LAV scende in piazza il 22 e 23 novembre per chiedere fondi alla ricerca senza animali
I volontari LAV saranno in decine di città italiane per raccogliere firme per una petizione a favore dei metodi di ricerca senza uso di animali.
Ogni minuto, in Italia, un animale viene utilizzato e muore in laboratorio: è il dato, fortemente simbolico, con cui LAV apre la nuova campagna nazionale “Una ricerca senza cavie è #LaCuraGiusta”. Nei giorni di sabato 22 e domenica 23 novembre l’associazione sarà presente nelle piazze di numerose città per chiedere un impegno politico più deciso sul finanziamento della ricerca scientifica che non prevede l’impiego di animali.
Al centro della mobilitazione c’è una petizione rivolta a Governo, Parlamento e Regioni che punta alla Legge di bilancio 2026. LAV chiede il rifinanziamento del Fondo del Ministero della Salute dedicato allo sviluppo dei metodi sostitutivi, e la destinazione di una quota delle risorse già stanziate dai Ministeri dell’Università e Ricerca e del Made in Italy a progetti di ricerca senza animali. Le richieste passano anche per la Commissione Bilancio del Senato, impegnata in queste settimane nell’esame della legge, alla quale l’associazione ha trasmesso proposte di modifiche specifiche.
Il quadro normativo, almeno sulla carta, è favorevole allo sviluppo di metodi alternativi. La direttiva europea 2010/63/UE e il decreto legislativo 26/2014 stabiliscono che gli Stati membri debbano promuovere procedure che sostituiscano, riducano o perfezionino l’uso di animali a fini scientifici. In Italia è stato istituito un fondo dedicato ai metodi sostitutivi, rifinanziato per il triennio 2020-2022 con 2 milioni di euro l’anno, di cui 1,6 milioni effettivamente assegnati nel 2022 a 16 enti pubblici – tra istituti zooprofilattici, università e centri di ricerca – per progetti basati su tecniche senza animali.
Secondo LAV, tuttavia, questi finanziamenti sarebbero stati discontinui e insufficienti: nel 2020, ad esempio, una parte delle risorse non sarebbe stata attivata per ritardi burocratici, con conseguente perdita dello stanziamento iniziale. Dal 2023 in avanti non sono previsti nuovi fondi specifici per lo sviluppo dei metodi sostitutivi, mentre – sempre sulla base delle elaborazioni dell’associazione – oltre 1,3 miliardi di euro l’anno continuerebbero a essere spesi per la sperimentazione animale nell’ambito della ricerca pubblica e privata. Una forbice che LAV vorrebbe riequilibrare, senza mettere in discussione il ruolo della ricerca, ma spostandone le priorità.
Nei banchetti che verranno allestiti nelle piazze, i cittadini potranno ricevere materiali informativi sul funzionamento della sperimentazione animale in Italia, sulle norme vigenti e sulle possibilità offerte dai metodi sostitutivi. Sarà possibile firmare la petizione collegata alla campagna #LaCuraGiusta e, per chi lo desidera, sostenere economicamente i progetti di ricerca etica promossi dall’associazione anche attraverso l’acquisto di panettoni vegani e altri prodotti solidali, già proposti da LAV in diverse città.
Il tema si inserisce in un dibattito più ampio che attraversa l’Europa. Ogni anno, nei laboratori europei, vengono utilizzati milioni di animali per ricerca e test regolatori; una pratica sempre più messa in discussione sia per ragioni etiche sia per i limiti di trasferibilità dei dati all’essere umano. Parallelamente, la Commissione Europea sta lavorando a una roadmap per ridurre e in alcuni ambiti sostituire l’uso di animali, in particolare nel campo della valutazione della sicurezza chimica.
Al centro del possibile cambio di paradigma ci sono le cosiddette NAMs, le “New Approach Methodologies”: organoidi, organi su chip, test in vitro avanzati, modelli in silicio e sistemi basati su intelligenza artificiale e tecniche cosiddette “omiche” (genomica, proteomica, metabolomica). Secondo i report più recenti di alcuni centri di ricerca europei e dell’Agenzia europea per i medicinali, queste tecnologie stanno entrando gradualmente nei processi di valutazione della sicurezza e nella ricerca biomedica, offrendo modelli più vicini alla biologia umana e potenzialmente in grado di ridurre il ricorso agli animali.
Allo stesso tempo, una parte della comunità scientifica e delle agenzie regolatorie sottolinea come, al momento, la sperimentazione animale resti in molti casi il riferimento principale per la sicurezza di farmaci e sostanze chimiche, in attesa che i nuovi metodi siano validati e accettati in modo sistematico. Documenti europei ricordano che la transizione verso NAMs richiederà tempo, investimenti, standard condivisi e un dialogo costante tra ricercatori, industrie e regolatori, all’interno del quadro dei cosiddetti principi delle “3R”: Replacement, Reduction, Refinement.
La mobilitazione del 22 e 23 novembre arriva in questo contesto di transizione, per chiedere che l’Italia non resti indietro rispetto alle evoluzioni in corso a livello internazionale. Le proposte avanzate da LAV puntano a rendere strutturale, e non episodico, il sostegno ai metodi alternativi, offrendo ai ricercatori italiani la possibilità di sviluppare progetti competitivi anche in vista dei bandi europei che sempre più spesso valorizzano approcci senza animali.
Vuoi approfondire?
Leggi la guida Animali come noi – Guida al benessere animale.







Commenta l'articolo
Per commentare gli articoli registrati a Italia che Cambia oppure accedi
RegistratiSei già registrato?
Accedi