7 Dic 2022

RECUP Roma: “Ridiamo un valore sociale a quel cibo che ha perso valore economico”

Scritto da: Brunella Bonetti

Andiamo a Roma per parlare di RECUP, la cui attività principale consiste nel recupero delle eccedenze alimentari all’interno dei mercati rionali. Frutta, verdura e pane che gli attivisti e la attiviste salvano dalla spazzatura restituendo loro un valore sociale e lanciando un messaggio politico.

Salva nei preferiti

Roma, Lazio - Eleonora, Elena, Federico, Michele Clemente. Sono i nomi degli attivisti e attiviste che ci parlano di RECUP, l’associazione che salva il cibo invenduto dalla spazzatura aiutando chi ne ha bisogno e combattendo gli sprechi alimentari. In passato abbiamo conosciuto da vicino l’attività del gruppo milanese. Oggi invece ci spostiamo a Roma per scoprire come funziona il recupero di cibo nella Capitale, dove è partito nel 2021 nell’VIII Municipio, per poi espandersi in un anno e mezzo a cinque diversi Municipi, coinvolgendo più di 30 associazioni, enti e aziende.

Dove agite e perché proprio in questi luoghi?

Agiamo principalmente nei mercati scoperti, che sono uno dei luoghi in cui avviene più spreco e allo stesso tempo in cui è più facile fare aggregazione e inclusione sociale. Nei mercati passa tanta gente che si ferma al nostro banchetto anche solo per curiosità! Divulgare il nostro progetto nelle strade è una delle cose più belle.

recup roma1

Agiamo nei mercati rionali perché ci occupiamo di recuperare principalmente frutta e verdura e perché sono dei punti importanti di rappresentanza del commercio locale, aspetto a cui diamo molto valore. E abbiamo scelto tali luoghi per far sì di ottimizzare il recupero del fresco, che nei mercati è preponderante, e anche per tentare di riqualificare l’immagine dei mercati stessi, che sono dei micro-cosmi che non devono essere abbandonati.

Come avviene il processo di scelta dei mercati, recupero della merce invenduta e redistribuzione?

I mercati in cui iniziamo a recuperare sono quelli in cui abbiamo un numero minimo di persone RECUP disponibili. La raccolta è molto semplice: ci si incontra a fine mercato, si fa un giro tra le bancarelle chiedendo se c’è del cibo invenduto che ci possono donare e poi si porta tutto in un punto del mercato in cui allestiamo un banchetto. Chiunque collabora al recupero, può portarsi a casa quello che desidera. Su Roma collaboriamo principalmente con associazioni. La scelta dei mercati va in base alla disponibilità a collaborare dei commercianti del mercato stesso.

Quali sono gli alimenti maggiormente recuperati?

Per lo più frutta e verdura. L’alimento più recuperato in assoluto è la banana, da cui deriva la lettera “C” inserita nel nostro logo. Fortunatamente la merce varia molto in base alle stagioni e all’andamento dei prezzi: in estate melanzane, zucchine, pesche e albicocche vanno per la maggiore; in autunno verdura a foglia, broccoli, uva, kiwi e mele; in inverno carciofi, verdure a foglia, agrumi e ancora mele, mentre in primavera fragole e ancora fragole.

recup roma2
Perché è importante recuperare gli invenduti dei mercati e poi ridistribuirli?

Sprecare cibo vuol dire sprecare tutte le risorse che sono state impiegate nel produrre quel cibo: del suolo, idriche, elettriche, dei lavoratori e così via. Noi cerchiamo di ridare un valore sociale a quel cibo che ha perso valore economico e soprattutto vogliamo contribuire alla lotta allo spreco e restituire un valore anche e soprattutto sociale a quel cibo che arriva dalla terra, frutto di duro lavoro, di ingiustizie sociali e climatiche, troppo spesso nascoste e minimizzate. Per restituire valore e visibilità al mercato rionale, in un momento in cui il contatto tra la campagna e la città è sulla bocca di tanti e il mercato rappresenta una soluzione da sempre.

Che valore hanno le vostre attività?

Sociale, economico, e nutrizionale. Ma anche e sicuramente un valore politico, in quanto cerchiamo di cambiare la realtà che ci circonda e di creare consapevolezza nelle persone. Quello che recuperiamo è un cibo appena uscito da un circuito economico per diventare un rifiuto. Qui inizia il nostro viaggio, per cui quel cibo lo riprendiamo e gli restituiamo un valore immettendolo in circuito sociale ed eliminando un potenziale scarto di quel ciclo produttivo, che ha dei costi di smaltimento e degli impatti negativi, sociali e ambientali.

Incontrate difficoltà nelle vostre attività?

Ogni città – o meglio ancora, ogni mercato – è un micro-organismo a sé che funziona in modo diverso. Per questo motivo bisogna adattarsi ai bisogni del luogo in cui ci si trova. Ci viene spesso chiesto come reagiscono i commercianti dei mercati in cui operiamo. Con loro si è instaurato un rapporto di fiducia e di collaborazione, molti di loro sono contenti di non dover sprecare quel cibo. A volte è difficile trasmettere un messaggio che scardina i canoni tradizionali dell’assistenza alimentare, il cui l’aspetto predominante diventa la lotta allo spreco alimentare. Inoltre può essere difficile scardinare l’idea secondo cui il cibo recuperato è destinato a persone in stato di bisogno.

Vogliamo contribuire alla lotta allo spreco e restituire un valore anche e soprattutto sociale a quel cibo che arriva dalla terra

Quale impatto hanno le vostre azioni sulla collettività e sul territorio?

Vogliamo attivarci per sensibilizzare e ispirare ad attivarsi e generare comportamenti più inclusivi, ognuno a proprio modo. E speriamo che si generi un impatto positivo. Il rapporto con le istituzioni è ambivalente. Rimaniamo fiduciosi per un maggiore sostegno in futuro, soprattutto rispetto alla food policy di Roma. In generale, le istituzioni sanno chi siamo e per ora questo ci basta.

Portate avanti altri progetti oltre al recupero e la redistribuzione delle merci?

Ci stiamo concentrando sull’obiettivo di portare le nostre esperienze all’interno delle scuole. Organizziamo laboratori di colori naturali per bambini e partecipiamo a fiere, conferenze ed eventi in generale per promuovere il nostro progetto e la nostra missione.

Chi sono gli attivisti di RECUP e come si fa per diventare dei vostri?

Il gruppo RECUP è molto eterogeneo: ci sono tante persone diverse tra di loro – pensionati, studenti, lavoratrici, disoccupati –, ma sicuramente tutte le persone che si avvicinano all’associazione condividono dei valori e un’etica comune. In generale, gli attivisti e le attiviste di RECUP sono persone meravigliose. Chiunque può essere attivista di RECUP: per diventare dei nostri basta andare sul nostro sito, nella sezione Entra a far parte di RECUP, oppure scrivere una mail a recuproma@gmail.com e collabora.recup@gmail.com.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
La sostenibilità in mostra: a Palma Campania Naturae trasforma la spazzatura in arte
La sostenibilità in mostra: a Palma Campania Naturae trasforma la spazzatura in arte

L’economia circolare di Relicta: pellicole biodegradabili che si sciolgono in acqua – Io Faccio Così #397
L’economia circolare di Relicta: pellicole biodegradabili che si sciolgono in acqua – Io Faccio Così #397

Oltree, il sogno di Barbara di un’impresa etica ispirata all’economia circolare
Oltree, il sogno di Barbara di un’impresa etica ispirata all’economia circolare

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

La Grecia vieterà la pesca a strascico, primo paese in Europa – #920

|

L’assalto eolico è ingiustizia climatica: le conseguenze sul patrimonio culturale sardo

|

Franco D’Eusanio e i vini di Chiusa Grande: “È un equilibrio naturale, noi non interveniamo”

|

L’arte collettiva del sognare: il social dreaming arriva in Liguria

|

Quanto inquinano gli aerei? Ecco cosa dicono i dati e le leggi

|

No border books, un kit di benvenuto per i piccoli migranti che approdano a Lampedusa

|

Intelligenza artificiale in azienda: ci sostituirà o ci renderà il lavoro più facile?

|

HandiCREA e il sogno di Graziella Anesi di un turismo accessibile e inclusivo

string(9) "nazionale"