La Francia ha vietato l’ingresso a una fumettista italiana accusandola di essere una minaccia per l’ordine pubblico
Elena Mistrello, autrice di graphic novel su migrazioni e diritti, invitata a un festival vicino Tolosa, è stata respinta alla frontiera e rimpatriata. Su di lei pende una misura di interdizione per “minaccia all’ordine pubblico francese”.
La fumettista italiana Elena Mistrello, invitata in Francia per partecipare al festival BD Colomiers, è stata respinta alla frontiera e rimandata in Italia. È accaduto venerdì 21 novembre all’aeroporto di Tolosa, dove tre agenti della Police nationale le hanno impedito l’ingresso nel Paese, notificandole una misura che la definisce “una grave minaccia per l’ordine pubblico francese”.
Mistrello era attesa per due giornate di incontri con il pubblico, organizzate dall’editore francese Presque Lune in occasione dell’uscita dell’edizione francese di Sindrome Italia: storia delle nostre badanti, graphic novel pubblicata in Italia da Beccogiallo e realizzata con la scrittrice Tiziana Francesca Vaccaro. Il libro, premiato al Comicon Napoli 2022 come Miglior opera prima, racconta le storie delle donne migranti dell’Est Europa impiegate in Italia come assistenti familiari, mettendo al centro condizioni di lavoro, solitudine e vulnerabilità.
In un racconto dettagliato scritto (in francese) per il suo blog, l’autrice spiega che, appena scesa dal volo proveniente da Francoforte, ha trovato ad attenderla tre agenti della Police nationale che le comunicano che non può mettere piede in Francia per via di una segnalazione del Ministero dell’Interno francese sulla sua presunta pericolosità. Mistrello mostra l’invito ufficiale del festival, spiega di trovarsi lì per lavoro, ma gli agenti rimangono «irremovibili».
Nel verbale consegnato durante il volo di ritorno viene formalizzata una «misura di interdizione all’ingresso» per «grave minaccia per l’ordine pubblico francese». L’autrice, che afferma di non aver mai avuto problemi con la giustizia, dice di ignorare le motivazioni concrete e ipotizza un collegamento con la sua partecipazione, nel 2023, alle iniziative a Parigi per il decennale dell’omicidio del giovane antifascista Clément Méric.
«L’attivismo politico – scrive l’autrice – anche blando e alla luce del sole, costituisce motivo di profilazione da parte dello Stato». Essere rispedita a casa, spiega, ha superato la sua immaginazione e solleva interrogativi sulle misure di sicurezza e sul loro uso discrezionale. Parla di un «sempre crescente arbitrio delle polizie», che potrebbero decidere chi è “sgradito” in base a opinioni, frequentazioni e impegno pubblico, alimentando un sistema di controllo e sorveglianza che va oltre i fatti contestati alle singole persone.
L’editore francese, in un post di solidarietà, la definisce ironicamente «autrice dangereuse pour l’ordre public français», ovvero autrice pericolosa per l’ordine pubblico francese ed esprime indignazione per quanto avvenuto.
La vicenda si colloca in un clima europeo in cui la gestione dell’ordine pubblico e dell’antiterrorismo viene spesso denunciata da associazioni, sindacati e ONG per l’ampiezza degli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine e per il rischio di abusi, in particolare verso attivisti, artisti e difensori dei diritti. Mistrello ha annunciato di voler chiedere assistenza legale per comprendere le basi giuridiche della misura di interdizione e, se possibile, contestarla. Il caso potrebbe aprire un contenzioso che metta alla prova il bilanciamento tra sicurezza interna e libertà di circolazione, espressione e creazione artistica, soprattutto quando l’opera tocca temi sensibili come migrazioni, lavoro di cura e disuguaglianze.







Commenta l'articolo
Per commentare gli articoli registrati a Italia che Cambia oppure accedi
RegistratiSei già registrato?
Accedi