Nasce la Comunità di Pratiche della Biennale della Prossimità
La Biennale della Prossimità compie un nuovo passo verso l’edizione di Torino 2026, in programma dall’1 al 3 ottobre. Accanto […]
La Biennale della Prossimità compie un nuovo passo verso l’edizione di Torino 2026, in programma dall’1 al 3 ottobre. Accanto al Comitato Locale che sta prendendo forma nel capoluogo piemontese nasce infatti la Comunità di Pratiche, uno spazio continuativo in cui realtà diverse si incontrano per condividere esperienze e domande sul fare prossimità oggi. È un percorso che nasce dalle esigenze emerse in questi mesi di lavoro verso la Biennale, dal bisogno di avere un luogo in cui chi lavora nei territori non si senta solo ma parte di un cammino collettivo.
La Comunità di Pratiche è il nuovo “soggetto stabile” della Biennale: una rete che non si esaurisce nei giorni dell’evento ma lavora durante l’anno per alimentare riflessioni e connessioni. Qui trovano posto organizzazioni che, in forme diverse, si occupano di relazioni, cura e partecipazione nei territori. Parlare di prossimità, in questo contesto, non significa solo “stare vicino” alle persone, ma costruire legami di fiducia, aprire spazi di ascolto reciproco, immaginare servizi e progetti capaci di mettere al centro chi abita un luogo e le sue fragilità.
Aderire alla Comunità di Pratiche significa entrare nella rete nazionale che accompagna la Biennale. Chi partecipa porta nel confronto la propria esperienza concreta e contribuisce alla redazione dei Manifesti della Prossimità 2026, i documenti che raccoglieranno principi e piste di lavoro comuni.
L’invito è rivolto sia alle realtà che hanno già partecipato alle edizioni precedenti, sia alle nuove organizzazioni che vogliono unirsi oggi al cammino. Possono farne parte cooperative sociali, associazioni, gruppi informali, enti locali, fondazioni, scuole, presìdi culturali di quartiere: tutte quelle esperienze che, in modi differenti, stanno sperimentando una prossimità non solo assistenziale ma anche politica e trasformativa.
Il cuore del lavoro sarà un ciclo di incontri online nel 2026, ospitati su Zoom tra gennaio e maggio, nel tardo pomeriggio. Gli appuntamenti alterneranno momenti di accoglienza, lavoro in sottogruppi e restituzioni plenarie. I temi toccheranno educazione alla prossimità, inclusione delle persone più fragili, gestione dei conflitti e riconoscimento del lavoro di cura. L’ultimo incontro sarà dedicato alla sintesi e alla stesura dei Manifesti per la Biennale di Torino 2026.
Durante gli incontri verranno utilizzati strumenti collaborativi come Miro, una lavagna digitale dove raccogliere idee, parole chiave, mappe e storie. In questo modo il percorso prende una forma visibile e condivisa, riutilizzabile dentro la Biennale e nei territori in cui operano le organizzazioni coinvolte.
Per aderire, ogni organizzazione è chiamata a sottoscrivere la Carta e i valori della prossimità della Biennale e a impegnarsi a partecipare agli incontri online. È previsto anche un sostegno economico al percorso sotto forma di liberalità annuale, commisurata alla capacità della singola realtà: almeno 100 euro per le realtà più piccole e almeno 300 euro per quelle più strutturate.
La partecipazione al ciclo di incontri è aperta anche ai Promotori Nazionali e al Comitato Locale di Torino. Italia che Cambia, che è tra i promotori nazionali della Biennale insieme a reti e organizzazioni del terzo settore, dell’economia sociale e della cooperazione, seguirà da vicino il percorso e ne racconterà i passaggi principali sulle proprie pagine.
Per aderire è sufficiente compilare il form di adesione disponibile sul sito ufficiale della Biennale della Prossimità. Una volta inviata la richiesta, le organizzazioni riceveranno ulteriori informazioni operative e l’invito a iscriversi agli incontri online, scegliendo se seguire tutto il percorso o solo alcuni appuntamenti.
Per chi quotidianamente prova a costruire prossimità tra servizi e cittadini, scuole e quartieri, cultura e comunità locali, la Comunità di Pratiche può diventare un laboratorio condiviso dove mettere in comune domande e strumenti e trasformare il lavoro relazionale in visione politica. In vista della Biennale di Torino 2026 è un’occasione per non arrivare da soli ma dentro un percorso corale, che parte ben prima dell’evento e continuerà a vivere anche dopo.







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