16 Nov 2023

La casa di Giordy: in provincia di Catania un luogo di rinascita per le vittime di violenza

Scritto da: Maria Enza Giannetto

In provincia di Catania, tra luoghi protetti e sportelli d'ascolto sul territorio, prende forma La casa di Giordy, un modello di reinserimento lavorativo ed empowerment per le donne vittime di violenza. Il progetto è sostenuto dalla onlus vEyes e dall'associazione Io sono Giordana adv, fondata da Vera Squatrito in nome della figlia ventenne vittima di femmicidio 8 anni fa

Salva nei preferiti

Catania - Una luogo di rinascita, di reinserimento lavorativo e di empowerment per le donne vittime di violenza. Sarà questo La casa di Giordy in provincia di Catania, che nasce grazie alla collaborazione tra la onlus vEyes e l’associazione Io sono Giordana ADV, fondata nel 2017 in memoria di Giordana Di Stefano, la giovane mamma e danzatrice, vittima di femminicidio a soli vent’anni per mano dell’ex compagno e padre biologico di sua figlia, che nella notte tra il 6 e 7 ottobre 2015 la assassinò con 48 coltellate.

Da allora, condannata all’ergastolo del dolore, la madre di Giordana, Vera Squatrito non ha smesso di gridare e di battersi per la giustizia. E ha intrapreso una coraggiosa e impegnativa missione di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, andando nelle scuole di ogni ordine e grado e incontrando migliaia e migliaia di ragazzi e ragazze per raccontare la tragica esperienza vissuta dalla sua Giordy, la sua ribellione, le denunce per stalking e il suo terribile femmicidio. «Grido e allo stesso tempo racconto di Giordana, della sua vita e della sua forza. Mi auguro sempre che il suo coraggio possa essere rinascita, consapevolezza e vita. La sento come una missione».

La casa di Giordy
Giordana Di Stefano, 20 anni, mamma e danzatrice, vittima di femminicidio
LA CASA DI GIORDY, IL SOGNO CHE VERA COLTIVA IN NOME DI SUA FIGLIA GIORDANA

Tra i progetti in nome di Giordana – che nella sua Nicolosi, mentre cresceva la sua bambina, faceva la danzatrice e sognava di calcare i palcoscenici del mondo [non a caso, il Teatro di Nicolosi, il 25 novembre 2015 è stato intitolato proprio a Giordana Di Stefano, ndr] – spicca proprio quello de La casa di Giordy: un vero e proprio sogno che Vera persegue facendo sue le parole che, incredibilmente, la giovane aveva scritto in un post di fb poco meno di un anno prima del suo femminicidio: “Insegnate ai vostri figli che la violenza è un reato. Che non si fa male solo con i gesti ma anche con le parole. Insegnate loro la compassione, la cavalleria, il perdono”, riportava nel post del 25 novembre 2014.

“Perché non è normale, non è giusto, non è possibile che oggi, nel 2014, dobbiamo sentir parlare di violenza. Ogni due giorni una donna viene uccisa. Abbiate il coraggio di difendervi e di chiedere aiuto tutte le volte che vi sentite in pericolo. Abbiate la forza di aiutare chi ha bisogno di essere aiutata e, forse, se riuscissimo a farlo tutte, magari non accadrebbe più. Forse è un sogno, ma per realizzarlo bisogna agire sempre”.

Il sogno di Giordana, che aveva trovato la forza di dire no e reagire, però, oggi viaggia sulle gambe, negli occhi e attraverso la voce di Vera Squatrito che, in questi 8 anni, non si è mai fermata. «La casa di Giordy – spiega Vera – sarà un luogo dove si metterà in atto il reinserimento di donne vittime di violenza, sul piano umano, sociale e lavorativo, oltre che familiare, agendo soprattutto in contesti che vedono i figli minori subire violenza assistita».

la casa di giordy
Vera Squatrito, mamma di Giordana Di Stefano
LA CASA DI GIORDY PREVEDE ANCHE ATTIVITA’ A SOSTEGNO DELL’AUTONOMIA ECONOMICA

«All’interno della Casa di Giordy – continua – si creerà un ambiente accogliente e protettivo che possa consentire un miglioramento della qualità della vita attraverso formazione e inserimento lavorativo, dove vari professionisti qualificati si prenderanno carico di mamme e figli con percorsi terapeutici che possano aiutare a metabolizzare i traumi subiti». Non un rifugio per vittime di violenza quindi ma un luogo di rinascita, di speranza e di sguardo verso il futuro.

«Oltre che un luogo, la Casa di Giordy è e vuole essere una rete di sportelli e iniziative che possano aiutare a prevenire il fenomeno, sensibilizzare gli adulti di domani partendo delle scuole, ma anche ascoltare, gestire e recuperare i violenti. Oltre a realizzare la casa, i servizi e le attività che gradualmente andremo ad attivare saranno uno sportello ascolto per donne vittime di violenza, uno sportello ascolto per i maltrattanti, dei percorsi formativi aventi la finalità di avviare le donne a una professione e renderle economicamente indipendenti».

Abbiate la forza di aiutare chi ha bisogno di essere aiutata e, forse, se riuscissimo a farlo tutte, magari non accadrebbe più. Forse è un sogno, ma per realizzarlo bisogna agire sempre

UN CROWFUNDING PER SOSTENERE IL PROGETTO DE LA CASA DI GIORDY

E di fatto, due anni fa, è stato attivato il primo sportello ascolto, riservato a donne vittime di violenza, previsto all’interno del progetto. Oggi, chiunque necessita del servizio, può chiamare il numero telefonico 095 29 38000, attivo tutti i giorni, e parlare con gli operatori dell’associazione Io sono Giordana. «Ci sono anch’io che faccio accoglienza – dice Vera – . Ovviamente io non sono una professionista e non posso fornire supporto specifico, ma posso accogliere, abbracciare, ascoltare».

«In questi anni – continua – abbiamo accolto tante donne che, non lo nego, spesso venivano per chiedere consiglio non per se stesse ma per le loro figlie che vedevano vittime di violenza psicologica e di angherie ma che non riuscivano a rendersene conto». Insomma, La casa di Giordy realizza il sogno di una giovane donna di vedere uscire le donne dalla violenza. E di avere il coraggio di difendersi.

la casa di giordy
Dal femminicidio di Giordana, Vera Squatrito porta avanti varie campagne di sensibilizzazione

Passo dopo passo, con la forza di chi non smette mai di crederci – o come dice Vera “gridare sempre non mollare mai” –, l’associazione Io sono Giordana assieme a vEyes e grazie alla campagna di crowfunding continuano a lavorare al progetto de La casa di Giordy. E proprio in queste settimane hanno “inaugurato” la cucina. «Dopo la formazione iniziale, in questi giorni abbiamo ufficialmente dato il via alla produzione che vede impegnate, in prima linea, alcune delle donne che stiamo sostenendo. Prodotti che venderemo per sostenere il progetto e con la preziosa collaborazione e supervisione di C & G».

«Il progetto, infatti, mira anche a ridare indipendenza economica alle donne che hanno denunciato e stanno compiendo insieme a noi un percorso di reinserimento sociale e lavorativo, per questo, parte del ricavato dalle vendite verrà dato alle donne che lavoreranno alla produzione. Per cui, chi volesse fare o farsi un dolce regalo per Natale può contattarci».

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Danilo Dolci, il ricordo del figlio Amico tra libri, musica ed esempio
Danilo Dolci, il ricordo del figlio Amico tra libri, musica ed esempio

GivingTuesday, la risposta al Black Friday arriva in tutta Italia
GivingTuesday, la risposta al Black Friday arriva in tutta Italia

Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante
Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

L’Isola è la prima regione per consumo del suolo – INMR Sardegna #57

|

Danilo Dolci, il ricordo del figlio Amico tra libri, musica ed esempio

|

Scampia: via al progetto del Comune per la ristrutturazione e riqualificazione delle Vele

|

Acqua: quanta ne sprechiamo in casa senza accorgercene?

|

“Tu rifiuti? Io riduco!” La prima web serie (anzi seria) prodotta da Italia Che Cambia

|

Esiste davvero la “famiglia naturale”? L’etologia dice di no

|

Genocidio in Palestina: se il silenzio è complicità, il boicottaggio può fermarlo

|

Di quanta energia rinnovabile abbiamo davvero bisogno in Italia?

string(7) "sicilia"