È morto Mario Cecchi, il “padre” degli ecovillaggi italiani
Se n’è andato Mario Cecchi, attivista e punto di riferimento per il Popolo degli Elfi, di cui era parte, e di tutta la comunità degli ecovillaggi italiani.
Il nostro Daniel Tarozzi lo definì “l’uomo con gli occhi più profondi che abbia mai incontrato” in occasione di un’intervista effettuata tre anni fa sull’appennino tosco-emiliano, la casa di Avalon, una delle più antiche comunità intenzionali italiane, abitata dal Popolo degli Elfi. Italia Che Cambia andò lì per parlare di Ritorno alle origini, il libro curato da Mario Cecchi e da Giorgia Lattuca che racconta proprio l’esperienza degli Elfi.
Ieri Mario ci ha lasciato. Ne dà la comunicazione la RIVE – Rete Italiana Villaggi Ecologici, di cui lui era una delle anime. “Per tanti di noi è stato tutto, padre, amico, l’unico che ti diceva sempre si, la mano tesa nei momenti più bui”, scrive la rete. “Simbolo di comunità, Padre della RIVE, attivista dell’amore, una fiamma umile, una visione fatta di libertà, spontaneismo, libera scelta, amore incondizionato, accoglienza senza giudizio, camminata giorno per giorno in un silenzio assordante”.
L’esperienza degli Elfi, di cui Mario Cecchi è stato animatore, risale ai primissimi anni ottanta e ne fa una delle comunità più radicate e longeve del paese. Quattro persone, stanche della vita cittadina e delle scelte a metà, decisero di trasferirsi a Pesale, un paesino appenninico abbandonato raggiungibile solo a piedi. Da quel momento gli “elfi” si sono espansi per tutta la montagna, recuperando vecchi ruderi – confortevoli ma per scelta senza strada, elettricità o gas – e dando alla luce oltre 200 bambini.
“Oggi quando ho saputo che non sei più in vita, ho fatto fatica a realizzare subito… Ero a lavoro, mi hanno visto cambiato. Sono riuscito a dire soltanto: è mancato un amico, un maestro, una grande anima” scrive Andrea Safir Stagliano, ex presidente della RIVE e co-fondatore del progetto di turismo lento Passi di Quiete. E il suo è solo uno delle centinaia di messaggi che ricordano Mario Cecchi. Messaggi colmi di serenità e di gioia, che al dolore per il distacco antepongono la gratitudine per avere conosciuto un’anima preziosa come quella di Mario.
“Chi lo conosceva sa che non si può descrivere, si può solo vivere. È uno sguardo, un abbraccio. È poesia semplice. Un cuore innocente, un incontro che ti lascia disarmato. Ha lasciato aperta la sua casa, il suo cuore e con umile servizio ha regalato tutto che di prezioso si possa dare, tutto ciò che la più grande ricchezza non può comprare. Chiunque ha incrociato il suo cammino ha capito che c’è ancora una speranza per l’umanità. L’umanità fatta di terra, di natura, di emozioni, di gesti naturali che mostrano come sia semplice l’amore. Grazie grande maestro, adesso la tua anima e li su… sempre più su dove solo te potevi arrivare”, conclude la RIVE.
Anche il gruppo di Italia Che Cambia si unisce al ricordo di Mario. Qui potete rileggere la nostra chiacchierata con lui.







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