Una petizione europea chiede nuove leggi per incentivare la ristrutturazione e ridurre le demolizioni
HouseEurope! lancia una raccolta firme per promuovere leggi europee che favoriscano il riuso degli edifici esistenti e tutelino il diritto alla casa e il clima.
HouseEurope! ha lanciato una Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) che mira a promuovere interventi normativi comunitari per favorire la ristrutturazione degli edifici esistenti e scoraggiare le demolizioni. L’obiettivo è raccogliere un milione di firme entro gennaio 2026, così da costringere le istituzioni UE ad affrontare formalmente la proposta.
L’ICE è uno strumento di democrazia partecipativa dell’UE che permette a cittadini e cittadine di chiedere alla Commissione europea di proporre nuove leggi. Per essere valida deve raccogliere almeno un milione di firme da almeno sette Stati membri. Se un’ICE raggiunge il quorum, la Commissione Europea deve rispondere entro sei mesi con una comunicazione ufficiale. Potrebbe proporre misure legislative, azioni non legislative o decisioni alternative. Allo stesso tempo, l’ICE potrebbe avere un’udienza al Parlamento europeo, che aiuta a dare visibilità e a collocare la questione nell’agenda politica.
Questo meccanismo è già stato attivato diverse volte, con risultati alterni. L’esempio più noto è la ICE Right2Water, che raccolse oltre 1,6 milioni di firme e divenne la prima ICE ufficialmente valida nella storia dell’Unione. In risposta, la Commissione presentò una comunicazione ufficiale e avviò una revisione della Direttiva sull’acqua potabile.
L’attuale campagna di HouseEurope! arriva in un moneto in cui l’Unione si sta già occupando del tema, ma con intenzioni apparentemente piuttosto diverse. Il primo draft del rapporto sulle politiche abitative, redatto dalla Commissione speciale sull’emergenza abitativa del parlamento Ue, enfatizza il fabbisogno di nuove costruzioni, affidate al mercato, e considera l’intervento pubblico e la regolazione come strumenti secondari.
In questo senso, la ICE non è una semplice proposta popolare, ma un potenziale punto di pressione istituzionale: se il numero di firme richieste venisse raggiunto e convalidato, le istituzioni europee sarebbero chiamate non solo a rispondere, ma — da un punto di vista democratico — a motivare la scelta di rifiutare o sostenere le richieste avanzate.
Nel panorama italiano, le questioni sottese — come la pressione sugli affitti, il deficit di edilizia sociale, il costo dell’efficientamento energetico e gli sprechi edilizi — suggeriscono che temi come quelli sollevati da HouseEurope! possano trovare un terreno sensibile.
Come commenta Lucio Massardo di MeWe Abitare Collaborativo, «Il tema è centrale. Il modo tradizionale di affrontare il tema dell’energia in edilizia si occupa solo della fase di gestione dell’edificio, i cosiddetti consumi, ma non dell’energia “incorporata” negli edifici esistenti e di quella necessaria a costruirne di nuovi».
Tuttavia il processo di ristrutturazione, in Italia, è reso più complesso da una ulteriore sfida, la sismicità del territorio. «In diverse aree del nostro territorio rispettare le norme di sicurezza – continua Massardo – non è compatibile con molto opzioni di recupero, almeno a costi accessibili».
La raccolta firme è attiva sul sito ufficiale houseeurope.eu. Se il processo dovesse concretizzarsi con il successo, il percorso istituzionale sarà obbligato a tenerne conto e a motivare eventuali divergenze di linea.







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