Pendolaria 2025: i dati della folle politica italiana sulla mobilità
Pubblicato l’annuale rapporto di Legambiente sulla mobilità. Pendolaria evidenzia dati preoccupanti, con sprechi enormi per le grandi opere e infrastrutture di base trascurate. Ma ci sono anche buone notizie.
Mercoledì 17 dicembre è stata presentata la ventesima edizione di Pendolaria, il rapporto con cui ogni Legambiente traccia, numeri alla mano, un quadro dello stato di salute delle infrastrutture e delle politiche dedicate alla mobilità in Italia. Il quadro purtroppo è sempre più desolante, soprattutto a causa di una linea politica che privilegia le grandi opere e trascura la piccola mobilità.
Un esempio? Come emerge da Pendolaria, , il Ponte sullo Stretto assorbe 15 miliardi di euro per poco più di 3 chilometri, mentre con un terzo di quella cifra – 5,4 miliardi – si stanno realizzando 250 chilometri di tranvie in 11 città. Un’opera – il ponte – storicamente legata a interessi politici piuttosto che a una reale esigenza, come dimostrato negli anni da tecnici e associazioni contrarie al progetto.
Una cifra pari a circa un terzo del costo del Ponte – 15 miliardi di euro per soli 3 chilometri –, ma con un impatto sulla vita quotidiana di milioni di persone incomparabilmente superiore. Il progetto che si inserisce fra l’altro in un contesto – quello siciliano – di gravissime carenze, come dimostra l’ultimo caso in ordine di tempo, quello dei nuovi treni che non possono circolare a causa dell’obsolescenza dei binari.
Non solo ponte sullo stretto: “La politica infrastrutturale ha continuato a privilegiare grandi opere stradali e autostradali – spiega Legambiente nella presentazione di Pendolaria – con conseguenze negative su economia, ambiente e clima. Questa impostazione ha drenato risorse dalle aree urbane e metropolitane, dove si concentra la domanda di mobilità quotidiana, contribuendo a rendere marginale il tema del finanziamento del trasporto pubblico locale”.
Interessante è anche il confronto con altri paesi europei: in Italia si costruiscono infatti in media solo 2,85 chilometri all’anno di nuove metropolitane e 1,28 chilometri di tranvie. Le reti metropolitane italiane si fermano complessivamente a 271,7 chilometri, contro i 680 del Regno Unito, i 657 della Germania e i 620 della Spagna.
Ma ci sono anche buone notizie. Per esempio, l’età media dei treni regionali continua a diminuire e parallelamente cala la quota di convogli con oltre quindici anni di servizio. Nel 2024 è cresciuto anche il numero dei viaggiatori giornalieri, mentre sul fronte infrastrutturale si registra la conclusione dell’elettrificazione di alcune linee e dell’ampliamento di altre. Tra le buone pratiche, il successo del nuovo servizio Milano-Trento-Bolzano; a Firenze il progetto “Ti porta Firenze” che riduce i costi dell’abbonamento ai mezzi pubblici fino all’80%, con risparmi fino a 170 euro l’anno; a Bologna la riqualificazione in chiave di adattamento ai cambiamenti climatici di via Riva di Reno grazie al passaggio della linea rossa del tram.







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