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16:20 15 Agosto 2025 | Tempo lettura: 2 minuti

Fallisce il trattato globale sulla plastica, nessun accordo ai negoziati ONU: “Persa un’occasione storica”

Saranno convocati nuovi colloqui, ma al momento le posizioni dei due blocchi di paesi sono troppo distanti e un accordo sembra lontano.

Autore: Redazione
oceani

Si è concluso senza accordo il sesto round di negoziati ONU per un trattato globale vincolante contro l’inquinamento da plastica, dopo una notte di trattative protratte oltre la scadenza prevista del 14 agosto 2025. Il presidente dei lavori, Luis Vayas (Ecuador), ha confermato che il testo emerso sarà la base per “future negoziazioni”, ma la spaccatura tra i due blocchi di paesi resta profonda.

Circa 100 paesi, infatti, tra cui Regno Unito, UE e Stati insulari del Pacifico, chiedevano limiti alla produzione di plastica e standard di progettazione per agevolare il riciclo, oltre a norme vincolanti sui composti chimici pericolosi. Sulla sponda opposta i paesi produttori di petrolio e plastica (Arabia Saudita, Russia, Kuwait, tra gli altri) puntavano a un trattato centrato su gestione dei rifiuti e riciclo, senza ridurre la produzione, ritenuta essenziale per le loro economie.

L’ultima versione del testo elaborata da Vayas non includeva limiti produttivi, ma faceva riferimento a iniziative nazionali su chimica pericolosa e design dei prodotti. La delegazione UE l’ha definito “una buona base” per i prossimi passi, mentre Arabia Saudita e Kuwait hanno giudicato il processo “problematico” e “non rappresentativo” delle loro posizioni.

La delegazione cubana ha parlato di “occasione storica persa”, le isole del Pacifico di “ingiustizia” verso paesi che subiscono gli impatti senza contribuire significativamente alla crisi. Il ministro marino del Regno Unito, Emma Hardy, ha espresso “profonda delusione” e ribadito la volontà di proseguire nella cooperazione internazionale verso un’economia circolare.

Greenpeace ha accusato “pochi attori” di aver usato le regole procedurali per “seppellire l’ambizione” e di mettere i profitti del settore fossile davanti alla salute del pianeta.

Convocati nel 2022 in risposta alle prove scientifiche crescenti sui rischi per salute e ambiente, i negoziati si svolgono sullo sfondo di una produzione globale passata da 2 milioni di tonnellate nel 1950 a 475 milioni nel 2022, in gran parte monouso, con tassi di riciclo stimati intorno al 10%.

Studi citati dagli esperti avvertono che, anche aumentando il riciclo al 30% nei prossimi decenni, resterebbero enormi quantità di plastica nell’ambiente, con microplastiche ormai rilevate in suoli, acque, aria e persino negli organi umani.

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