Le auto ibride plug-in consumano (e inquinano) quasi quanto le auto a benzina: il report
Secondo un report queste auto emettono quasi cinque volte più CO2 rispetto ai test ufficiali. I vantaggi ambientali sono sopravvalutati, e i cittadini pagano il prezzo.
Le auto ibride plug-in, spesso presentate come soluzione “green” di transizione verso l’elettrico, inquinano quasi quanto le auto tradizionali. È quanto emerge da un’analisi condotta da Transport and Environment (T&E), organizzazione europea indipendente che si occupa di mobilità sostenibile, pubblicata il 16 ottobre 2025.
Secondo il report, i veicoli PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) emettono in media solo il 19% in meno di CO₂ rispetto alle auto a benzina o diesel, ben lontano dal 75% in meno dichiarato nei test ufficiali. Un divario enorme che mette in discussione la narrativa usata finora da gran parte dell’industria automobilistica.
L’analisi si basa su dati reali estratti dai contachilometri di bordo di 800.000 auto immatricolate in Europa tra il 2021 e il 2023. I risultati mostrano che nel 2023 le emissioni effettive di CO₂ erano 4,9 volte superiori rispetto a quelle rilevate in laboratorio, un peggioramento netto rispetto al 2021, quando il gap era già di 3,5 volte.
Alla base dell’inganno, spiegano i ricercatori, vi è una stima sovradimensionata del cosiddetto “utility factor”, ossia la percentuale di chilometri percorsi in modalità esclusivamente elettrica: nei calcoli ufficiali si assume che sia dell’84%, mentre nella realtà è appena del 27%. Un dato che si spiega parte con le abitudini dei proprietari delle auto. Molti proprietari di PHEV non ricaricano regolarmente la batteria, o non hanno accesso a una colonnina domestica. Di conseguenza, l’auto funziona spesso in modalità ibrida o solo con il motore termico.
Inoltre le batterie dei PHEV hanno un’autonomia limitata (di solito 30–60 km). Chi percorre tragitti superiori — ad esempio per lavoro — supera facilmente il range elettrico e attiva il motore a combustione per la maggior parte del viaggio.
Ma il problema non si esaurisce qui. Anche nei tragitti percorsi in modalità “elettrica”, il motore a combustione entra in funzione in media per circa un terzo del percorso. I motori elettrici di questo tipo di auto, infatti, non sarebbero abbastanza potenti per garantire autonomia completa, specialmente in situazioni di carico elevato o alte velocità.
Le conseguenze sono significative anche a livello economico: il report calcola che l’errata stima delle emissioni ha consentito a quattro grandi gruppi automobilistici europei di evitare oltre 5 miliardi di euro di multe tra il 2021 e il 2023. In parallelo, gli automobilisti spenderebbero fino a 500 euro l’anno in più rispetto a quanto stimato nei dati ufficiali.
Secondo Colin Walker, analista dell’Energy and Climate Intelligence Unit, sentito dal Guardian, si tratta di un caso evidente di greenwashing: “I consumatori sono stati convinti che acquistare un PHEV significhi aiutare l’ambiente e risparmiare. In realtà, sono veicoli poco più efficienti delle auto a benzina, ma molto più costosi da mantenere”.
La questione entra anche nel dibattito politico. Mentre l’Unione Europea conferma il divieto di vendita di auto a combustione dal 2035, diversi Paesi — in particolare la Germania — spingono per introdurre eccezioni per i veicoli ibridi, considerati “flessibili”. Il cancelliere Friedrich Merz ha recentemente affermato che farà “tutto ciò che è in suo potere” per attenuare la stretta.
La pressione dell’industria automobilistica è forte, ma il report di T&E fornisce una base solida per riconsiderare le politiche ambientali legate alla mobilità. Patrick Plötz, esperto dell’Istituto Fraunhofer, sottolinea che il divario tra dati ufficiali e realtà è “molto più ampio rispetto alle auto solo a benzina o diesel”, e che ogni futura decisione normativa dovrebbe tenerne conto.
Per il lettore, questa notizia invita a un esame più critico delle offerte “verdi” nel mercato automobilistico. Se da una parte le ibride plug-in possono avere senso in contesti molto specifici (brevi tragitti, ricariche frequenti), la realtà dei dati mostra che sono una soluzione nettamente peggiore rispetto alle auto elettriche.







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