19 Dicembre 2025 | Tempo lettura: 8 minuti

Educazione sessuale e bambini: perché le accuse a “Cos’è il sesso?” non reggono (e cosa si poteva dire meglio)

Una riflessione sulle polemiche che hanno investito il libro di educazione sessuale e affettiva “Cos’è il sesso?”, fra tentativi di manipolazione a fini politici e critiche costruttive.

Autore: Valentina D'Amora
cose il sesso

Negli ultimi giorni Cos’è il sesso?, libro di educazione sessuale per bambini e bambine, è finito al centro di una polemica politica che ha poco a che fare con il testo e molto con l’uso ideologico della paura. Secondo alcuni esponenti della destra politica e non, il libro “sessualizzerebbe i bambini”, arrivando addirittura a sostenere che “i bambini fanno sesso”. L’accusa è grave. Ma infondata. Proviamo a fare il punto sul libro di Silvio Montanaro e Francesca D’Onofrio, che sono stati investiti da questo attacco incrociato del tutto inaspettato.

«Questa storia ci è piombata addosso come un fulmine a ciel sereno», ci spiegano l’autrice e l’autore. «Dopo quasi quattro anni in cui abbiamo portato il libro ovunque, facendo workshop, presentazioni, colloquiando con genitori e insegnanti, ci è arrivata questa pioggia di fango interamente basata sul travisamento e la mistificazione del nostro libro. Un testo apprezzato per la sua delicatezza», come si sentono ripetere spesso Montanaro e D’Onofrio durante gli incontri con bambini e genitori consenzienti.

«Le calunnie che ci sono piovute addosso sono tra quelle che lasciano una macchia di infamia indelebile: pedopornografi», aggiungono. «Il tenore della valanga di insulti ricevuti ci fa capire quanto sia importante e necessario fare educazione sessuale in Italia. Abbiamo dovuto reagire, anche se siamo entrambi presi dalla nostra vita professionale, da cui siamo stati strappati a causa di questa tristissima vicenda fatta di bugie. Vicenda in cui ci siamo ritrovati strumento per attaccare politicamente la Casa editrice Momo».

Una frase isolata e decontestualizzata

Il focus della polemica ruota attorno a una domanda contenuta nel libro: “Allora anche i bambini fanno sesso?”. Questa frase, estrapolata e fatta circolare senza il contesto che la segue e la precede e in alcuni casi persino privata del punto interrogativo finale, viene trasformata da domanda pedagogica in affermazione, alterandone il senso. In questo modo viene usata per sostenere che le autrici normalizzerebbero la sessualità infantile.

Educazione sessuale e bambini: perché le accuse a "Cos'è il sesso?" non reggono (e cosa si poteva dire meglio)
Francesca D’Onofrio

Basta leggere il testo per intero però per scoprire che la risposta è esplicitamente negativa: il libro chiarisce che si parla di “fare sesso” solo quando il corpo è maturo, dopo la crescita. L’operazione polemica è dunque evidente: si prende una domanda pedagogica e la si trasforma in un’affermazione che il libro non fa. Non è una sfumatura: è un cambio di senso.

Corpo, piacere, sessualità: tre piani diversi

Il fraintendimento nasce da una confusione tutta adulta: quella tra corpo, piacere e sessualità. Il libro riconosce ai bambini ciò che è sotto gli occhi di chiunque lavori con l’infanzia: i bambini hanno un corpo e provano sensazioni, curiosità, affetto, desiderio di contatto. E fanno domande. Negare questo non li protegge, anzi, li espone. La scienza dello sviluppo cognitivo e affettivo mostra invece che i bambini esplorano spontaneamente il proprio corpo, provano sensazioni piacevoli, affetto, curiosità e desiderio di contatto fin dalla primissima infanzia, senza che ciò abbia alcuna connessione con la sessualità adulta.

Riconoscere l’esistenza del piacere corporeo non equivale a parlare di sesso adulto, né tantomeno a incoraggiarlo. Al contrario è proprio dare parole semplici e corrette che permette di costruire dei confini chiari, di distinguere ciò che è appropriato da ciò che invece non lo è, e riconoscere anche eventuali abusi. La scienza dello sviluppo cognitivo e affettivo mostra invece che i bambini esplorano spontaneamente il proprio corpo, provano sensazioni piacevoli, affetto, curiosità e desiderio di contatto fin dalla primissima infanzia, senza che ciò abbia alcuna connessione con la sessualità adulta.

La letteratura pedagogica e psicologica descrive come i bambini scoprano il proprio corpo come fase naturale dello sviluppo, toccandosi ed esplorandosi semplicemente per curiosità e apprendimento sensoriale: questa è una fase riconosciuta nello sviluppo psicomotorio e psico-affettivo già dal primo anno di vita. I bambini poi sviluppano consapevolezza di sé e della propria identità corporea, colgono sensazioni piacevoli e affettive attraverso il contatto e il gioco, elementi centrali per la costruzione di relazioni sicure e modelli affettivi sani.

Come nota l’avvocata esperta di questioni di genere Cathy La Torre in un post, in Spagna, dove l’educazione sessuo-affettiva è diventata da vent’anni un pilastro dell’educazione pubblica, i casi di femminicidi sono diminuiti del 30%.

Il vero paradosso delle accuse

C’è un paradosso evidente nelle critiche mosse al libro: si sostiene di voler “proteggere i bambini”, ma lo si fa negando la loro esperienza reale del corpo. Il silenzio, l’imbarazzo o peggio la censura non hanno mai protetto nessuno. Sono strumenti che servono agli adulti per non affrontare un tema con cui prima o poi bisogna fare i conti, non ai bambini per crescere in modo consapevole.

Educazione sessuale e bambini: perché le accuse a "Cos'è il sesso?" non reggono (e cosa si poteva dire meglio)
Silvio Montanaro

Una critica onesta

Detto questo, una difesa seria non può essere cieca. È vero: pagina 14 poteva essere scritta diversamente. La domanda “Allora anche i bambini fanno sesso?”, pur inserita in un percorso chiaro, è una formulazione che si presta a essere facilmente strumentalizzata, soprattutto in un clima politico che vive di allarmi morali.

Una formulazione più esplicita avrebbe potuto chiarire subito che il piacere corporeo non è sessualità adulta, il sesso richiede maturità, ma anche consapevolezza e consenso. Ma soprattutto che confondere questi piani è un errore degli adulti, non dei bambini. La criticità non riguarda i contenuti, assolutamente coerenti con le conoscenze pedagogiche e scientifiche sullo sviluppo infantile, ma la scelta comunicativa: la domanda volutamente provocatoria, fuori dal contesto, può essere fraintesa.

È anche vero che questo libro è stato pubblicato nel 2023, in un contesto culturale diverso da quello attuale. Oggi il clima è più polarizzato, singole frasi vengono estrapolate, private della punteggiatura e trasformate in slogan politici. Ecco, alcune scelte linguistiche che puntavano a stimolare il dialogo adulto-bambino risultano ora più esposte alla manipolazione.

L’autorevolezza delle autrici

C’è un altro aspetto che nel dibattito viene sistematicamente rimosso: chi ha scritto questo libro. “Cos’è il sesso?” prende forma dall’incontro tra competenze educative, esperienza sul campo e ascolto dei bambini. Francesca D’Onofrio – che abbiamo intervistato qui – e Silvio Montanaro lavorano da anni nell’ambito dell’educazione, della divulgazione e del rapporto diretto con l’infanzia, dove le domande sul corpo, sull’affetto e sulla nascita non sono un’eccezione, ma la norma.

Il loro approccio è quello di chi sa bene che i bambini fanno domande comunque e che il vero rischio è lasciare che le risposte arrivino dal silenzio o da narrazioni distorte. Contestare una singola formulazione è legittimo, mettere in discussione l’autorevolezza degli autori senza confrontarsi con il loro lavoro, con il testo nel suo insieme e con il contesto educativo in cui nasce, è invece un’operazione politica, non culturale.

Il tenore della valanga di insulti ricevuti ci fa capire quanto sia importante e necessario fare educazione sessuale

Il parere della pedagogista

Ho chiesto a Vanessa Niri, coordinatrice Infanzia e Adolescenza di Arci, un parere sulla vicenda. «I libri, le fiabe, gli albi illustrati – mi ha risposto – non sono bacchette magiche che trasformano le menti dei bambini e delle bambine. Nessun libro “modifica” i nostri figli: viene da ridere soltanto a pensarlo. Certo è però che i libri hanno un potere incredibile: quello di rappresentare ciò che esiste e ciò che non esiste, consentendo, in particolare ai più piccoli, di riflettere su ciò che accade loro, su quello che fanno, su quello che potrebbero fare, sugli adulti che li circondano e sul mondo. Insomma, i libri permettono di comprendere meglio sé stessi e gli altri.

Per questo secondo Niri è importante che ci siano libri che parlano di tutto: di draghi, di principesse, di adulti buoni e adulti cattivi, di orsi che non mangiano la merenda e anche di tutto quel mondo che chiamiamo “sessuo-affettivo” e che mette al centro il fatto di conoscere il proprio corpo, di sapere come funziona e di sapere come funzionano le altre persone, con cui ci relazioniamo e di cui magari ci innamoreremo.

«Nessun libro “insegna a fare sesso”, così come Mary Poppins non insegna a volare con un ombrello o Cappuccetto Rosso non insegna a camminare da soli nei boschi. Semplicemente, “Cos’è il sesso” racconta con linguaggio comprensibile quello che succederà a tutti e tutte – compresi i figli di chi ha paura di questo libro – permettendo ai bambini, una volta che saranno grandi, di identificare i rapporti e i cambiamenti come qualcosa di positivo e che può portare felicità. Lasciare i bambini nell’ignoranza significa semplicemente lasciarli soli alle prese con la fatica della crescita», conclude.

Perché difendere “Cos’è il sesso?

Tutelare questo libro non significa sostenere che sia perfetto o intoccabile. Significa rifiutare un attacco ideologico che travisa il testo, semplificando temi complessi e usando l’infanzia come campo di battaglia politica. “Cos’è il sesso?” prende sul serio il tema dell’educazione sessuale e chiede che venga affrontato con strumenti sempre più chiari, accessibili e resistenti alla manipolazione. Il libro non toglie innocenza ai bambini. Semmai toglie agli adulti l’alibi dell’ignoranza. Sarà forse questo che dà più fastidio?

Informazioni chiave

Le cose non stanno così

La polemica che ha investito il libro di educazione sessuale e affettiva “Cos’è il sesso?” è fondata su una frase estrapolata dal libro che però è stata modificata e privata del suo contesto.

Critiche costruttive

La frase incriminata – “allora anche i bambini fanno sesso?” –, pur inserita in un percorso chiaro, è una formulazione che si presta a essere facilmente strumentalizzata.

Una polemica politica

Il sospetto è che le critiche al libro – che è stato pubblicato più di tre anni fa – siano arrivate adesso per opportunismo politico nel contesto della diatriba relativa alla fiera libraria “Più libri più liberi”.

Le reazioni dei diretti interessati

L’autrice e l’autore, che da anni si occupano a livello professionale di questi temi, sono esterrefatti «per la pioggia di fango interamente basata sul travisamento e la mistificazione del nostro libro».