17 Mag 2023

Minatori del Suono, il festival sul Lago d’Orta che racconta la valle a ritmo di musica

Scritto da: Lorena Di Maria

Minatori del Suono, che in molti conoscono come MDS Fest, è un festival diffuso a Madonna del Sasso (VB), che abbraccia dall’alto il Lago d’Orta, i paesi e le frazioni della valle. Si svolgerà il 16, 17 e 18 giugno attraverso tre giorni di musica dal vivo, laboratori, incontri, escursioni e campeggio, per dare vita a un evento accogliente e inclusivo che intende raccontare l’identità più profonda del territorio.

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Verbania - La storia che vi raccontiamo oggi è quella di una roccia, proprio come il granito, e di coloro che lo lavoravano, come gli scalpellini, operai che un tempo ne sgrossavano la pietra con lo scalpello. Quest’attività durissima e non poco pericolosa, a Madonna del Sasso, in provincia di Verbania, ha profondamente segnato la vita dei suoi abitanti per più di un secolo.

Questo antico mestiere, che ha scandito i ritmi degli abitanti di una valle, mantiene viva la memoria del passato: così nasce il festival MDS Fest – Minatori del Suono, un evento di tre giorni, dal 16 al 18 giugno, che vuole coinvolgere i giovani del territorio ed essere uno spazio libero di aggregazione: un punto di riferimento, quindi, per arte e cultura contemporanea.

Santuario Madonna del Sasso

«Madonna del Sasso, per i locali da sempre M.D.S., si declina nel senso più profondo di quello che vogliamo creare: vogliamo essere minatori di ingombranti questioni, portavoce delle nuove sfide della nostra società, e vogliamo farlo con l’impatto roboante della musica dal vivo». È questa la scommessa e al tempo stesso la promessa degli organizzatori del festival, nonché un gruppo di appassionati di musica che si sono ritrovati intorno al Circolo Arci dei Lavoratori di Boleto, promotore dell’evento, e che ha investito in questo progetto affinché fosse il più possibile condiviso con il territorio. 

PORTARE LA MUSICA IN VALLE

A parlarci del festival è Ilaria Macchi, che di questo variegato gruppo è la coordinatrice insieme a Simone Tonioni ed Edgardo Antonioli. «Madonna del Sasso si trova in un territorio periferico che non è molto battuto da eventi culturali o artistici volti all’innovazione. Per questo abbiamo pensato a un festival di musica dove ritrovarsi e stare insieme dopo questi anni di pandemia che hanno contribuito ad allontanare le persone».

Così Minatori del Suono porta in valle una ventata di novità in questi luoghi così marginali e al tempo steso così ricchi dal punto di vista naturalistico e storico: la proposta musicale vedrà la partecipazione di band e artisti di alta qualità che porteranno ritmi incalzanti con generi musicali molto diversi tra di loro che sono il risultato di un lavoro di ricerca e sperimentazione musicale.

«Valorizzare il territorio significa anche soprattutto riscoprire la storia di quel passato, promuovendo un evento culturale e sostenibile a supporto dei piccoli borghi e delle loro peculiarità. Pensando al festival abbiamo deciso di partire dall’identità di Madonna del Sasso e dalla sua storia legata al lavoro, come la storia degli scalpellini. Abbiamo fatto una lunga camminata nelle frazioni, ci siamo recati al Museo degli Scalpellini e da lì è nata l’idea di lavorare su questo tema per riportare nella contemporaneità una storia che merita di essere raccontata in quanto identificativa di questo luogo».

Valorizzare il territorio significa anche soprattutto riscoprire la storia di quel passato, promuovendo un evento culturale e sostenibile a supporto dei piccoli borghi

UN FESTIVAL CHE RISPECCHIA L’ESIGENZA DEI GIOVANI

«In fase di organizzazione dell’evento abbiamo chiesto a chi vive il territorio se sentisse la necessità di un evento di questo tipo e se fosse disposto a sostenerlo, con un piccolo contributo economico o con un impegno di altro tipo». L’idea alla base è un festival collettivo che nasce dal basso e che risponde alle necessità delle persone.

«Abbiamo ricevuto tantissime risposte e abbiamo capito che l’idea di un festival fosse una necessità davvero sentita da chi, come noi, vive in un luogo periferico dove l’offerta culturale c’è, sì, ma non è così sistematica. Molte persone si sono dette disposte a dare un contributo e così ci siamo decisi ad andare avanti». Per garantire la gratuità dei concerti, il gruppo dei Minatori del Suono ha lanciato una campagna di crowdfunding a sostegno del progetto, grazie alla collaborazione con Fondazione Comunitaria del VCO che raddoppierà ogni donazione ricevuta.

TALK, ESCURSIONI, RESIDENZE ARTISTICHE E TANTO ALTRO

Ma l’evento che risveglierà la valle al ritmo di nu-jazz, rock, afrobeat, rhythm and blues o techno vuole offrire molto più: non solo musica, ma anche momenti di incontro con le realtà del territorio, escursioni guidate, attività per bambine e bambini o la residenza artistica di un sound artist. Sarà inoltre disponibile un’area campeggio con servizi dedicati, accoglienza food and beverage e un’area camper gratuita. Il tutto all’insegna dell’accessibilità fisica, come nel caso delle persone con disabilità, oltre che economica, grazie alla gratuità dell’evento.

Non mancheranno talk e occasioni di approfondimento per parlare di cultura, violenza di genere, ambiente, clima ed energia, malattie sessualmente trasmissibili, riduzione del danno da sostanze, identità di genere e inclusività, disabilità e accessibilità. Gli incontri di sabato 17 saranno organizzati dal Centro Antiviolenza Area Nord Novarese che combatte la violenza sulle donne rispondendo a ogni richiesta di aiuto e facendo sensibilizzazione e dal collettivo Ci Sarà Un Bel Clima, un progetto pensato per creare un coinvolgimento più ampio e inclusivo attorno alla causa climatica ed ecologica.

Domenica 18 saranno presenti NovarArcobaleno, associazione LGBTQIA*, attiva sul territorio di Novara e provincia, e l’associazione Contorno Viola che approfondisce il tema dell’uso di sostanze stupefacenti e dei suoi effetti attraverso il metodo della peer education, ovvero l'”educazione tra pari”.

«Valorizzare le aree periferiche significa per noi essere in rete con altri enti per proporre un’offerta culturale il più possibile accessibile e aperta a varie tematiche. Come realtà sul territorio dobbiamo cercare di sostenerci a vicenda e costruire progetti che vadano oltre i confini del proprio Comune. Portare quindi occasioni di lavoro per i professionisti dello spettacolo e della cultura e momenti di aggregazione che portino a loro volta cultura e musica».

«Valorizzare il territorio significa anche soprattutto riscoprire la storia di quel passato, promuovendo un evento culturale e sostenibile a supporto dei piccoli borghi e delle loro peculiarità. Pensando al festival, abbiamo deciso di partire dall’identità di Madonna del Sasso e dalla sua storia legata al lavoro, come la storia degli scalpellini. Abbiamo fatto una lunga camminata nelle frazioni, ci siamo recati al Museo degli Scalpellini e da lì è nata l’idea di lavorare su questo tema per riportare nella contemporaneità una storia che merita di essere raccontata in quanto identificativa di questo luogo».

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