1 Dic 2023

Calabria: terra dove rimanere o da cui fuggire? Facci caso!

Scritto da: Selena Meli

Trovare bellezza e speranza là dove sembra che non ve ne siano è possibile. Un esempio lampante è la Calabria, che contrariamente alla narrazione dominante nasconde progetti e iniziative di cambiamento davvero incoraggianti. Li abbiamo raccontati proprio ai giovani calabresi in occasione della prima fase del percorso nelle scuole del progetto “Facci Caso”, realizzato all'interno del progetto Ponti: cultura e teatro per la cittadinanza attiva, in collaborazione con CCO - Crisi come Opportunità.

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Quando mi chiedono cos’è Italia che Cambia rispondo sempre con una domanda che è anche una premessa. Quanto tempo hai a disposizione per ascoltarmi? Questo avviene non solo perché sento il privilegio di raccontare il lavoro che amo, ma anche perché spiegare Italia che Cambia in pochi minuti è un’impresa ardua che spesso non ho voglia di affrontare.

Voi che mi state leggendo e che probabilmente ci seguite da tempo saprete che oltre alle nostre attività quotidiane di redazione e mappatura e all’ideazione di nuovi format giriamo spesso l’Italia, anche per divulgare il nostro lavoro nelle scuole. È un’attività a cui teniamo molto, resa possibile dalla collaborazione con altri partner e dai numerosi bandi messi a disposizione. Per noi sono straordinarie occasioni di confronto, formazione e apprendimento. 

Questa volta la nostra esperienza di formazione ci ha portati in Calabria, precisamente nella Piana di Gioia Tauro, nella Locride e a Catanzaro. Proprio in Calabria a febbraio abbiamo aperto il nostro quinto portale regionale grazie al lavoro congiunto con CCO – Crisi Come Opportunità, che del Sud in generale e della Calabria si occupa da anni. Di CCO vi abbiamo parlato tante volte; con loro abbiamo lavorato insieme al Palcoscenico della Legalità e a Pensa 2040. Ci lega senza dubbio una visione comune e un legame di amicizia profonda. 

facci caso
Un momento del laboratorio del Facci Caso al centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi
PONTI: CULTURA E TEATRO PER LA CITTADINANZA ATTIVA

Il progetto che ci coinvolge questa volta è “Ponti: cultura e teatro per la cittadinanza attiva”, sostenuto da Fondazione con il Sud, che ha l’obiettivo di costruire legami e relazioni tra la Calabria e il Piemonte con adolescenti e giovani adulti, provenienti da contesti e territori tra loro differenti: scuole, teatri e carceri minorili. Insieme a noi c’è una rete di partner, scuole e realtà virtuose che lavorano nel campo dell’educazione, della cittadinanza attiva, della questione di genere e della lotta alle mafie. 

Il nostro compito è portare la nostra esperienza di giornalismo costruttivo, ampliare la mappatura delle realtà virtuose calabresi e far conoscere agli studenti e alle studentesse cosa si muove nel loro territorio attraverso la conoscenza diretta di alcune realtà che abbiamo mappato. Per realizzare l’ultimo obiettivo abbiamo riproposto un laboratorio già fatto in passato, il Facci Caso.

Perché questo nome? Perché spesso non facciamo caso a ciò che abbiamo accanto, ai progetti virtuosi che animano le nostre città e ci limitiamo ad attraversarle sognando di vivere in posti migliori, pensando erroneamente che a casa nostra non ci sia nulla. Questo accade perché le narrazioni dei territori sono spesso incomplete, inesatte o distorte da una comunicazione mediatica che va a caccia di ciò che non funziona, del fatto di cronaca, della burocrazia farraginosa. 

Al Sud e in un territorio come la Calabria, intriso di stereotipi e in cui la corruzione, l’arretratezza e i fatti di cronaca trovano sempre spazio nelle prime pagine dei giornali, non accorgersi della bellezza è ancora più semplice. Ecco perché non mi ha stupito che molti studenti non conoscessero i progetti che abbiamo incontrato. 

Io stessa attraversando lo Stretto di Messina sono partita con una valigia piena di domande e dubbi su una regione che spesso viene associata alla Sicilia per lingua, tradizioni e vicinanza ma che invece presenta tante diversità. Poi questo lungo stivale l’ho quasi sempre attraversato di notte, nei viaggi che mi portavano al Nord, all’università o per lavoro. Per me la Calabria è stata quasi principalmente una terra di passaggio. 

albero della vita
Nella foto, il team dell’Albero della Vita e del Centro Solidarietà Calabrese con Nancy Cassalia (seconda da sinistra) e Selena Meli (al centro)
L’ESPERIENZA DEL FACCI CASO NELLA CLASSI DI CATANZARO, BOVALINO E POLISTENA

In questo viaggio non sono sola, con me c’è Nancy Cassalia di CCO, una ragazza portentosa che sta seguendo per questo progetto i laboratori sulle discriminazioni di genere, sulla legalità e i workshop di rap nelle carceri minorili. Nancy è anche un’attivista di Libera, una donna innamorata della sua terra e intenzionata a cambiarla, ma è anche una di quelle rare persone che riesce a guardare negli occhi degli altri senza la lente del pregiudizio. C’è anche Margherita Momigliano, project manager di CCO, che ci ha raggiunte da Roma; con lei andremo anche a conoscere i partner della seconda parte del progetto di cui vi parleremo nei prossimi giorni.

E poi ci sono le meravigliose realtà che costellano la Calabria che Cambia. Il primo giorno a Catanzaro incontriamo la Fondazione Albero della Vita, con cui stiamo già collaborando al progetto TAGS, e il Centro Calabrese di Solidarietà. Sono soprattutto donne quelle che incontrerò nei giorni a venire, dinamiche, attive, sicure del fatto che un altro Sud è possibile se si parte dalla collaborazione tra le reti e dalla conoscenza del territorio. Sono le prime parole che emergono dai loro racconti ai ragazzi e alle ragazze del Liceo Siciliani, 90 in tutto. Il debutto è un successo.

Il secondo giorno incontriamo l’Istituto di Istruzione superiore “F. La Cava” di Bovalino. L’allerta meteo non ci permette di andare a Caulonia Marina per incontrare la cooperativa sociale Pathos, socia di Goel, che si occupa dell’accoglienza e del recupero dei minori in situazioni di disagio socio-familiare, nonché dei minori stranieri non accompagnati. Rimoduliamo la giornata nell’aula magna della scuola, chiamiamo Pathos a raggiungerci a scuola, ma la delusione dei ragazzi alla notizia della visita saltata è subito evidente. 

Una ragazza mi confida di aver sempre pensato di lasciare la Calabria ma di sentirsi adesso più fiduciosa dopo aver ascoltato la storia di Italia che cambia

Davanti a cinquanta visi mi sento particolarmente agitata. Cosa staranno pensando di me? Mi troveranno noiosa e vecchia? Troveranno le mie frasi retoriche? Sento i loro sguardi presenti su di me: forse mi scrutano, forse mi analizzano, a tratti percepisco diffidenza. Di certo c’è una grande timidezza.

Con grande fatica ci sciogliamo, vedo i primi segni di curiosità al racconto del viaggio in camper che ha portato alla nascita di Italia che Cambia, si entusiasmano di fronte alla mappa al contrario, qualcuno ride, altri sono dubbiosi, per poi accendersi quando chiedo loro se hanno intenzione di lasciare la Calabria. Il racconto di Michele, responsabile di I Viaggi del GOEL, smuove qualche commento. È però la chiusura a darmi la conferma che qualcosa è rimasto. “Collaborazione” mi dice una ragazza con voce decisa, “bellezza” aggiunge un’altra, ma anche “voglia di cambiamento”, “gioia”. Torno a casa grata. 

L’ultimo giorno chiudiamo in musica. Incontriamo il Liceo Musicale Giuseppe Rechichi di Cinquefrondi, un’orchestra di ragazzi con le idee molto chiare sul loro futuro: molti vogliono andare via, qualcuno vuole rimanere per cambiare le cose. Con loro incontriamo tre realtà incredibili: il Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi presidio di legalità in un bene confiscato alla ‘ndragheta che ospita tante realtà del cambiamento a Polistena; la Comunità Luigi Monti comunità di accoglienza per minori; e Idea cooperativa Polistena, parte del consorzio di GOEL – Gruppo Cooperativo.

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Gli studenti e le studentesse del Liceo Musicale Giuseppe Rechichi di Cinquefrondi in visita alla Comunità Beato Luigi Monti

Qui incasso il primo colpo al cuore. Una ragazza mi confida di aver sempre pensato di lasciare la Calabria ma di sentirsi adesso più fiduciosa dopo aver ascoltato la storia di Italia che cambia. “Forse rimango, mi dice”. Mi sciolgo. Il finale è un bellissimo applauso dopo una giornata intensa e una foto di gruppo con lo sfondo del murales all’ingresso della comunità.

A distanza di una settimana da questa esperienza è davvero difficile mettere insieme le emozioni che ho provato in Calabria. Sono tornata a casa con un miscuglio di emozioni contrastanti: tristezza per il degrado di tanti territori – in questo non è poi così diversa dalla Sicilia –, per le storie di chi vive in contesti di grande disagio, ma anche infinita dolcezza per alcuni momenti di intime confidenze che ho accolto come un privilegio, per il calore della gente che ho incontrato, per la bellezza di paesaggi sconfinati.

Infine, come non sottolineare l’importanza e la gratitudine per il lavoro della operatici di CCO che portano speranza in luoghi che sembrano averla persa? In Calabria c’è bisogno di rete e relazioni. Il progetto Ponti non finisce qui. L’anno prossimo torneremo nelle scuole calabresi nel territorio di Crotone e Polistena, mentre tutti i giorni continueremo a raccontarvi le centinaia di esperienze di cambiamento in atto in Calabria.

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