Francia, stop al pesticida killer delle api: la Corte costituzionale annulla parzialmente la legge dopo una mobilitazione di massa
Dopo una petizione da due milioni di firme e una mobilitazione di massa la Corte costituzionale francese ha bloccato la reintroduzione dell’acetamiprib.
Una vittoria storica per l’ambiente, per la salute pubblica e per la democrazia partecipativa. Il Consiglio costituzionale francese ha bocciato l’articolo più controverso della cosiddetta “legge Duplomb”, che avrebbe permesso – seppur con limitazioni – la reintroduzione dell’acetamiprid, un pesticida vietato dal 2018 per i suoi effetti devastanti sugli insetti impollinatori e sospettato di rischi per la salute umana.
La decisione è arrivata il 7 agosto, dopo settimane di mobilitazione senza precedenti. Tutto era iniziato il 10 luglio, quando Eleonore Pattery, una giovane studentessa, aveva lanciato una petizione online definendo il provvedimento “un’aberrazione scientifica, etica, ambientale e sanitaria”.
Nel giro di pochi giorni, il testo ha superato il milione di firme – soglia record per le petizioni all’Assemblea nazionale – per poi arrivare a oltre due milioni di sottoscrizioni, grazie all’adesione di scienziati, apicoltori, associazioni ambientaliste e semplici cittadini.
Il Consiglio costituzionale ha dichiarato incostituzionale l’articolo 2 della legge, che consentiva deroghe generiche al divieto di utilizzo dei neonicotinoidi. La norma, secondo i giudici, violava il diritto fondamentale di vivere in un ambiente equilibrato e rispettoso della salute, sancito dalla Carta dell’Ambiente del 2005. La deroga era troppo ampia, priva di limiti temporali e consentiva persino gli usi più rischiosi, come l’irrorazione diretta: un colpo diretto al principio di precauzione.
Non si tratta solo di un passo indietro per l’acetamiprid: è la prima volta che la Carta dell’Ambiente viene usata per annullare una legge in Francia. E il segnale che arriva da Parigi è forte: l’unione di cittadini, scienza e attivismo può fermare decisioni politiche pericolose per la biodiversità.
Resta però la partita politica. La “legge Duplomb” – che prevedeva anche misure a favore dello stoccaggio idrico e l’alleggerimento di alcune norme ambientali per l’agricoltura – non è del tutto cancellata. Ambientalisti e opposizione chiedono ora l’abrogazione completa. E, come ricordano gli attivisti, “questa è una vittoria, non la fine della battaglia”.







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