Lago Leità, il ritorno della Rana temporaria segna una svolta per la biodiversità alpina
Dopo decenni di assenza, i primi girini fanno la loro comparsa: è il segnale del successo delle azioni di ripristino ambientale del Parco Nazionale Gran Paradiso.
Dopo anni di silenzio biologico, il lago Leità, in Valle Orco, all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso, torna a ospitare una delle sue specie originarie più emblematiche: la Rana temporaria. Nei giorni scorsi, racconta il Dolomiti, i ricercatori del progetto Life Resque Alpyr hanno osservato la presenza di sette girini nel piccolo lago naturale situato a 2.699 metri di altitudine, nel versante piemontese del Parco Nazionale Gran Paradiso. Un evento che segna un punto di svolta per la biodiversità dell’area.
Secondo quanto riferito dal Parco, si tratta con ogni probabilità dei primi esemplari a completare la metamorfosi in quest’area lacustre dopo molti decenni. “È una scoperta di straordinario valore scientifico e conservazionistico – si legge in una nota. La presenza dei girini, uno dei quali già dotato di quattro zampe e con la coda in fase di riassorbimento, conferma che la Rana temporaria si è riprodotta con successo nel lago e che è molto probabile il completamento dell’intero ciclo di metamorfosi”.
Per anni, la riproduzione della rana era stata impedita dalla presenza del salmerino di fonte, un pesce predatore originario del Nord America introdotto negli anni Sessanta. Una scelta allora inconsapevole degli effetti ecologici, ma che ha compromesso a lungo l’equilibrio dell’ecosistema alpino, impedendo la sopravvivenza di molte specie anfibie.
Dal 2023, il Parco ha avviato un’azione di bonifica ecologica per eliminare progressivamente la popolazione di salmerini. L’intervento rientra nel quadro del progetto europeo Life Resque Alpyr, che mira al recupero degli ecosistemi acquatici d’alta quota nelle aree protette delle Alpi e dei Pirenei.
I primi segnali positivi erano emersi già nel 2024, quando alcuni adulti di Rana temporaria erano stati osservati nei dintorni del lago. La recente scoperta dei girini rappresenta ora una conferma concreta dell’efficacia degli interventi.
“Questa piccola popolazione potrebbe essere l’inizio di una ricolonizzazione stabile dell’habitat da parte della specie – spiegano i tecnici del Parco –. È un passo importante verso il recupero della biodiversità originaria del lago Leità”.
Il ritorno della rana, specie chiave per l’equilibrio degli ambienti umidi montani, rappresenta anche un esempio virtuoso di sinergia tra intervento umano e rigenerazione naturale. Un modello di conservazione attiva che sottolinea l’importanza del ripristino degli ecosistemi e della convivenza sostenibile tra esseri umani e ambiente.
Il caso del lago Leità evidenzia come la rimozione di pressioni antropiche e l’adozione di strategie di conservazione mirate possano creare le condizioni per il ritorno di specie scomparse e, con esse, la rinascita di interi ecosistemi. Un segnale incoraggiante in un contesto globale dove la perdita di biodiversità resta una delle principali sfide ambientali.
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