A Venezia Greenpeace ha esposto un maxi striscione contro Jeff Bezos durante le nozze miliardarie
L’associazione ambientalista ha organizzato l’azione insieme al collettivo Everyone Hates Elon per protestare contro la diseguaglianza economica e proporre una tassa sui super ricchi.
Quanti ricorderanno il matrimonio e quanti la protesta? Questa mattina una Piazza San Marco blindatissima per le nozze del patron di Amazon Jeff Bezos con la giornalista e imprenditrice Lauren Sánchez, si è trasformata in un palcoscenico per l’attivismo: un gigantesco striscione di 400 metri quadrati con la scritta “If you can rent Venice for your wedding, you can pay more tax” (“Se puoi affittare Venezia per il tuo matrimonio, puoi pagare più tasse”) è stato srotolato da Greenpeace Italia e dal collettivo britannico Everyone Hates Elon.
Secondo gli attivisti, il matrimonio miliardario rappresenta l’emblema di un sistema economico squilibrato, dove pochi privilegiati possono permettersi di “chiudere mezza città per giorni”, mentre il resto del mondo paga il conto della crisi climatica. “Da una parte l’arroganza di pochi miliardari che hanno stili di vita devastanti per il pianeta, dall’altra le persone che ogni giorno subiscono i danni della crisi ambientale” — hanno dichiarato i rappresentanti delle associazioni.
Le nozze si svolgono tra il 24 e il 27 giugno a Venezia, con celebrazioni distribuite su più giorni. La coppia ha “affittato” alcune delle location più iconiche della città lagunare, tra cui Palazzo Ducale e aree riservate di Piazza San Marco, blindando interi quartieri per garantire privacy e sicurezza. Il matrimonio è valutato in decine di milioni di euro, tra affitti esclusivi, misure di sicurezza imponenti e logistica da operazione militare. Venezia è stata parzialmente “blindata”, con accessi limitati in alcune zone e un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine. Gli ospiti si muovono tra le location a bordo di motoscafi di lusso e yacht, mentre cene e feste private sono accompagnate da fuochi d’artificio e performance musicali top secret.
Di fronte a questa esibizione di lusso sfrenato, la richiesta delle due organizzazioni è chiara: tassare i super ricchi come Bezos, insieme alle industrie fossili e al comparto della difesa, per finanziare la transizione energetica e rafforzare i sistemi di welfare. Un gesto che, secondo Greenpeace, sarebbe non solo giusto ma necessario per arginare il collasso ambientale e sociale.
La protesta pacifica ha attirato l’attenzione dei passanti e dei media, con lo striscione di 20×20 metri che svettava tra le colonne e i leoni alati della celebre piazza. Greenpeace non è nuova a questo genere di iniziative. L’organizzazione ambientalista fra le più grandi al mondo protestò in modo simile durante il festival di Cannes nel 2022, con un corteo in mare di piccole imbarcazioni contro i mega-yacht e il lusso eccessivo che contribuiscono alle emissioni climalteranti.
Più recente invece la storia del collettivo Everyone Hates Elon, un gruppo d’azione britannico nato in risposta alla crescente esibizione di ricchezza e potere da parte di figure come Elon Musk, Jeff Bezos e altri magnati della Silicon Valley. Il collettivo mescola attivismo, arte e satira, con azioni pensate per svelare le contraddizioni di un sistema che permette a pochi super ricchi di accumulare fortune smisurate mentre il pianeta e le comunità più fragili pagano il prezzo. Il loro stile irriverente e provocatorio punta a scuotere l’opinione pubblica e a smascherare, con un sorriso amaro, le ingiustizie del nostro tempo.







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