Oggi è la giornata mondiale dei diritti dei bambini 2025
La giornata mondiale dei diritti dei bambini 2025 delle Nazioni Unite ha al centro il diritto al gioco e alla crescita in sicurezza e salute.
Oggi, 20 novembre, il mondo celebra la giornata dedicata ai diritti di bambini e bambine. In Italia il focus di quest’anno è il diritto al gioco. È una ricorrenza simbolica, ma anche un’occasione per chiedersi cosa ciascuno di noi può fare perché quei diritti siano davvero garantiti.
La giornata ricorda l’approvazione, il 20 novembre 1989, della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata poi da quasi tutti i Paesi del mondo, Italia compresa. A 36 anni di distanza, istituzioni e organizzazioni ribadiscono che quei diritti – dalla salute all’istruzione, dalla protezione alla partecipazione – restano ancora oggi ampiamente disattesi, soprattutto nei contesti segnati da conflitti, crisi ambientali e disuguaglianze economiche.
Quest’anno UNICEF ha deciso di dedicare la giornata mondiale dei diritti dei bambini 2025 al Diritto al Gioco, sancito dall’articolo 31 della Convenzione. In tutta Italia sono previste iniziative nei municipi, nelle scuole, nelle piazze: città illuminate di blu, laboratori e dibattiti dove i bambini sono invitati a prendere la parola e a raccontare come immaginano luoghi, tempi e spazi di gioco nella loro quotidianità.
Nel Paese si moltiplicano anche iniziative locali che legano diritti, cultura e partecipazione. A Lecce una “marcia dei bambini” attraversa oggi il centro storico per ricordare la centralità dei più piccoli nelle scelte politiche. A Firenze il David di Michelangelo viene illuminato di blu come segnale simbolico di attenzione all’infanzia. A Marsala, in Sicilia, un concerto solidale raccoglie fondi per i bambini di Gaza, collegando la riflessione sui diritti con il dramma delle guerre in corso.
Anche il mondo dei libri e delle biblioteche è in prima linea. La settimana nazionale “Nati per leggere” e le iniziative delle biblioteche comunali, da Spoleto a piccoli centri dell’Umbria e di altre regioni, usano letture ad alta voce, incontri con autori e laboratori per ricordare che l’accesso alla cultura e all’educazione è un diritto, non un privilegio.
Ma come stanno i bambini nel mondo? Organizzazioni come UNICEF parlano di una vera e propria emergenza diritti: conflitti armati, crisi climatica e insicurezza alimentare mettono a rischio milioni di bambini, che si trovano esposti a violenze, sfollamenti, malnutrizione e mancanza di servizi essenziali. Il cambiamento del clima, in particolare, colpisce in modo sproporzionato l’infanzia: eventi estremi, siccità, alluvioni e ondate di calore compromettono salute, accesso all’acqua e possibilità di frequentare la scuola.
In questo scenario, il legame tra diritti dei bambini e giustizia climatica diventa sempre più evidente. Rivendicare un pianeta vivibile significa rivendicare il diritto dei minori a un futuro: aria respirabile, città sicure, territori non devastati da inquinamento e sfruttamento. Non è un tema astratto: riguarda la qualità del cibo, l’acqua potabile, la possibilità di giocare all’aperto senza essere esposti a rischi sanitari o ambientali.
Anche in Italia, però, i diritti non sono scontati. Povertà minorile, dispersione scolastica, mancanza di servizi per l’infanzia, disuguaglianze territoriali e discriminazioni verso minori con disabilità o con background migratorio continuano a creare forti disparità. Il Centro nazionale per l’infanzia ricorda, in occasione della giornata, la necessità di politiche stabili che mettano davvero i bambini al centro, e non solo un giorno all’anno.
Allo stesso tempo, la giornata mette in luce le esperienze positive già in corso: progetti di accoglienza per minori stranieri, percorsi di co-progettazione tra scuole e amministrazioni, ludoteche di quartiere, spazi educativi diffusi, iniziative di cittadinanza attiva dove bambini e ragazzi partecipano alle decisioni che li riguardano. In molte città i consigli comunali dei ragazzi portano in aula proposte sul verde urbano, sulla mobilità scolastica, sugli spazi di incontro liberi dal traffico, mostrando che la partecipazione non è solo uno slogan.







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