64.000 persone chiedono una legge sul benessere psicologico
La campagna “Diritto a stare bene” ha superato le 64.000 sottoscrizioni: adesso la legge sul benessere psicologico verrà discussa in Parlamento.
In questo momento in Italia di fatto non esiste una struttura che garantisca supporto e benessere psicologico alle persone. Partendo da questa constatazione, l’associazione Pubblica ha lanciato la campagna “Diritto a stare bene“, con l’obiettivo generale di contribuire ad allargare lo spazio dei diritti e restringere il campo dell’esclusione sociale. In particolare, è stata inaugurata una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che, con quattro giorni di anticipo rispetto alla data di chiusura, ha già raccolto più di 64.000 sottoscrizioni, sufficienti per proporre il testo in Parlamento per la discussione.
La salute mentale non può aspettare: psicologi pubblici e gratuiti non sono un bonus, ma una necessità strutturale. Questa una delle rivendicazioni della campagna. Negli ultimi due anni il budget stanziato dal Governo per il bonus psicologo si è ridotto in maniera drastica, passando dai 21,5 milioni del 2024 ai 9,5 del 2025, con una prospettiva di circa 8,5 – un ulteriore milione di riduzione dunque – per il 2026.
Delle 360.000 richieste pervenute nel fino al 15 novembre – data dopo la quale non è stato più possibile presentare la domanda per il 2025 – ne sono state accolte solo 7.000. Sembra che molte domande non fossero in linea con i limiti di ISEE richiesti – il bonus infatti è destinato a chi ha un reddito inferiore ai 50.000 euro e dà diritto a un contributo di 50 euro per seduta per un importo massimo di 1.500 euro –, ma il budget era comunque largamente insufficiente a soddisfare le esigenze di tutte le persone richiedenti. La presentazione delle domande fra l’altro è stata notevolmente complicata dall’inadeguatezza della piattaforma INPS, tanto che è stato previsto uno stanziamento di 200.000 euro per potenziare l’infrastruttura informatica.
Ma la campagna per il benessere psicologico è molto più ampia. Si parte dal fatto che oggi una rete psicologica nazionale è del tutto inesistente, non c’è un dipartimento dedicato e non c’è un coordinamento nazionale. Le risorse all’interno delle strutture sanitarie sono inadeguate e disomogenee, non c’è alcun servizio studiato specificamente per persone con disabilità e l’assistenza psicologica sul lavoro è quasi totalmente delegata alle iniziative dei privati. A livello di budget, si richiede che i 9,5 milioni di euro – insufficienti a garantire una copertura completa del bonus, figuriamoci a sostenere la ristrutturazione del servizio a livello nazionale – vengano aumentati fino a 215 milioni, anche attraverso donazioni private detraibili o deducibili.
“Abbiamo raggiunto un risultato enorme e non volevamo lasciarlo passare come una notizia qualunque”, scrive l’associazione promotrice della campagna sul benessere psicologico. “Il 13 dicembre festeggiamo insieme a Roma, per raccontare cosa abbiamo costruito, per presentarvi la rete di attiviste e attivisti nata in queste settimane, e per accendere ufficialmente la seconda fase della storia di Pubblica. Perché la campagna non si ferma qui. La comunità siete voi. E il 13 dicembre vogliamo accendere insieme la prossima fase”, che sarà incentrata soprattutto su iniziative promozionali e di lobbying per fare approvare il disegno di legge.







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