Dal disastro alla rinascita: come la natura si riprende la scena in un parco statunitense
In Tennessee, un’area agricola danneggiata da alluvioni è diventata un parco naturale rigoglioso. Un progetto che mostra come lasciare spazio all’ecologia può essere la chiave per rispondere a crisi ambientali e sociali.
Nel 2010, un’alluvione senza precedenti colpì il Tennessee, trasformando vaste aree agricole in paesaggi devastati e improduttivi. Quel disastro si è però rivelato l’occasione per sperimentare un’alternativa: restituire alla natura ciò che le era stato tolto. Così è nato il Middle Fork Bottoms State Park, un esempio virtuoso di rinaturazione, collaborazione istituzionale e coesistenza tra uomo e ambiente.
Un reportage di Reasons to be Cheerful, progetto statunitense di solution journalism, racconta che quella che oggi è un’oasi naturale di 860 ettari, popolata da cervi, aironi, pipistrelli e tacchini selvatici, era un tempo terreno agricolo impoverito. Dopo l’alluvione del 2010, le acque del fiume Forked Deer avevano depositato sabbia sui campi, rendendoli sempre meno coltivabili. Anziché contrastare il corso delle cose, un’alleanza tra organizzazioni pubbliche e private ha scelto di seguirlo.
Il progetto ha visto coinvolti The Nature Conservancy, la Tennessee Wildlife Resources Agency e il West Tennessee River Basin Authority (WTRBA). Insieme, hanno acquistato e ripristinato una porzione di territorio per trasformarla in un parco che funge al tempo stesso da area ricreativa, bacino idrico e habitat naturale.
Un elemento centrale è stato il ritorno alla dinamica naturale dei fiumi, spesso alterata da decenni di canalizzazioni artificiali. Lasciando che il fiume segua il suo corso, e progettando un bacino di espoansione, il parco ha anche ridotto drasticamente i danni da inondazione alle aree limitrofe. In particolare, la strada di Sanders Bluff, un tempo chiusa regolarmente per allagamenti, oggi resta percorribile anche in condizioni critiche.
E la soluzione ambientale si è rivelata anche una soluzione sociale. Il parco è oggi un luogo di incontro, sport e educazione: sentieri, laghi per la pesca, aule galleggianti e spazi per eventi hanno già attratto fino a 15.000 visitatori al mese. Per una regione come il West Tennessee, storicamente povera di spazi pubblici, rappresenta anche un riscatto civile e culturale.
Il successo di Middle Fork Bottoms ha già ispirato progetti simili, come quello lungo il South Fork del Forked Deer River, in fase di sviluppo. Anche in questo caso, il recupero ecologico punta a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, offrendo al contempo benefici tangibili alle comunità locali.
Il lavoro di restauro ambientale ha richiesto un cambio di paradigma profondo. Come racconta David Blackwood del WTRBA, la sfida non è stata tecnica, ma concettuale: pensare un paesaggio per accogliere le inondazioni, non per evitarle. Rinunciare a barriere, dighe e infrastrutture rigide, per affidarsi a un sistema più passivo e resiliente, capace di auto-regolarsi nel tempo.
La collaborazione tra enti pubblici, organizzazioni non profit, università, volontari e perfino apicoltori è stata determinante. Il progetto è un esempio concreto di come la cooperazione intersettoriale possa produrre soluzioni efficaci, durature e replicabili. Un approccio sistemico, che guarda all’ambiente non come ostacolo, ma come alleato strategico.







Commenta l'articolo
Per commentare gli articoli registrati a Italia che Cambia oppure accedi
RegistratiSei già registrato?
Accedi