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9:18 31 Luglio 2025 | Tempo lettura: 2 minuti

Incendi in Italia crescono: bruciati oltre 30.000 ettari nei primi sette mesi del 2025

Il nuovo dossier di Legambiente segnala un’impennata preoccupante degli incendi: più 30.988 ettari in 653 roghi.

Autore: Redazione
Incendio boschivo in una zona collinare al tramonto, con fumo e fiamme visibili tra gli alberi

Nei primi sette mesi del 2025 sono andati in fumo 30.988 ettari di territorio italiano, secondo il dossier L’Italia in fumo diffuso da Legambiente. Una superficie superiore a quella bruciata in tutto il 2022, quando si fermò a 28.224 ettari. I roghi registrati sono stati 653, con una media di 3,3 incendi al giorno. La superficie media interessata da ciascun evento è salita a 47 ettari, segno di incendi più estesi e difficili da contenere. A cambiare non è solo la frequenza, ma anche l’intensità.

La regione più colpita è ancora una volta la Sicilia, che da sola concentra oltre 15.000 ettari di territorio distrutto. Seguono Calabria, Puglia, Basilicata, Campania e Sardegna. Il Mezzogiorno si conferma la zona più vulnerabile agli incendi boschivi. Ma non si tratta solo di numeri. Gli incendi stanno cambiando volto, diventando sempre più fuori stagione: oltre il 15% dei roghi si è verificato tra gennaio e aprile. Il cambiamento climatico rende ogni mese potenzialmente critico.

A preoccupare è anche la natura dolosa o colposa della maggior parte degli eventi. Secondo Legambiente, l’abbandono del territorio, l’assenza di controlli e la debolezza delle strategie preventive alimentano una spirale pericolosa. Il fuoco diventa la conseguenza di un sistema fragile e disorganico.

Il dossier dedica una sezione alle risposte istituzionali: solo alcune regioni hanno aggiornato i Piani Antincendio Boschivo, mentre altre presentano gravi ritardi o lacune strutturali. Mancano presidi, risorse, piani operativi e tempestività. In Campania, Sardegna e Calabria sono aumentate le giornate classificate a “rischio estremo” nel bollettino incendi. Tuttavia, il rispetto dei divieti – come bruciare residui vegetali – è ancora largamente disatteso. Senza controlli, anche le norme più rigide restano inefficaci.

Non va meglio a livello comunale: in molte aree il catasto dei soprassuoli incendiati, previsto dalla legge 353/2000, è inesistente o non aggiornato. E questo ostacola sia la prevenzione sia la possibilità di ricostruire in modo trasparente. La legge c’è, ma resta spesso lettera morta. Mentre l’Europa registra un’estate di fiamme, con decine di migliaia di ettari bruciati da Spagna a Grecia, l’Italia si trova a fronteggiare una sfida che ormai non può più considerare straordinaria.

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