California, miracolosa rinascita: restaurata la foresta sommersa di kelp
Un intervento ecologico senza precedenti ha riportato in vita un fragile ecosistema marino, minacciato da decenni di squilibri ambientali e sovrappopolazione di ricci di mare.
Dopo oltre un decennio di lavoro subacqueo, la costa meridionale della California sta assistendo alla rinascita di uno dei suoi ecosistemi più importanti: la foresta di kelp gigante, una macroalga tra le più grandi e a crescita più rapida al mondo che può raggiungere i 30 metri di lunghezza. L’intervento, guidato dalla Bay Foundation e raccontato dal Guardian, ha permesso il recupero di oltre 80 acri di habitat marino, colpito negli ultimi vent’anni da un declino dell’80% a causa di cambiamenti climatici, inquinamento, pesca eccessiva e proliferazione di ricci di mare.
Il progetto, avviato nel 2012, ha coinvolto subacquei professionisti e volontari che hanno trascorso più di 15.000 ore sott’acqua per rimuovere fisicamente i ricci viola (Strongylocentrotus purpuratus), responsabili della distruzione del kelp. In totale, sono stati eliminati 5,8 milioni di esemplari, in un’operazione definita dagli stessi operatori “lavoro di manutenzione sottomarina”.
Questa massiccia rimozione solleva anche interrogativi etici. Milioni di esseri viventi sono stati uccisi, e la questione dei diritti animali è parte integrante del dibattito sulla conservazione. Tuttavia, in contesti ecologici complessi, la tutela dell’intero ecosistema prevale spesso sul benessere dei singoli individui.
La scelta difficile tra la sopravvivenza di centinaia di specie e la vita di una sola è, secondo molti esperti, necessaria per ristabilire l’equilibrio naturale compromesso. In questo senso, si parla talvolta di una “gerarchia ecologica” che dà priorità alla resilienza dell’habitat e alla biodiversità complessiva.
L’intervento si è basato su studi scientifici che hanno determinato la densità sostenibile di ricci: non più di due individui per metro quadrato. In molte aree, però, si registravano concentrazioni tra i 70 e gli 80, che impedivano la ricrescita del kelp. Una volta ridotta la pressione ecologica, la macroalga ha iniziato a rigenerarsi rapidamente, con tassi di crescita che possono raggiungere anche i 60 cm al giorno.
La foresta di kelp, spesso definita “la sequoia del mare” per il suo ruolo ecologico, è fondamentale per la biodiversità: ospita oltre 800 specie marine, contribuisce all’assorbimento del carbonio, migliora la qualità dell’acqua e protegge la costa dall’erosione.
Oggi, nei siti restaurati, si registra un ritorno significativo di fauna marina, tra cui pesci come il kelp bass e il sheepshead, oltre al recupero della pesca del riccio rosso (Mesocentrotus franciscanus), il cui prodotto (l’uni) ha mostrato un aumento del 168% nel peso medio nelle aree riqualificate.
Il modello adottato in California viene ora studiato come esempio replicabile in altre regioni dove le foreste di kelp sono a rischio, come la Tasmania, la Corea del Sud e il canale di Santa Barbara. Nonostante le continue minacce legate al riscaldamento degli oceani, i risultati ottenuti mostrano che, con interventi mirati, è possibile invertire il degrado ecologico e ripristinare ecosistemi fondamentali per la salute degli oceani.







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