28 Set 2022

Decennale di Italia Che Cambia: le emozioni di una settimana speciale

È finita, si comincia! Sabato scorso si è svolto l'evento conclusivo di una lunga serie, iniziata con un tour in camper il 9 settembre, la cui tappa finale è stata Catania, raggiunta dopo dieci giorni di viaggio. Lì, ospiti di Isola Catania, abbiamo lavorato e festeggiato per tutta la settimana fianco a fianco. Sono stati momenti intensi e significativi, che vorremmo raccontarvi tramite le parole e le emozioni di questo splendido gruppo, che ogni giorno lavora per offrire un racconto positivo, appassionato, libero e indipendente del nostro paese.

Salva nei preferiti

Catania - Si possono riassumere dieci anni di storie. E dieci anni di viaggi, di incontri, di racconti, di vittorie e di sconfitte? È già più difficile, ma ci si può provare. Possiamo fare una cronistoria di tutto ciò che è successo a Italia Che Cambia e in Italia Che Cambia in questi dieci anni, questo sì. Ma ciò che è impossibile ridurre, che non entrerà mai in nessuna scatola, sono le relazioni, l’amicizia, il cuore di coloro che – chi dal lontano 2012, chi da pochi mesi – lavorano a questo progetto.

Provarci non avrebbe senso. Quello che si può fare è coltivare queste relazioni, lasciarle crescere, nutrirle con abbracci e lunghe chiacchierate, litigi e riappacificazioni, esperienze comuni, sogni lanciati al cielo e volati lontano sotto lo sguardo di tanti occhi. È questo quello che abbiamo fatto nel corso di questi splendidi giorni trascorsi a Catania, durante i quali abbiamo celebrato il decennale di Italia Che Cambia.

Forse per la prima volta abbiamo riunito (quasi) tutti e tutte coloro che fanno fanno parte di questo percorso, ma anche amici, sostenitori, partner, che hanno trovato il tempo – che oggi, si sa, è un bene prezioso – per celebrare con noi il compimento di questi dieci anni e progettare insieme i prossimi dieci. Nell’incantevole cornice di Isola Catania, che ci ha accolto con affetto e professionalità ospitandoci e supportandoci durante tutta la settimana, è nato qualcosa di nuovo, qualcosa che in questi dieci anni non si era ancora visto. La testimonianza che non abbiamo raggiunto un traguardo, bensì appena intrapreso un nuovo cammino, con mete distanti e ambiziose.

gruppo icc catania

Per qualche giorno fra i corridoi e le sale di palazzo Biscari – un edificio storico salvato dal degrado e riportato in vita – abbiamo vissuto e lavorato fianco a fianco, cosa insolita per un gruppo per sua natura nomade e sparpagliato su e giù per lo stivale. Ci siamo raccontati e abbiamo raccontato i progetti di un’Italia e di una Sicilia che non vogliono arrendersi alla nauseante normalità di un paese ostaggio di una cultura vecchia e decadente.

CATANIA, SICILIA

Lo avevamo già detto quando abbiamo presentato la neonata cooperativa Italia Che Cambia, lo abbiamo ribadito continuamente nel corso di questi giorni: è ora di mettere sottosopra le mappe geografiche, ribaltare l’immaginario, ridiscutere gli assiomi di una cultura ormai inattuale, che non trova più riscontro nella realtà. E farlo a partire dal linguaggio: è ora di salire al sud!

Non a caso abbiamo deciso di titolare l’incontro che si è tenuto giovedì sera Sicilia capitale dell’Italia che Cambia. Spostare il baricentro è la parola d’ordine di questa epoca. È un proposito velleitario? Decisamente no. E non lo dico io. Lo testimoniano con i fatti gli e le ospiti dell’incontro di giovedì: da Addiopizzo e Zero Waste Sicilia, da Le Galline Felici a Trame di Quartiere, dai Briganti di Librino a Farm Cultural Park.

Realtà che stanno tracciando la strada, che rappresentano esempi virtuosi ed eccellenti da replicare a tutte le latitudini. Donne e uomini che ogni giorno combattono contro la corruzione, l’arretratezza culturale, l’inerzia, l’abbandono – problemi che ancora esistono da queste parti, sarebbe ipocrita negarlo – portando avanti la bellezza. Anzi, tirando fuori la bellezza inespressa di quest’isola magica, sepolta da decenni di sconcezza.

sicilia capitale
Da sinistra, Selena Meli, Marcello Bellomo ed Elisa Cutuli
I NOSTRI E LE NOSTRE OSPITI

Relazioni, dicevamo. Non solo fra coloro che portano avanti questo splendido lavoro quotidiano, ma anche fra chi supporta con entusiasmo tale lavoro. Non con un paternalistico appoggio ideale, limitandosi a qualche pacca sulla spalla e magari un obolo per dimostrare gratitudine. I partner che ci sono venuti a trovare in occasione dell’incontro di venerdì 23 – ma anche quelli che hanno partecipato all’incontro virtuale del giorno prima sull’impresa che cambia – erano lì perché considerano Italia Che Cambia un interlocutore credibile, con cui costruire insieme qualcosa di nuovo.

Alcuni fra i massimi esponenti italiani della finanza e dell’imprenditoria etica, del giornalismo ambientale, della permacultura, della lotta alla mafia e di tanti altri mondi sono venuti a trovarci – presto un racconto di ciò che è emerso da questo momento di confronto e progettazione condivisa. L’emozione è stata tanta, così come la felicità di vedere tante teste pensanti riunite nel nome del cambiamento, in una giornata intera di lavori in cui ego e personalismi si sono annullati per dare spazio alla coprogettazione, al confronto costruttivo e alla condivisione. Tutto ciò non è arrivato dal cielo, ma è stato frutto di anni – dieci, per l’esattezza – di lavoro, di fiducia, di relazioni.

LA REALTÀ È PIÙ AVANTI, PPI CANCIARI N’AM’ANNACCARI

Dopo il lavoro la festa – ammesso che esista una reale distinzione fra questi due momenti per chi ama quello che fa e ci crede profondamente. Venerdì sera appuntamento da Zō Centro Culture Contemporanee per lo spettacolo d’inchiesta sull’Italia Che Cambia, La realtà è più avanti. Due ore sono poche per concentrare un racconto lungo dieci anni, ma Daniel Tarozzi, Fabrizio Bartolucci e Stefano Fucili ci sono riusciti. E soprattutto sono riusciti a emozionare la platea, a far scendere qualche lacrimuccia – era buio in sala, non ho visto se gli altri si sono commossi, io sì! – e a gonfiare i cuori di chi in questa Italia che cambia crede davvero.

E poi il gran finale. Al Giardino delle Bio-Diversità, al ritmo di balfolk e cumbia, abbiamo brindato – e brindato e brindato e ancora brindato – ai prossimi dieci anni e a chi ogni giorno non si chiede “se” ma “come” cambiare la propria vita. E abbiamo ballato. I nostri piedi volavano leggeri sull’erba del Giardino perché non c’è pesantezza in quello che facciamo. A volte ci sono stanchezza, rabbia, frustrazione, ma in questi dieci anni la leggerezza ci ha permesso di superare tutte queste difficoltà. E i sogni nostri e di tutta l’Italia che crede davvero nel cambiamento sono volati, leggeri, nella brezza della notte siciliana.

LE NOSTRE EMOZIONI

Abbiamo voluto condividere con voi alcuni brevi pensieri di quello che ha significato per noi organizzare e partecipare a queste celebrazioni. Ecco le emozioni di alcuni fra coloro che ogni giorno lavorano per l’Italia Che Cambia.

Per Elisa, redattrice di Sicilia Che Cambia, «è stato un mix di emozioni, entusiasmo, cuore e professionalità. Una carica esplosiva perfetta per affrontare il prossimo futuro con impegno ma anche con leggerezza. Il nostro gruppo è la dimostrazione che insieme si è più forti!».

«Descrivere in due parole la pienezza di un viaggio durato dieci anni e condensato in pochi giorni non è facile», osserva Brunella, redattrice di Italia Che Cambia. «Specie per BB, che deve a Italia che Cambia – oltre che un’informazione differente e un gruppo di professionisti fantastico con cui lavorare – la possibilità di aver creduto in lei quando tutto era troppo difficile da sopportare. Ho finalmente visto in volto i miei compagni di viaggio, li ho abbracciati e ho capito uno dei segreti di Italia che Cambia: non smettere mai di credere e di agire, perché qualcosa possa cambiare cominciando da ognuno di noi!».

Ezio, videomaker e collaboratore di Italia Che Cambia, ha viaggiato «in camper insieme agli altri per cinque giorni fra Toscana, Romagna e Umbria e la settimana dopo mi sono aggiunto al gran finale in Sicilia». Perché? «L’ho fatto per celebrare la bellezza di chi ha trasformato la propria vita in un esempio e la pazzia di una piccola comunità di navigatori controcorrente».

«Per me il decennale è stata una straordinaria occasione per conoscere più da vicino un team speciale, eterogeneo per provenienza, capacità ed esperienze che rappresenta veramente un spaccato meraviglioso dell’Italia che cambia», racconta Graziano, nostro collaboratore per il Trentino. «È stato incredibile conoscere la Sicilia come capitale del cambiamento: da trentino mi sento onorato di aver scoperto un volto straordinario di questa regione che merita veramente di essere conosciuta per le realtà innovative, per le bellezze territoriali, per la cultura senza tempo, invece che confermare l’immaginario fatto dei soliti stereotipi decadenti. Mi sento orgoglioso di far parte di questa squadra in questo momento e sono eternamente riconoscente a Italia che Cambia e ai suoi perseveranti fondatori».

«Sono pochi mesi che ho incrociato il mio cammino con quello di Italia che Cambia», confida Simone, uno dei nostri collaboratori lombardi. «A Catania ho conosciuto l’energia di un gruppo meraviglioso che porta avanti un’idea di giornalismo davvero indipendente… Sono stati giorni incredibili, una continua immersione di idee e visioni! Un abbraccio speciale a Isola Catania e a tutta quella Sicilia così viva e ricca di cambiamento, siete stati la cornice perfetta di questi giorni!».

Non abbiamo raggiunto un traguardo, bensì appena intrapreso un nuovo cammino, con mete distanti e ambiziose

Paolo, presidente di Italia Che Cambia APS e responsabile video: «Emozioni potentissime, incontri fantastici. Vedere un gruppo così grande, le sue potenzialità, ha avuto un impatto emotivo molto forte. Un gruppo con le sue differenze, che lo valorizzano e arricchiscono. È stato anche stressante, ma in questo stress abbiamo testato la nostra capacità di risolvere i problemi. Siamo una carovana di persone meravigliose che ha festeggiato un progetto unico».

«Quanta bellezza mi porto a casa dopo due settimane in camper con i miei amici e colleghi, in giro per l’Italia ad ascoltare testimonianze di cambiamento. La bellezza negli sguardi di donne e uomini che con determinazione hanno rivoluzionato i territori in cui vivono, la bellezza di città in trasformazione, di valli rigogliose, di gente viva e appassionata, la bellezza di sale colme di gente affamata di storie virtuose da replicare. La bellezza che vince su mafia, corruzione, strade colme di rifiuti e politici incompetenti e che ci insegna che un’altra Sicilia e un’altra Italia non solo sono possibili ma esistono già», è il ricordo di Selena, caporedattrice di Sicilia Che Cambia.

Secondo Sara, la responsabile fundraising di Italia Che Cambia, «il regalo più prezioso è stato confermare e scoprire come nelle persone legate dal progetto – sia i membri del nostro team che i soggetti della nostra rete – grandi intelligenze e capacità si combinino con altrettanto forti umanità e sensibilità. La frase che mi sono portata a casa è l’auspicio, espresso da Ilaria Magagna, che il progetto Italia che Cambia diventi adulto e maturo. Penso che abbiamo seminato e curato tanto in questi anni le nostre piantine e ora sia giunto il momento di raccogliere i frutti assimilando e distribuendo nella nostra rete il loro valore».

«Tra latte di mandorla macchiato e arancini “alla norma” – scrive Valentina, caporedattrice di Liguria Che Cambia – i giorni catanesi rimarranno nei miei ricordi innanzitutto per la gentilezza e i sorrisi di tutti i ragazzi di Isola, che custodiscono un vero tesoro nascosto in pieno centro; ma anche per le esperienze dei tanti ospiti durante le varie giornate di decennale. In particolare, la storia di Farm Cultural Park, che colpisce sempre e fa venire voglia di attivarsi e fare la propria parte, a partire dal proprio quartiere».

«La sensazione attuale è quella di un bel sogno che non volevo finisse, il tutto accompagnato dalla paura, appena atterrata, di non riuscire a mantenere il sentire di quei giorni», scrive la nostra responsabile dell’amministrazione Eleonora. «Nostalgia. Mi ha scosso questa esperienza forse perché mi sono permessa di essere lì, viva, interessata, appagata, circondata da persone in sintonia con quello che sentivo e sento. Sono ancora in una nuvola e non voglio tornare sulla terra, come se il mio spazio fosse precisamente lì, solo in attesa del mio arrivo. Allora ragiono su quella nostalgia che mi innervosisce e capisco che è maestra, che se ascoltata mi permetterà di rendere così ogni giorno. Credo che questo sia successo perché era tutto integrato in questo viaggio: realizzazione, obiettivi, speranze, affetti. È stato speciale!».

La presidente della cooperativa Italia Che Cambia e responsabile dell’area Attivati Daniela è ancora stracolma di emozioni e sensazioni: «Rivedo i volti, gli sguardi incontrati in questo lungo viaggio, sento di aver assorbito ogni parola e dietro di essa intravedo idee nuove ancora da afferrare. Passata l’inevitabile stanchezza, confido che riuscirò a metabolizzare tutto quello che è accaduto e che grazie al meraviglioso gruppo che siamo si concretizzerà in bellezza. Mi porto – in maniera più forte di altre – la parola affetto, sia nel suo senso più comune che come un “fare qualcosa per”, che sento vicino alla visione che ogni giorno culliamo in Italia che Cambia».

Ringraziamo le realtà che ci hanno supportato nell’organizzazione del viaggio e degli eventi per celebrare il decennale, senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile!
PARTNER: Banca EticaCocovanIsolaMacrolibrarsiSardexPay, Le Galline Felici
SOSTENITORI: AshokaCAESGuglielminoLanificio BottoMake You GreenerRemediaValdibella, Giardino delle Bio-Diversità
AMICI: 4goocauseBarbera e FigliHotel Villa ClaudiaFicosL’ArcolaioLa Terra e il CieloNatura SiRi-generationSardaigne en libertèTEA Natura

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Lo strano caso di RWM Italia, tra business delle armi e la “cancellazione” di due fiumi
Lo strano caso di RWM Italia, tra business delle armi e la “cancellazione” di due fiumi

La Repubblica Democratica del Congo fra colonizzazione, risorse e la prima donna al potere in Africa
La Repubblica Democratica del Congo fra colonizzazione, risorse e la prima donna al potere in Africa

Alex Zanotelli: “Disobbedienza civile per difendere la legge 185 sull’export di armi”
Alex Zanotelli: “Disobbedienza civile per difendere la legge 185 sull’export di armi”

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

La Grecia vieterà la pesca a strascico, primo paese in Europa – #920

|

L’assalto eolico è ingiustizia climatica: le conseguenze sul patrimonio culturale sardo

|

Franco D’Eusanio e i vini di Chiusa Grande: “È un equilibrio naturale, noi non interveniamo”

|

L’arte collettiva del sognare: il social dreaming arriva in Liguria

|

Quanto inquinano gli aerei? Ecco cosa dicono i dati e le leggi

|

No border books, un kit di benvenuto per i piccoli migranti che approdano a Lampedusa

|

Intelligenza artificiale in azienda: ci sostituirà o ci renderà il lavoro più facile?

|

HandiCREA e il sogno di Graziella Anesi di un turismo accessibile e inclusivo

string(7) "sicilia"