è una piattaforma che mette in rete le dinamiche del mercato di piazza, uno strumento che permette al consumatore di fare la spesa con un’ampia scelta di prodotti locali di alta qualità e al produttore di allargare il proprio bacino d’utenza, senza dover perdere tempo a gestire la parte amministrativa e burocratica: è il software di Loonity ad occuparsi di tutto questo e lo fa in maniera più efficiente ed annoiandosi decisamente meno di un essere umano! La piattaforma si occupa di tutto ciò che ha a che fare con l’amministrazione, ma anche della parte comunicativa (ad esempio si può usare il proprio profilo in Loonity per rendere pubblici e visibili eventi e servizi).

 

Alla fine del mese il produttore riceve il resoconto con una voce per ogni prodotto venduto, l’iva, etc. Quindi arriva l’email con la fattura da mettere in contabilità e 2 giorni dopo gli vengono accreditati i soldi sul conto. In ultima analisi rimane più tempo per instaurare quelle relazioni umane fondamentali fra produttore e consumatore, basate su trasparenza e fiducia, che valgono più di qualsiasi marchio di qualità! L’utente infatti ha un contatto diretto con i produttori che partecipano alla filiera di produzione e distribuzione e totale trasparenza sulla ripartizione economica del denaro.

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Funziona così: l’utente (consumatore) si registra sul sito di Loonity creando così una “famiglia” alla quale possono aderire altri utenti; dopodiché fa la spesa su uno o più “mercati” scegliendo tra un’ampia offerta di prodotti e servizi, provenienti da diversi produttori; infine si collega a una o più “isole”, ovvero i gruppi locali di consegna della merce.

Attualmente siamo attivi nel Canton Ticino, ma cerchiamo partner e collaboratori anche in Italia che vogliano utilizzare Loonity per creare delle reti di distribuzione.

 

Il vostro impegno comincia a dare i suoi frutti?

Abbiamo lavorato a questa piattaforma per 3 anni e finalmente è operativa da quasi un anno. Devo dire che anche se Loonity è molto giovane stiamo ottenendo delle belle soddisfazioni. Abbiamo anche riscosso un buon successo facendo isole di distribuzione negli uffici. Andiamo presso le ditte a proporci per dare la possibilità ai dipendenti di acquistare direttamente dai produttori locali: funziona! La risposta è buona! Inoltre, visto che Loonity ha un sistema di casse interno (poiché ogni famiglia ha una cassa e le transazioni avvengono per mezzo di essa), abbiamo previsto la creazione di monete alternative da utilizzare all’interno del circuito. Abbiamo già la possibilità concreta di poter fare tutto questo.

 

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Trovo sorprendente l’assonanza con un’altra organizzazione (Yunity, quest’ultima però non-profit), a me molto vicina ed anche ai nostri lettori… da dove nasce il nome Loonity?

Non ne avevo mai sentito parlare, ti ringrazio per l’informazione! “Loonity”, nasce una sera di qualche anno fa, quando pensai giustamente che questo “bambino” che avevo in mente da mesi avesse bisogno di un nome e così ho cercato delle parole significative ed eloquenti che potessero descrivere ciò che avevo in mente. Le ho scritte ed infine le ho combinate tra di loro: “Local” (locale, ndr), “cOOperation” (cooperazione, ndr), “commuNITY” (comunità, ndr).

 

Credo proprio che si possa parlare di un’assonanza sia di nome che di fatto: in fondo entrambe le organizzazioni si propongono di creare o ricreare comunità a partire dalla collaborazione e dal cibo, sia esso “salvato” o venduto…
Una cosa è certa: per far parte di Loonity bisogna avere una vera e propria passione per il cibo e rispetto per le persone e per l’ambiente. Dopodiché organizzare eventi, incontrarsi con il proprio vicino di casa e riallacciare relazioni che sembravano perdute, con l’aiuto di questo strumento ridiventa qualcosa di naturale.

 

La piattaforma online Loonity 

 

 

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