Ponte sullo Stretto: approvato il progetto definitivo ma gli ambientalisti presentano un reclamo all’UE
L’iter approvativo del progetto definitivo del ponte sullo Stretto è alle battute finali, ma rimangono grandi dubbi su questa opera giudicata costosa e inquinante.
Il CIPESS, il comitato per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, ha approvato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina. Pur non essendo l’ultimo tassello – ora la decisione del CIPESS sarà pubblicata in Gazzetta e poi vagliata da Ragioneria dello Stato e Corte dei Conti – il progetto del ponte non era mai arrivato così vicino alla partenza dei lavori che, se l’iter non verrà interrotto, dovrebbero partire entro autunno e concludersi per il 2032.
Meloni e Salvini manifestano grande soddisfazione per il traguardo raggiunto – «si tratta di un’opera strategica per lo sviluppo di tutta la nazione. Non è un’opera facile ma lo riteniamo un investimento sul presente e sul futuro dell’Italia», ha detto la premier, ma c’è chi manifesta grandi perplessità sul progetto del ponte sullo Stretto. Appena due giorni rima della decisione del CIESS infatti, Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF avevano presentato un reclamo all’Unione Europea riguardante l’impatto ambientale dell’opera.
Oggetto del reclamo è la procedura di “livello III della VINCA” (Valutazione d’Incidenza), che si è dovuta obbligatoriamente attivare perché indicata dal primo parere della Commissione VIA VAS, che, pur rilasciando parere positivo di compatibilità ambientale del ponte sullo Stretto, lo ha condizionato a ben 62 prescrizioni, tutte ancora da ottemperare. “Per non violare le direttive comunitarie ambientali, sovraordinate rispetto la normativa nazionale, è evidente che l’analisi delle alternative non è stata svolta nei termini indicati dalle direttive europee”, denunciano le associazioni.
Le quattro associazioni ritengono che nessuno dei criteri obbligatori previsti dalla procedura comunitaria sia stato correttamente rispettato e che l’Italia stia quindi violando le disposizioni di cui alle Direttive 92/43/CEE “Habitat” e 2009/147/CE “Uccelli”. Il reclamo chiede dunque l’apertura di una procedura di infrazione. Proprio in questi giorni Bruxelles sta esaminando la documentazione ricevuta dall’Italia l’11 giugno sul progetto del Ponte sullo Stretto e valuterà a tempo debito se e come reagire”. E intanto per dopodomani, sabato 9 agosto, è prevista una manifestazione a Messina “per dire NO al Ponte sullo Stretto: un’opera inutile, costosa e devastante per ambiente e territori”.
Ma non è tutto: con l’approvazione del progetto del ponte sullo Stretto da parte del CIPESS si fanno più vicini anche i circa 600 espropri previsti fra Calabria e Sicilia. 291 di essi riguarderanno case abitate da residenti messinesi. Una stima ha valutato che la spesa totale per gli espropri sarà di circa 215 milioni di euro. Gli abitanti dell’area interessata vivono da decenni nell’incubo di perdere la propria casa: i primi vincoli preordinati agli espropri sono stati emanati nel 2003, poi di nuovo nel 2008, nel 2023 e oggi si riparte. Questa situazione di incertezza fra l’altro ha avuto gravi ripercussioni sullo sviluppo urbanistico della zona e sul mercato immobiliare, con i prezzi delle case che sono crollati, minacciati da un’opera che, secondo i comitati, presenta “gravi profili di illegittimità amministrativa, tecnica ed economica”.







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